Monitoraggio non vuol dire valutazione. Perché la politica li confonde?

Immagina di aprire una nuova panetteria a Roma. Per distinguerti sul mercato, provi a fare la “micca”, il tipico pane di Parma. Fai una prova, In questo piccolo esempio si nasconde un metodo di lavoro importante che la politica disattende, volontariamente o per mancanza di risorse: fare una valutazione dei progetti. Il “guardare come va” vuol dire valutare la strategia: sono aumentati i profitti? : rimanendo nella metafora, ci si ferma a controllare che ci sia il pane in negozio, pazienza se si fanno i soldi o meno. Come, controllare se c’è il pane? Ovvio che c’è, è il minimo indispensabile. Eppure, quando si parla di “ ”, politica e giornali spesso si accontentano di controllare che si sia fatto il ponte, che i soldi siano stati spesi per il ponte, e che non siano finiti in mano a reti clientelari o alla criminalità organizzata. Questo è il : importante, in quanto funzionale al contrasto della corruzione, ma non permette di capire se i soldi pubblici siano usati bene o male. Si capisce solo che sono stati spesi per lo Da anni il mondo della ricerca lamenta l’assenza di una valutazione : “Ogni anno l’Italia spende miliardi in progetti finanziati dai fondi strutturali europei – scrivono Roberto Perotti e Filippo Teoldi in un de lavoce.info del 2014 – eppure non abbiamo la minima idea dei loro effetti.” Dal 2014 a oggi poco è cambiato: come hanno scritto sempre su lavoce.info a inizio 2021, manca trasparenza nell’obiettivo, chi fa la valutazione non è indipendente dal progetto e, aggiunge , sembra mancare la volontà di valutare gli investimenti del Recovery Fund. Una volontà che “ha valore democratico prima che tecnico A Parma sono arrivati 12 milioni di euro dai fondi FSC per la trasformazione in hub cargo. I soldi servono a rilanciare l’aeroporto: la SO.GE.A.P., la società a maggioranza privata che gestisce la struttura, è costantemente in rosso. A ogni chiusura di bilancio la probabilità di liquidazione è alta: ogni anno ai soci è chiesto di ripianare le perdite del Il progetto di rilancio in cargo, redatto da KPMG e sostenuto da CIPE e Regione Emilia Romagna, ha un problema, come spiegato in dettaglio su . Le previsioni contenute del progetto di investimento mancano di intervallo di incertezza o scenari alternativi: lo studio a monte che giustifica la robustezza del piano, e quindi l’investimento pubblico, non è in mano agli enti pubblici. Perché? Alla politica non interessa conoscere i dettagli, in quanto non ci sono interesse o strumenti per valutare. , Andrea Corsini, assessore ai Trasporti Emilia-Romagna, spiega il meccanismo: “ , non abbiamo un potere di vigilanza e controllo su una società di gestione della quale noi non siamo soci, non controlliamo i bilanci.” Non succede, a Parma come per nessun’altra opera: “Non abbiamo uno strumento per monitorare i bilanci degli aeroporti – continua Corsini – non avendo la partecipazione della Regione. Non è che il contributo pubblico della Regione sia vincolato a degli utili di bilancio, è vincolato alla realizzazione delle opere”. Come abbiamo visto, i soldi arrivano qualsiasi sia il risultato della società privata che gestisce l’aeroporto, ma i 12 milioni sono stati decisi dalla SO.GE.A.P. stessa, con l’aiuto di KPMG. L’investimento è l’obiettivo più che lo strumento. È giusto? “Si”, risponde Corsini. I tecnici della Regione sono consapevoli che la valutazione non sia sulla prestazione, sul risultato. Paolo Ferrecchi, direttore generale dei servizi trasporti Emilia-Romagna, ha spiegato a , per quello non abbiamo chiesto i piani industriali: non c’è una relazione che noi andiamo a verificare, se l’investimento infrastrutturale ha prodotto dei risultati coerenti con quello che avevamo programmato. . Abbiamo assunto che loro stessero facendo operazioni utili alla sopravvivenza dell’aeroporto e noi ci auguriamo lo sviluppo, questo è l’auspicio.” Non esiste una verifica sui risultati, quindi non è necessario chiedere la documentazione completa, che il pubblico non conosce. La Regione ER spende coerentemente, viene etichettata come “Regione virtuosa” in quanto in grado di spendere: l’importante è fare bella figura con lo Stato. Stato che, vista la situazione disastrosa di altre Regioni, non ha incentivi a controllare, in questo caso potenziali ingerenze private non giustificate nella pianificazione pubblica. In gergo tecnico, il “ Nel frattempo, la Regione Emilia Romagna è pronta ad aumentare l’investimento: “la SO.GE.A.P. chiede un ulteriore contributo di 8 milioni per realizzare un’altra serie di investimenti al Verdi – dice Corsini – Su questo dobbiamo attendere la nuova programmazione degli FSC. C’è l’intenzione di sostenere il Verdi, così come altri aeroporti: fra il Recovery Plan e i FSC contiamo di sostenere Parma, Rimini, Bologna e Forlì (senza concessione definitiva per il momento).” Il caso dell’aeroporto di Parma conferma le tendenze generali: l’obiettivo dell’investimento è l’investimento stesso. Non generare posti di lavoro, ridurre la dipendenza di Parma da Milano, o altro (da dimostrare). L’obiettivo diventa lo strumento. A questo punto, la verifica diventa inevitabilmente il monitoraggio: se l’obiettivo è spendere, basta controllare che i soldi siano andati nel posto giusto, qualunque il risultato Questo meccanismo pone una grande sfida per chi ha ricevuto il compito di valutare le politiche del PNRR: se i numerosi progetti arrivati al Governo tramite le Regioni sono stati partoriti in questo modo, qual è il modo corretto per valutarli? Come comunicare i risultati delle analisi, evitando che la politica o i promotori dei progetti si approprino di eventuali risultati positivi dettati più dal caso che da una pianificazione e/o sperimentazione preventiva?