Mormonismo e comunità LGBT+: testimonianze di una difficile convivenza. Parte seconda

Salt Lake City è considerata la capitale mondiale della Chiesa mormona. Al tempo stesso, una percentuale significativa della popolazione adulta si identifica come appartenente alla comunità LGBT+. Per comprendere appieno la difficile convivenza tra queste due realtà, The Bottom Up ha raccolto le testimonianze di quattro ragazzi omosessuali nati e cresciuti in famiglie mormone.

Potete leggere le prime due interviste qui.

“Cosa succederebbe se cadessi dalla grazia di Dio?”

Slater Areno

Slater Areno è un ragazzo cisgender di 22 anni, vive a Salt Lake City e al momento non è affiliato a nessuna religione. Raccontandoci la sua esperienza, ci spiega: “Le credenze religiose della mia famiglia sono un’eco del mormonismo. La mia famiglia è stata parte della Chiesa LDS per circa 17 anni, ma ora non è più affiliata a questa religione e non segue la guida della leadership attuale. Come loro non sono più mormone nemmeno io. Direi che essere cresciuto nella Chiesa LDS ha avuto sicuramente un impatto sulla mia vita quando inizialmente ho fatto coming out, e ancora continua ad avere degli effetti quasi 7 anni dopo. Inizialmente il mio coming out era stato accettato solo da una parte della mia famiglia mormona, però già dopo un mese anche la restante parte lo ha accettato. I miei amici LDS non hanno opposto alcuna resistenza e mi hanno tutti accettato in un modo o nell’altro, anche se alcuni adulti e genitori nel mio quartiere con i quali ero in buoni rapporti in passato hanno iniziato a tenersi a distanza da me.”

Anche Slater crede tuttavia che sia più difficile essere omosessuale per un ragazzo vicino alla Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni: “Il mormonismo pone un’inusuale enfasi sul perfezionismo rispetto a molte altre religioni cristiane e la Chiesa rende incredibilmente chiaro come il comportamento omosessuale sia un peccato lontano da qualunque standard di questo perfezionismo, non offrendo alcun rimedio o pentimento al di fuori dell’astensione da qualsiasi attività romantica o sessuale per l’intera vita mortale. Inoltre, il mormonismo rende il concetto di redenzione e vita eterna un’esperienza classista. Cosa succederebbe se cadessi dalla grazia di Dio? Mentre il resto della tua famiglia potrebbe accedere al più alto livello del paradiso, tu da solo potresti essere relegato ad un livello più basso senza la possibilità di rivederli per l’eternità. Il mormonismo insinua che se compi l’incosciente scelta di agire secondo istinti che non puoi controllare, rischi la tua felicità eterna e la tua redenzione in cambio di piaceri materiali e mortali. L’idea che un elemento fondamentale della tua identità, un aspetto della vita che non può essere cambiato o alterato in nessun modo possa condannarti a una seconda classe nell’aldilà rende la decisione di accettare te stesso incredibilmente difficile.”

“La Chiesa è ancora ferma sull’idea che gli ‘atti omosessuali’ siano un peccato e vadano contro gli insegnamenti di Dio”

Alec Vermason

Alec Vermason è un ragazzo di 22 anni. Cresciuto come membro della Chiesa mormona, ora non si identifica più con nessuna religione. Vive a Salt Lake City (Utah).

Il pensiero di non poter stare con la propria famiglia nell’aldilà a causa del suo orientamento sessuale ha portato Alec a odiarsi: “Sono cresciuto come membro della Chiesa mormona e la mia famiglia è tuttora attiva nella Chiesa. Io, invece, l’ho lasciata all’età di 18 anni. Il mormonismo mi ha insegnato che se avessi seguito i comandamenti della Chiesa sarei stato con la mia famiglia nell’aldilà, mentre se al contrario non li avessi rispettati avrei diviso una “famiglia eterna”. Avere questo principio indottrinato dentro di me per così tanti anni mi ha portato a odiare me stesso durante l’adolescenza, perché mi sentivo in colpa per il fatto che sarei stato responsabile di aver diviso la mia famiglia se avessi vissuto nel modo in cui sapevo sarei stato felice.”

