Il diritto indigeno negato in Guatemala

Il diritto indigeno negato in Guatemala

Sono passati poco più di 21 anni dalla firma storica, per il Guatemala. degli accordi di pace tra il governo guatemalteco e l’Unità Rivoluzionaria Nazionale Guatemalteca (URNG), che posero fine a uno dei conflitti armati più lunghi e sanguinolenti in America Latina. Parte integrante degli Accordi di Pace fu e la ratificazione della Convenzione ILO 169 sui popoli indigeni: per la prima volta in 500 anni dall’invasione spagnola, il governo guatemalteco riconosceva il Questo accordo ambiva a promuovere la partecipazione politica dei popoli indigeni e a riformare l’ordinamento giuridico del paese, rimpiazzando la struttura legale ‘monista’ con una pluralista nella quale le comunità indigene potessero esercitare il proprio sistema giudiziario ancestrale sui loro territori. Tuttavia, mentre è rimasta la pace, da quel 29 dicembre del 1996 in Guatemala la situazione non è cambiata molto: le comunità indigene continuano a essere apertamente discriminate e soggette allo , il cui proprietario è il presidente del Real Madrid Florentino Perez). , nonostante il governo sia obbligato, secondo il diritto internazionale, a integrarlo nella costituzione, e nonostante esistano già sistemi legali pluralistici funzionanti in Colombia, Bolivia e Ecuador. Dalla conquista spagnola, il popolo indigeno guatemalteco è riuscito a preservare la propria identità e cultura, combattendo contro . Attualmente, 21 gruppi differenti di discendenza Maya vivono nel paese, costituendo la etnia maggioritaria e di gran lunga più numerosa dei di origine europea. Ciò nonostante, la ricchezza è fortemente mal distribuita – l’80% del terreno coltivabile è in mano a solo il 4% della popolazione La marginalizzazione della popolazione indigena non è dovuta solo alla colonizzazione spagnola, ma è anche e del tentativo di costruire uno stato legale unitario. Dietro la retorica dell’egualità legale, la maggioranza della popolazione indigena fu costretta al lavoro forzato nelle piantagioni delle grandi industrie del caffè. Nel 1944 i ‘Rivoluzionari d’ottobre’ lanciarono un programma di riforme liberali che includeva la ridistribuzione delle terra. I latifondisti reagirono violentemente a queste politiche e, con l’appoggio della CIA, rovesciarono il governo, dando inizio alla cruenta guerra civile, che durò dal 1960 al 1996. Riesumazione di vittime della guerra nella regione Ixil. Fonte: Cafca Archive che riuscì a ottenere il riconoscimento, almeno su carta, dei propri diritti nel 1996. , il diritto indigeno o Maya è un “insieme di norme radicate in pratiche culturali con l’obbiettivo di regolare la vita nella comunità. La giustizia indigena è un modo di interpretare la realtà, di ordinarla e di risolvere i problemi della vita quotidiana.” Questa legge può essere compresa solo nel contesto della cosmo-visione Maya per la quale l’universo, la natura e la comunità fanno tutte parte dello stesso ordine. Lo scopo è preservare l’ , a differenza del diritto positivo che ha come punto di riferimento principale l’individuo. Sebbene il pluralismo giuridico non sia riconosciuto, in pratica è sempre esistito e continua a essere applicato in varie comunità nel paese, come Totonicapan, Chimaltenango, San Marco, da autorità riconosciute dalle rispettive popolazioni. Il e non scritto (motivo per il quale è preferito da molti indigeni che non sanno leggere e scrivere in spagnolo), con procedimenti ben stabiliti privi di burocrazia e sempre con il fine di mantenere la convivenza pacifica. dove il mediatore o l’autorità indigena investiga in profondità i fatti e le posizioni delle due parti, seguito da un fra questi dove possono esprimersi liberamente. A questo punto, il mediatore cerca di arrivare ad un tra le parti con la partecipazione diretta, se necessario, di tutta la comunità. L’obiettivo non è dimostrare l’innocenza o la colpevolezza dell’accusato e, di conseguenza, punirlo. Per le comunità indigene, la sua reintegrazione nella società verrebbe meno e la famiglia verrebbe privata di un aiuto economico. Il diritto indigeno preferisce, invece, restaurare la situazione antecedente del crimine commesso, compensando la vittima in maniera equa e intraprendere con chi ha commesso il crimine un percorso di recupero per prevenire altri casi simili. della Costituzione che ha come obiettivo la inclusione giurisdizione indigena necessita del voto dei due terzi del Parlamento. Malgrado la mobilitazione pacifica di varie comunità indigene e pronunciamenti importanti a favore, la riforma fu bloccata il 13 febbraio per due soli voti, posticipando di fatto indefinitamente il riconoscimento della legge indigena. molte pratiche del diritto indigeno sono direttamente in contrapposizione con diritti umani riconosciuti internazionalmente , citando spesso come esempio il caso di linciamenti usati come strumenti punitivi. Non c’è dubbio che queste pratiche esistano, ma varie autorità indigene, tra cui che più che essere parte integrante della tradizione Maya, sono un retaggio della violenza militare causate dalla debolezza delle istituzioni indigene locali. Ha, forse, più valenza la preoccupazione che questo riconoscimento possa creare ambiguità e confusione rispetto a dove comincia e finisce la giurisdizione dello stato. Si può, però, ribattere che è proprio per questo che è necessaria la legittimazione formale di questo sistema, per Forse, più semplicemente, bisogna rivolgersi al sofista Trasimaco e alla sua definizione della giustizia come nient’altro che “l’utile del più forte”. In questa logica si può capire perché le forze commerciali del paese, rappresentate dal potente Comitato Coordinatore delle Associazioni Agricole, Commerciali, Industriali e Finanziarie (CACIF) si sono Insomma, mentre il pluralismo giuridico è sempre stato principalmente oggetto di studi di antropologi e professori di diritto, è chiaro che è fondamentalmente Dopo la fine della guerra, le promesse dello stato guatemalteco di affrontare e rispondere alle preoccupazioni e rivendicazioni del popolo indigeno sono sempre venute meno. È in questo contesto che gli indigeni continuano a lottare per difendere le proprie terre e tradizioni.