Tra fango e detriti dopo un’alluvione. Fotoreportage da Faenza e Solarolo, Emilia-Romagna

Tra fango e detriti dopo un’alluvione. Fotoreportage da Faenza e Solarolo, Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna gli allagamenti causati dall’alluvione avvenuta tra il 15 e il 17 maggio 2023 sono diventati ormai impossibili da contare: l’area colpita ricopre decine di chilometri e tuttora alcune zone sono tuttora raggiungibili solo con gli elicotteri e i mezzi dei soccorsi. L’evento ha coinvolto e diverse frazioni. In tutto sono esondati 23 fiumi e corsi d’acqua oltre alle migliaia di frane avvenute – 376 le principali – nelle zone montane e collinari della regione. A causa di questa situazione, sono state circa 36mila le persone costrette a lasciare la propria casa e a trovare alloggio da amici e parenti o nei centri d’accoglienza. Molti degli sfollati  in questi giorni hanno avuto il permesso di tornare nelle loro case. Nicola Vasini è stato a Solarolo e Faenza, due tra i numerosi comuni coinvolti dall’alluvione e in questo momento si trovano entrambi in stato di emergenza. Nelle città, il livello dell’acqua si è abbassato ed è rientrato nella norma, lasciando detriti e fanghiglia ovunque. Ora gli abitanti devono iniziare a fare la conta dei danni e degli effetti personali perduti, oltre a dover trovare la forza di ripulire le loro abitazioni. Il livello dell’acqua nella città di Solarolo ha sommerso numerose automobili danneggiandole e rendendole inutilizzabili. La popolazione non si aspettava tutta quest’acqua e non aveva idea del livello a cui sarebbe arrivata per le strade della città. Solo i più fortunati non hanno subito danni ai mezzi personali, gli altri invece devono fare i conti con questo disagio e ulteriore spesa. Gli abitanti di Faenza ripuliscono le proprie abitazione, attualmente inagibili. I residenti in questo momento hanno trovato riparo nelle case di amici e parenti. «L’acqua entrava ovunque, io e il mio vicino ci siamo rifugiati nel piano di sopra di casa mia e fortunatamente ci siamo aiutati a vicenda, sennò non so che fine avremmo fatto», racconta una signora . «Pensavo che dopo il covid saremmo stati tutti più distanti e divisi, e invece dopo questa alluvione mi sono resa conto che di solidarietà e vicinanza ne esiste ancora molta», continua, con gli occhi lucidi dall’emozione nel vedere i numerosi volontari che in questo momento la stanno aiutando a ripulire dal fango la propria casa. La città di Faenza è uno tra i comuni più colpiti dall’alluvione. Una prima esondazione del fiume Lamone era già avvenuta il 3 maggio, travolgendo case e vie di comunicazione, mentre la seconda è avvenuta solo 13 giorni dopo colpendo nuovamente la città e provocando frane e l’esondazione di altri fiumi nell’intera regione. Il livello dell’acqua per le strade della città di Faenza in alcuni punti è arrivato a diversi metri di altezza. Molte delle persone che si trovavano nelle case a ridosso del fiume Lamone sono state tratte in salvo con gli elicotteri o recuperate con i gommoni dei soccorsi direttamente dai terrazzi e dalle finestre dei secondi piani. Ora la maggior parte di queste strutture sono inabitabili e le persone hanno trovato alloggio da amici e parenti. Per le strade di Solarolo, come nel resto dei comuni alluvionati, in questo momento sono ammucchiati detriti di materiali accatastati ed estratti dalle abitazioni allagate. È frequente imbattersi in presepi e alberi di natale recuperati dalle cantine. Merce di un venditore ambulante di Solarolo ricoperta di fango. Scarpe e stivali erano immagazzinati nel garage del commerciante in attesa della stagione estiva. Durante l’alluvione il garage si è ritrovato completamente sommerso dall’acqua danneggiando e rendendo invendibile la maggior parte della merce immagazzinata. Volontari