Il concetto di perfezionismo viene ripreso anche da Alec, che spiega come l’inseguimento di questo ideale da parte della Chiesa porti secondo lui a conseguenze tragiche tra le persone, come depressione e suicidi: “La Chiesa mormona predica che seguendo i suoi insegnamenti è possibile raggiungere il perfezionismo qui sulla Terra. Il risultato è un’ossessione quasi malata nei confronti di questo perfezionismo che punta a far rientrare la vita di una persona in un “contenitore” ben specifico, un obiettivo irraggiungibile per molte persone. Questo è secondo me il motivo per cui c’è un così alto tasso di suicidi tra gli adolescenti in Utah, così come alti livelli di depressione tra i giovani mormoni appartenenti alla comunità LGBT+. Il mormonismo è una religione che diventa una parte fondamentale della tua identità. È strutturato in modo che la religione non sia solo un rituale della domenica, ma parte della tua vita di tutti i giorni. Ci sono molte attività durante la settimana che coinvolgono i membri profondamente nella religione. Quando vivi in una comunità con una presenza mormona di questo tipo la religione ti viene messa in testa da tutte le persone presenti nella tua vita. Questo fa sentire le persone estremamente isolate quando fanno coming out, dato che l’intera comunità dissente apertamente con il loro modo di vivere.”

Alec continua raccontandoci le sue esperienze. “La mia famiglia estesa era ed è tutt’ora mormona e a causa di questo è molto chiusa di mente. C’è un’enorme pressione sugli adolescenti mormoni, specialmente se maschi, a partire per una missione negli anni tra la fine della scuola superiore e l’inizio del college (ne abbiamo parlato qui, n.d.r.). I miei nonni avevano alte aspettative su di me, volevano che partissi per la mia missione ed ero terrorizzato di deluderli. Inoltre, sapevo che le relazioni con i miei zii e cugini non sarebbero mai più state le stesse dopo il mio coming out. Per quanto riguarda i miei amici, quelli che sono rimasti attivi nella Chiesa hanno preso le distanze da me, mentre altri meno coinvolti o che l’hanno lasciata sono rimasti miei buoni amici.”

Alec non crede sia possibile vivere la propria vita come omosessuale, essere attivi nella Chiesa e avere una relazione sana con se stessi allo stesso tempo: “Anche se la Chiesa mormona con il tempo è diventata un po’ più aperta nei confronti della comunità gay, è ancora ferma sull’idea che gli “atti omosessuali” (avere rapporti sessuali omosessuali, stare in una relazione omosessuale, essere sposati con una persona dello stesso sesso) siano un peccato e vadano contro gli insegnamenti di Dio. Per questo secondo la mia opinione non c’è un modo per vivere la tua vita in quanto persona omosessuale, partecipare nella Chiesa LDS e avere una relazione sana con te stesso.”

Concludendo, Alec ci racconta di una politica estremamente omofoba che è stata adottata dalla Brigham Young University (BYU), un’università privata situata a Provo (Utah), una delle più famose dello stato. La BYU è proprietà della Chiesa mormona e la quasi totalità dei suoi studenti fa parte della Chiesa. Ognuno di essi, al momento dell’iscrizione, firma un Honor Code and Dress and Grooming Standards, un contratto con il quale si impegna a rispettare un codice morale. Il mancato rispetto del codice può portare anche all’espulsione dello studente dalla scuola. Tra le regole da rispettare vi sono l’astensione da rapporti sessuali prematrimoniali, il divieto di utilizzare un linguaggio volgare, l’impegno a vestirsi modestamente, il divieto di assumere tabacco, tè, caffè, cannabis e droghe pesanti.

“La Chiesa è storicamente stata estremamente omofoba e continua ad esserlo ma in modo più “carino”, sostiene Alec. Negli anni 80’ e 90’ la BYU aveva un’operazione segreta di polizia, che aveva lo scopo di individuare gli studenti omosessuali per cacciarli dall’università. “Questa operazione oggi non esiste più, ma c’è ancora una norma che permette che tu venga espulso se qualcuno segnala all’ufficio del codice d’onore (Honor Code Office) che sei in una relazione omosessuale.”

“In aggiunta a ciò, nel Novembre del 2015 la Chiesa ha pubblicato una nuova policy nel General Handbook: Serving in The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, un libro online di istruzioni e linee guida rivolte ai leader e ai membri della Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli Ultimi Giorni. La policy riguardava le coppie dello stesso sesso ed essenzialmente rendeva le persone omosessuali apostate, sostenendo che se un adolescente con genitori gay avesse voluto essere battezzato questo avrebbe dovuto disconoscere il modo in cui vivevano i suoi genitori e dichiararlo contro la dottrina della Chiesa. Questa norma è stata ritirata nel 2019 ma ha causato danni enormi sui quali la Chiesa non si è mai espressa.” La sezione in cui la Brigham Young University condannava i “comportamenti omosessuali” è stata rimossa dal codice d’onore della scuola nel 2020, ma nonostante questo l’università ha affermato poco tempo dopo su Twitter che questi comportamenti sarebbero stati comunque vietati anche se non espressamente scritti nel codice. Rimane quindi punibile la frequentazione tra due persone dello stesso sesso e qualsiasi dimostrazione di questa frequentazione come lo scambio di baci ma anche il tenersi per mano.

Marta Yang

Fonte immagine di copertina: Thomas Hawk su Flickr

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