Grazie agli sforzi di lobbying di una vecchia conoscenza dell’esercito del vicepresidente del Paese, la banca Forbes & Manhattan sembra indirizzare i suoi interessi minerari in Brasile.
Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese su Apublica.
L’autore è Caio de Freitas Paes.
Traduzione di Alessia Gnudi
Prima che Jair Bolsonaro entrasse in carica come presidente del Brasile nel 2019, la banca d’investimento canadese Forbes & Manhattan (F&M) era in difficoltà con le sue attività commerciali nell’Amazzonia brasiliana. Tuttavia, la situazione ha iniziato a cambiare quando il gruppo si è avvicinato ai membri dell’amministrazione Bolsonaro legati alle forze armate brasiliane. Secondo una raccolta di documenti ottenuti da Agência Pública, durante una serie di incontri esclusivi a Brasilia F&M ha ottenuto un collegamento diretto con il vicepresidente del Paese, Hamilton Mourão.
Nel corso degli incontri con gli alti funzionari del governo, Cláudio Barroso Magno Filho, un generale in pensione della brigata dell’esercito brasiliano, ha influenzato gli interessi di F&M e delle società minerarie in cui aveva investito. Barroso Magno, da quando è diventato un riservista militare negli anni 2000, ha lavorato nel settore della consulenza e della vendita di attrezzature alle forze armate brasiliane e ad altri appaltatori. Dal 2019 ha sostenuto gli interessi di F&M in Brasile.
Da più di 10 anni F&M sta cercando di ottenere le licenze ambientali per due delle sue attività minerarie, Belo Sun e Brazil Potash (Potássio do Brasil), situate rispettivamente negli Stati di Amazonas e Pará, nell’Amazzonia brasiliana. Secondo gli attivisti, Belo Sun e Brazil Potash rappresentano una minaccia per gli insediamenti rurali, i gruppi indigeni e i ribeirinhos, o comunità tradizionali che vivono in prossimità dei fiumi.
Le attività di Belo Sun sono maggiormente conosciute e il gruppo condivide con F&M alcuni dirigenti di spicco.

Accordo raggiunto per il progetto minerario di Belo Sun
Belo Sun ha intenzione di scavare la più grande miniera d’oro a cielo aperto del mondo a Volta Grande do Xingu, nel Pará, a più di 800 chilometri dalla capitale Belém. Se Belo Sun riuscirà a portare avanti i suoi piani, si assisterà alla costruzione di una diga di scarico più grande di quella che è crollata nel 2015 nel disastro della diga di Mariana, uno dei più grandi disastri ambientali nella storia del Brasile.
“Da parte del governo c’è interesse per dare il via libera al progetto Volta Grande”, ha dichiarato Elisângela Côrtes, un difensore pubblico che coordina il centro regionale per i diritti umani di Altamira, nel Pará, e che sta lavorando al caso Volta Grande. “Dal nostro punto di vista [tuttavia] il progetto è irrealizzabile, sia dal punto di vista sociale che da quello ambientale”, ha affermato.
Secondo i documenti ottenuti dai reporter di Agência Pública, i piani delle società minerarie affiliate a F&M sono andati avanti con il coinvolgimento di Barroso Magno nei negoziati. Secondo l’agenda ufficiale del governo, dal 2019 Barroso Magno ha presenziato alle riunioni tra Belo Sun e il governo Bolsonaro.
Nel settembre dello stesso anno, per conto di Belo Sun, ha incontrato i principali funzionari del Dipartimento di Geologia e Miniere del Ministero delle Miniere e dell’Energia. Nel maggio 2021 Barroso Magno ha partecipato, per conto della società canadese, a un altro incontro con i funzionari del governo.
Sebbene sia stato nominato consulente della società mineraria dal governo brasiliano, Barroso Magno non figura tra i dirigenti o manager di Belo Sun, e nemmeno in qualsiasi altro ruolo sul sito della società.