provenienti da diverse zone dell’Emilia Romagna sono all’opera per aiutare a ripulire il garage del venditore ambulante di Solarolo, liberandolo dalla melma e salvando la merce ancora in buono stato. I volontari, ricoperti di fango si prendono una pausa per recuperare le energie dopo aver liberato il garage del venditore ambulante. La risposta dei cittadini si è fatta sentire subito. Sono centinaia i volontari che in questi giorni si sono diretti e si stanno dirigendo  verso le zone alluvionate per supportare le popolazioni locali. Andrea, 34 anni, che da giorni spala fango nella casa di sua mamma, nella campagna di Solarolo. «Quando vedi tutto questo fango non sai da dove iniziare per pulire e fare la conta dei danni. Poi arriva un volontario che con il sorriso si offre per darti una mano, e questo gesto ti supporta moralmente». Francesco viene da Bologna e di professione fa il copywriter, è uno dei tanti volontari che in questi giorni sono partiti per supportare le persone delle zone alluvionate. Il giorno precedente era a Castel Bolognese – un altro comune alluvionato – ad aiutare le persone in difficoltà, mentre ora si trova nella campagna di Solarolo, dopo due giorni che spala e trasporta secchi, la stanchezza comincia a sentirsela addosso anche lui. Fotografie ed effetti personali, sopravvissuti all’alluvione e messe in salvo dai volontari. Volontari alle prese con il trasporto di una carriola piena di fango, che si coordinano per spostare e pulire all’esterno i materiali del capanno di Claudio, agricoltore di Solarolo. Badili, spingiacqua, stivali, secchi e carriole sono gli strumenti indispensabili per liberare le strutture allagate. Alessandro è un volontario proveniente da Bologna e si trova a Faenza per supportare la popolazione alluvionata. Nella foto risale l’argine del Lamone da dove il fiume è esondato travolgendo la città. La situazione nella campagna romagnola è critica, le coltivazioni sono ricoperte di fango e detriti, inoltre con l’acqua ancora diffusa nelle cantine e nei capannoni, moscerini e zanzare iniziano a proliferare. «Oltre alle coltivazioni danneggiate, il fango seccandosi può rendere impermeabile il terreno e impedire perciò una corretta irrigazione dei campi», racconta a Claudio, agricoltore di Solarolo. «I danni sono incalcolabili, l’alluvione mi ha distrutto un’automobile e diversi atomizzatori per irrigare i campi, oltre ad aver danneggiato le attrezzatura nei capannoni». I campi della campagna di Solarolo sono ricoperti di fango e detriti. Secondo il comunicato diffuso dalla regione Emilia Romagna, le aziende agricole coinvolte dai danneggiamenti sul territorio sono quasi 21.000, il 49% dell’intera regione, oltre il 29% è presente nei comuni con allagamenti e il 19% in quelli con frane. Oltre ai danni materiali, nelle stalle delle campagne romagnole si fa la conta anche degli animali affogati. «Solo un coniglio è sopravvissuto su dieci, mentre le galline sono morte tutte», racconta a una signora dalla finestra di casa, dove nel giardino, adagiate sul fango giacciono le carcasse dei suoi animali. «Al mio vicino è andata peggio, aveva la casa sommersa dall’acqua, l’hanno portato via in elicottero con uno dei suoi cani”, commenta. «L’altro cane, il cavallo e l’asino sono affogati tutti». Attualmente non si sa quanti sono gli animali annegati e travolti dal fango. Tuttavia è molto frequente imbattersi nelle loro carcasse, rimaste intrappolate nei recinti delle stalle. Oltre alle piccole fattorie sono finite sotto l’acqua anche diversi allevamenti intensivi. Inoltre sul gruppo Facebook “Sos animali alluvionati – esondazioni Emilia-Romagna” in questi giorni vengono pubblicate centinaia di segnalazioni di cani e gatti ritrovati, o appelli da parte dei proprietari di animali fuggiti e persi durante l’alluvione.