Maltempo, un mese dopo. La lezione del Veneto

Erano gli ultimi giorni di ottobre quando sull’Italia intera si è abbattuta una forte d’intesa con le Regioni coinvolte (alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione nei territori interessati), emesso un . Nessuna sorpresa, dunque, sulla carta, ma venti fortissimi e ingenti quantità di pioggia hanno ugualmente provocato danni per migliaia di euro in varie zone d’Italia. Il è stata una delle aree più colpite per via delle caratteristiche morfologiche del territorio, di criticità idrogeologiche, idrauliche e per il rischio di esondazione dei grandi fiumi che attraversano la regione del nord-est. Resta aperta, però, una questione fondamentale: , soprattutto alla luce del fatto che, con tutta probabilità, gli episodi nei prossimi anni cresceranno anziché diminuire. le conseguenze che produrrà la perturbazione. In considerazione dell’aggravarsi delle condizioni in numerosi territori, il presidente della Giunta regionale firma il decreto di Stato di Crisi per tutta la Regione del Veneto. A annuncia di aver “già previsto la chiusura di tutte le scuole” e parla delle mosse attuate negli ultimi giorni: quando ancora c’era una situazione di calma totale. Ho chiesto agli istituti di credito dei finanziamenti speciali e di sospendere le rate dei mutui. Ho chiesto al governo di procrastinare tutto il procrastinabile” . Il Governatore del Veneto ha provveduto in seguito, il primo novembre, ad inviare un sui danni subiti dalla Regione per l’eccezionale ondata di maltempo in corso dal 28 ottobre e a chiedere al governo un provvedimento per agevolare cittadini, aziende ed enti che hanno subito i danni maggiori. . Questo il conto che presenta, circa un mese fa la Regione Veneto, un conto salato per il territorio nonostante gli dell’emergenza. L’intervento governativo di mobilitazione della Protezione civile nazionale ha scongiurato il peggio e consentito di mitigare i danni causati dai disastri, il quadro è ugualmente drammatico: quasi , il 40 per cento della superficie boschiva è compromesso, 100 mila gli abitanti del Polesine senza acqua potabile, 2000 i tratti interrotti nella rete stradale, 400 chilometri di sentieri agrosilvopastorali impraticabili, un migliaio gli edifici danneggiati in tutto il Veneto. Le mareggiate hanno devastato ed eroso buona parte delle spiagge, colture e stalle nelle aree golenali sono in ginocchio. , durante l’incontro con il presidente del Veneto, al termine del sopralluogo nelle zone colpite dal maltempo, 100mila ettari di bosco raso al suolo. Luca Zaia sottolinea come “la L’alluvione che nei giorni scorsi si è abbattuta sulla Regione, ha superato la portata delle alluvioni del 1966 e del 2010.” , “che contenga tutte le misure atte a sostenere gli enti locali, il tessuto produttivo e i cittadini gravemente colpiti, quali ad esempio la sospensione delle rate dei mutui in essere, di tributi, tasse, imposte e adempimenti fiscali, dei termini di pagamento per le forniture di energia elettrica e gas e di quelli per i contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi; nonché la possibilità di derogare all’obbligo di pagamento dell’ecotassa sui rifiuti”. Per fronteggiare le devastazioni provocate dall’ondata di maltempo che ha colpito il Veneto, e creare disponibilità finanziarie da utilizzare in aiuto alle popolazioni colpite, la Regione, oltre ai vari passi formali per ottenere sostegni pubblici nazionali, fa . Dopo l’avvio della procedura per l’attivazione di un numero sms solidale, con la richiesta formale inviata da Zaia a Borrelli, la Regione ha anche poi il governatore “spero che questo conto corrente possa avere la diffusione più ampia possibile e che, come sempre, possa . Da parte mia un solo impegno e una sola garanzia: ogni centesimo che verrà versato andrà destinato solo ed esclusivamente per aiutare le persone in difficoltà”. È passato un mese dall’ondata di maltempo che ha messo in ginocchio il Nord Est. Molto è stato fatto e il sistema di ha arginato, per quanto possibile, i danni. Tuttavia rialzarsi non è semplice e non ci si può limitare a soluzioni – decreti di emergenza, accordi governativi o ricorrere ai fondi dell’Unione Europea – per sanare i danni causati dai disastri ambientali. L’argomento che dovrebbe essere oggetto di discussione, e sui cui bisognerebbe volgere uno sguardo per un’implementazione normativa più stringente, è sicuramente la producono seri danni alla popolazione di un paese così esposto a rischi ambientali; i 3 condoni del 1984, 1994 e 2003 hanno fatto emergere dal 1948 ad oggi 4,6 milioni di abusi edilizi per un totale di 1.700.000 alloggi abusivi. ” ricordando che al termine degli eventi meteorologici aumenterà inevitabilmente il rischio: l’emergenza geologica è ora , il rischio idrogeologico è altissimo e l’impegno speso si dimostra spesso insufficiente. Ma questa non è una novità: i dati europei testimoniamo che più del 50% dei dissesti geologici (movimenti franosi) avviene in Italia: 1966, 2010, e ora 2018. La realizzazione di opere importanti, quali i , ha dimostrato anche in questo ultimo evento che i passi fatti sono stati fatti nella giusta direzione ma, come sempre, bisogna continuare a migliorare. In questa occasione il territorio montuoso veneto, corrispondente a circa il 44% tra montagna e collina, ha mostrato le sue debolezze rendendo evidente come Le previsioni degli eventi climatici dipingono un futuro prossimo fosco, ma non si tratta solo di agire sull’emergenza o adattarsi alla nuova situazione, la Un governo deve agire nell’interesse della collettività, della sua salute e del suo benessere, per questo motivo occorrono interventi che sappiano coniugare prevenzione, informazione e coordinamento.