La bella musica edificante di una volta

Una tragedia, quella di Corinaldo (Ancona), dovuta a una pluralità di fattori, provenienti da direttrici diverse e coincidenti in un’unica fatalità probabilmente evitabile se almeno su uno di questi fattori si fosse agito prima. Esplicitando: l’overbooking (anche se pare che le unità in eccesso rispetto al consentito fossero un centinaio o due, invece di mille come si leggeva all’inizio); l’idiozia o la malizia di chi ha spruzzato lo spray in mezzo alla folla; la passerella che evidentemente ha sostenuto un carico superiore a quello che poteva sostenere. Tutto questo poteva capitare al concerto di chiunque. E invece, è capitato a un live del trapper italiano Questo ha scatenato i matusa – intesi anagraficamente, ma soprattutto nell’animo. Ma il dato anagrafico, facendo un giro sui social in questi ultimi giorni, è preponderante. Il messaggio medio finora è stato: “ma è possibile morire per il concerto di un cretino del genere?”, dal quale si è passati subito a dimenticare il fatto di cronaca (la morte di 5 ragazzini e una madre) entrando a gamba tesa nell’eterno Dibattito Di Merda “ma quanto fanno schifo la musica e i testi di Sfera?! Non è possibile che i nostri figli ascoltino cose del genere!”. A chiunque abbia ascoltato un paio di dischi qualsiasi in vita sua facendo attenzione alle parole, hanno cominciato a prudere le mani. Ma, dopo aver fatto tutta una serie di respironi e ripetuto parole dolci alle orecchie dei nostri colleghi, il Sunday Up ha deciso di mettere in chiaro alcune piccole, fruste, indispensabili, ovvie tesi, che evidentemente i matusa hanno dimenticato. , soprattutto se consideriamo che la trap italiana non è che una pallida imitazione del genere anglosassone di derivazione. Parlando solo di musica, dunque di basi. Assolutamente no, se la “qualità” vincesse sui grandi numeri, la metà dei concerti a cui voi matusa andate sarebbe deserta e Jovanotti (la cui opera salviamo esclusivamente per la finestra che va dal 1997 al 1999) sarebbe un commesso in un negozio di giocattoli a Cortona sull’orlo della depressione. E in ogni caso, se pensate che il virtuosismo musicale equivalga o sia condizione necessaria per “buona musica” siete dei progster maledetti. Non sono particolarmente originali o gustosi, ma come è stato evidenziato ad esempio rappresentano lo Zeitgeist di quello che è l’immaginario (e, a volte, la realtà) dei vostri figli. Non prendetevela con chi racconta queste cose, ma con chi le ha create (cioè, almeno in parte, la vostra generazione). difendere il diritto dei ragazzini e delle ragazzine di ascoltarsi (anche) la merda. Rossini, Brahms o Emma Marrone ci fa tristezza. E sappiamo bene che anche i giovani musicisti classici hanno passioni pop (o metal, di solito, ma vabbé). Ma in ogni caso – ammesso e non concesso che la musica debba esserlo – la roba che ascoltavate VOI da ragazzini era tanto poco edificante E su quest’ultimo punto la nostra redazione ha raccolto alcuni spunti da classici del passato per ricordarvi che i valori propugnati da grandi (o semplicemente gente famosa proprio perché la grandezza non sempre è accompagnata dalla fama) erano vergognosi. Una velocissima rassegna: Francesco Guccini, “Godo di più ad ubriacarmi / a masturbarmi / o al limite a scopare”, è la storia di uno che è così arrapato che di gira per strada di notte pur di non pensarci e alla fine si tira una sega sul divano. Lucio Battisti, “Dieci ragazze così / che dicon solo di sì”, Lucio Battisti, “L’eco dei tuoi ‘no, oh no / ferma ti prego la mano”, Gianni Morandi, “tu digli a quel coso / che gli spacco il muso / se lo rivedo”, Gianni Morandi (parole di Franz Campi) “è che sono un po’ geloso (scemo) / ma ti amo per davvero (vero) / sì vabè l’autonomia / ma ricorda che sei mia”, 883, “se ci provi con lei una gran brutta fine stai rischiando/ perchè non sai che ho vinto il premio hooligan quest’anno/ e prima che tu te ne accorga il tuo sangue si starà spargendo”, Vasco Rossi “non bado alla gente che guarda sconvolta / Ormai ci sono abituato, sono vaccinato/ Sono controllato / Si pensa ormai addirittura in giro / È chiaro che sono drogato” Vasco Rossi, “Ho perso un’altra occasione buona stasera / È andata a casa con il negro, la troia”, C’è tutto: la violenza, il nichilismo, il machismo, il maschilismo, la ridicolizzazione del diverso. E avremmo potuto continuare. Questi qua, cari miei genitori e genitrici, ve li ascoltavate voi. Lasciamo che i ragazzini si ascoltino chi gli pare, anche se fa schifo. Nel migliore dei casi, proveranno vergogna per loro stessi ad essersi resi conto di aver cantato certe cose e lo chiuderanno nel capitolo, enorme, che raccoglie “Tutte le cose imbarazzanti che ho fatto nell’adolescenza”.