L’abisso che guarda dentro di te: a Nick Cave per la morte del figlio

cadendo da una scogliera a Brighton, per cause accidentali e da chiarire. Muore un sacco di gente nel mondo e per motivi molto più seri di questo. Ora che l’ho detto e ricordato, posso parlare , ho una antica passione per Nick Cave in quanto artista e in quanto uomo, . Come diversi milioni di persone a questo punto, probabilmente. E le vicende della mia vita, grazie al cielo (e l’avrei detto anche prima di oggi), non sono quasi mai riconducibili a quelle narrate nei racconti di Cave, in gran parte catastrofici e malati. e non solo l’ennesimo effetto psicologico dell’isteria da social network e dello star system. Nick Cave, specie con l’ultimo bel film a opera di Iain Forsyth e Jane Pollard – con tanto di seduta dallo psicanalista – in una cosa a metà fra un documentario e una narrazione costruita riguardo la sua storia negli ultimi anni. Fra le tante immagini scelte per il lancio del film, c’era anche la scena in cui Cave rappresentava la “serata del film sconveniente” ( , vedi foto sopra), una piccola abitudine familiare di condivisione coi figli, che non poteva che suscitare tenerezza nei vecchi fan dell’oscuro Re Inchiostro, in quanto pienamente rappresentativa della sua ultima incarnazione. , Nick, dopo un paio di dischi interlocutori, ha inaugurato una fase della sua carriera adeguata al suo nuovo , con alcune rughe in più e senza nessuna paura di tingere di nero corvino i suoi lunghi capelli a dispetto della fronte sempre più alta, trasformando le storie di maledizione e perdizione in racconti divertiti e ammiccanti, peculiarmente riflessivi e ironici – tendenza a dire il vero invertita con l’ultimo, sorprendente, L’ultima volta che ho letto il noto motto, incredibilmente meta-autoavverante, di Nietzsche rispetto al fatto che chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro, perché se fisserà a lungo in un abisso, anche l’abisso vorrà guardare dentro di lui , era pochi giorni fa in un’intervista del dimissionario Varoufakis rispetto a una eventuale uscita dall’Euro della Grecia. Ebbene, in poche semplici parole, chiunque conosca la produzione di Nick Cave sa che lui, con l’abisso, non solo si è scambiato diecimila sguardi, ma ci ha parlato a muso duro , ci ha fatto sesso ed è tornato sulle sue tracce, in una specie di fuga e caccia in cui i ruoli non sono chiaramente assegnati. Come ho già detto, qualche anno fa si era dato finalmente pace, per come veniva dipinto dalle varie interviste rilasciate e per come era apparso in . O, per lo meno, lui e il suo diavolo avevano accumulato la stessa quantità di stanchezza e di artrite, tali da far nascere la necessità di stabilire un d’altri tempi: si sarebbero ancora rincorsi, ma restando in poltrona, con rigidi orari d’ufficio e senza sbraitare troppo. del 2001 contiene una ballata un po’ (molto) manierista, ma senz’altro piena, , la consapevolezza che quel demone ha solo trovato altre strade, ma non ha per nulla abdicato alla sua cieca missione di dolore. Tutto è a posto, tutto è sotto controllo, ma di cui contestualmente chiede ragione, pateticamente, in una domanda che non può che suonare retorica, alla divinità. neanche quando ti imborghesisci, chiudi la dipendenza dall’eroina e da chissà quante altre cose che non si pesano in grammi. Una casa, il tempo di produrre due romanzi, di cui uno uscito pochissimi mesi fa, . Due gemelli eterozigoti dalla modella Susie Bick, Earl e Arthur, biondo, con lo stesso guardo del padre e un qualcosa, neanche a farlo apposta, della innocenza di un Una volta era il padre, di Nick, un algido professore di letteratura inglese, Colin Frank Cave. Una, anzi, mille volte, era – e questo sintagma mutuato da Umberto Eco, con tutt’altro significato, si adatta come pochi altri alla Il vizio, il terrore, l’epicità crudele di ispirazione veterotestamentaria, la predestinazione, il tormento. che Nick Cave ha cantato, scritto, conosciuto carnalmente per tutta una vita e che ieri, a 57 anni, dopo una breve tregua, l’ha di nuovo stretto in un abbraccio mortale. Guardandolo dritto negli occhi. Clicca per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)