Foto di Catarina Barbosa/Brasil de Fato (PA).
L’ultimo incontro tra Barroso Magno e i funzionari del governo federale ha avuto luogo poco prima del 25 novembre 2021, data del raggiungimento di un accordo tra Belo Sun e l’Istituto Nazionale di Colonizzazione e Riforma Agraria (INCRA), l’autorità federale responsabile dell’amministrazione dei terreni pubblici in Brasile. L’accordo permetterebbe alla società di aprire una miniera d’oro nel Pará su terreni originariamente destinati a progetti di riforma agraria.
Agendo come parte della delegazione che rappresentava Belo Sun, Barroso Magno ha incontrato gli alti funzionari dell’INCRA. Il giorno seguente è stato “firmato un accordo tra il presidente dell’INCRA e la società Belo Sun Mineração Ltd.” che concedeva “l’uso di un’area di 2.428 ettari, di cui 1.439 ettari si sovrappongono al progetto di insediamento Ressaca, e 989 ettari si sovrappongono all’area di Gleba Ituna, situata nel comune di Senador José Porfírio, nello stato del Pará”. L’obiettivo dichiarato in questo accordo era per “attività minerarie” e, nonostante le preoccupazioni legali sollevate, è stato poi confermato dalla gazzetta ufficiale del governo brasiliano.
Parlando con Agência Pública, Barroso Magno ha dichiarato di aver lavorato solo per conto di Brazil Potash, l’altra società mineraria legata a Forbes & Manhattan. “Non sono a conoscenza di nessun altro progetto” appartenente al gruppo canadese, ha spiegato.
Ciononostante, una notizia ottenuta dai reporter di Agência Pública accredita Cláudio Barroso Magno Filho come “vicepresidente delle relazioni governative” del gruppo canadese in Brasile. “Non sono un lobbista che può aprire certe porte alle persone, semmai mi occupo di sviluppare progetti: sono stato assunto, in un certo senso, per la mia esperienza manageriale”, ha dichiarato Barroso Magno.
L’INCRA ha affermato che la concessione a Belo Sun per l’uso del terreno “rappresenta circa il 3,5% [della superficie totale] dell’insediamento rurale”, e che “l’area rimane inalterata”, vale a dire che non è stata ancora consegnata a Belo Sun. Ha aggiunto che, “nel caso in cui fosse necessario trasferire gli abitanti, questo sarà discusso con l’agenzia ambientale dello Stato [del Pará] come parte del processo di licenza ambientale”.
Faccia a faccia con il vice presidente del Brasile
“L’esercito è come una grande famiglia, dato che partecipiamo a varie iniziative insieme”, ha spiegato Barroso Magno a Agência Pública. “Nonostante sia coetaneo del generale Mourão, non siamo amici”.
Nel febbraio 2019, durante il secondo mese dell’amministrazione Bolsonaro, Barroso Magno ha fatto una visita ufficiale al vicepresidente Mourão. Anche se l’ordine del giorno dell’incontro rimane sconosciuto, è stato seguito nel giugno 2019 dal primo incontro esclusivo, a cui ha partecipato anche Barroso Magno, tra il vicepresidente Mourão e il presidente e fondatore di F&M Stan Bharti.
Da quel momento in poi, Barroso Magno ha continuato a incontrare i funzionari governativi, a volte agendo come consigliere e a volte come consulente per conto di F&M e delle sue imprese minerarie. Durante lo stesso periodo, le relazioni di F&M con il governo brasiliano si sono fatte più strette.
Un video ufficiale della società pubblicato su YouTube il 4 novembre 2019 mostra il presidente Bharti durante un giro per gli uffici di F&M di Toronto, mentre indica una foto di un premio dal Brasile: “questo è una foto interessante. Abbiamo una società chiamata Potássio do Brasil, in Brasile, si chiama Brazil Potash ed è una società privata che stiamo sviluppando e presto dovrebbe entrare in produzione”.
Una settimana dopo, nel mezzo di una riunione in un vertice dei Paesi BRICS a Brasilia, Bharti e Tao Yang, presidente del gigante statale cinese delle costruzioni CITIC, partner di Brazil Potash, hanno discusso i piani della società con il vicepresidente Mourão, come dettagliato dal programma ufficiale dell’evento.

Foto di Romerio Cunha.
Tra il 2020 e il 2021 hanno avuto luogo in almeno sette occasioni incontri esclusivi tra i funzionari dell’amministrazione Bolsonaro e i rappresentanti di F&M. Nello stesso periodo, il governo brasiliano ha pubblicato la Politica Mineraria Pro-Strategica che “supporta la concessione di licenze ambientali” a entrambe le società minerarie legate a F&M nella regione dell’Amazzonia.
Uno dei documenti mostra che nel 2020 Brazil Potash sapeva in anticipo che il governo brasiliano avrebbe classificato il suo progetto come “strategico”.
Il documento comprende una presentazione di diapositive con foto del momento della firma dei contratti tra Brazil Potash e l’amministrazione Bolsonaro, in cui sono presenti sia Bharti che Mourão. “Brazil Potash è considerata di ‘importanza nazionale’ dal governo federale”, attesta il documento. L’ufficio della vicepresidenza della Repubblica del Brasile non ha risposto a una richiesta di commento di Agência Pública al momento della pubblicazione di questo articolo.
Politica Mineraria Pro-Strategica
Attraverso la Politica Mineraria Pro-Strategica, annunciata nel marzo 2021, l’amministrazione Bolsonaro cerca di “dare priorità agli sforzi del governo” per i progetti che rientrano nell’ambito di questa nuova direttiva. I progetti delle società canadesi Belo Sun e Brazil Potash sono i primi tra quelli in esame.
In pratica, la nuova politica permette al governo brasiliano di agire “nel mondo necessario per minimizzare i rischi e risolvere i conflitti che potrebbero verificarsi” nei progetti. Questo implica “sostenere la concessione di licenze ambientali” per le aziende approvate, come nel caso delle società minerarie legate a F&M.
La Politica Mineraria Pro-Strategica è attuata da un comitato che non ha nessun rappresentante del Ministero dell’Ambiente o delle sue agenzie, o di altri organismi ufficiali solitamente coinvolti nella concessione di licenze ambientali per progetti minerari. L’inclusione delle società minerarie legate a F&M è avvenuta senza consultare l’Ufficio del Difensore Pubblico Federale o il Ministero Pubblico Federale, che hanno entrambi in corso cause pendenti nelle corti federali contro i progetti di Belo Sun e Brazil Potash.
Il Ministero delle Miniere e dell’Energia ha rilasciato una dichiarazione in risposta alla richiesta di commento da parte di Agência Pública, in cui ha dichiarato che “gli organismi ambientali rimangono interamente responsabili della conduzione e della decisione dei processi di licenza ambientale per qualificare i progetti parte della politica mineraria pro-strategica”. Per quanto riguarda la decisione di non consultare l’Ufficio del Difensore Pubblico Federale e il Ministero Pubblico Federale, la dichiarazione ha spiegato che l’approvazione dei progetti che fanno parte della politica mineraria pro-strategia “non richiede il coordinamento con i suddetti organismi”.
*Ananias Queiroga de Oliveira Filho ha contribuito a questo articolo.
Foto di copertina: Caco Bressane/Agéncia Pùblica