Questo articolo approfondisce una delle tante tematiche trattate durante l’intervista. Qui il testo integrale in inglese. Una versione ridotta è pubblicata in versione cartacea sulla Gazzetta di Parma del 22 Febbraio 2021.
Cosa lega la discriminazione razziale, GameStop, e Joe Biden? Ne parliamo con Lisa Cook, professoressa di economia, per la terza volta parte di un transition team. Servono due passaggi chiarificatori, senza i quali non è possibile capire il dibattito in corso negli States e all’interno della ricerca economica.
Primo, negli Stati Uniti esiste la discriminazione razziale
Fino al 1865 gli afroamericani sono schiavi (abbiamo raccontato la celebrazione del Juneteenth qui). Abolita formalmente la schiavitù, di fatto la segregazione rimane nelle leggi: i neri non posso accedere agli stessi servizi dei bianchi. Non possono, tra le altre cose, comprare casa in alcune zone della città. Questo fenomeno, chiamato redlining (raccontato nei dettagli qui), non è una conseguenza della povertà maggiore. È una legge federale: il governo federale volutamente divide la popolazione. Il diritto al voto avviene solamente negli anni ’60 del Novecento, con il movimento per i diritti civili: Rosa Parks, Malcom X, MLK. Vengono formalmente abrogate anche tutte le leggi discriminatorie, ma nei fatti la società rimane polarizzata.
La morte di George Floyd rappresenta una delle numerose differenze tra la vita dei bianchi e quella degli afroamericani: la probabilità di essere arrestati, di essere rilasciati sotto cauzione, di essere strangolati. Si potrebbe pensare che la discriminazione non sia razziale, ma di reddito: non è perché sono neri, ma perché sono più poveri, o hanno tassi di criminalità più alti. Alcuni importanti ricerche rigettano questa ipotesi, riuscendo ad identificare l’effetto causale della discriminazione, quindi a parità di fattori.
Secondo, GameStop
Le due storie principali sui media sono state:
a) spiegare cosa vuol dire shortare (cosa che dovremmo sapere dopo decine di Natali con Una Poltrona per Due)
b) la “vittoria” dei cittadini contro i grandi fondi speculativi.
Il pezzo mancante, è quello su cui si concentra un lavoro di ricerca di Mian, Staub and Sufi: negli ultimi decenni, i mercati finanziari hanno smesso di svolgere il compito per il quale dovrebbero esistere, ossia incanalare i risparmi verso investimenti, con i prezzi di mercato che riflettono l’informazione, lo stato dell’economia (semplificando). Mian sostiene che GameStop sia solamente un “canarino nella miniera di carbone”, un primo segnale di avvertimento di un pericolo più grande: quello dell’eccesso di risparmio dei ricchi.

I soldi vengono quindi trattenuti dai mercati finanziari, senza che vengano investiti nell’economia reale, per progetti innovativi. Innovazione e discriminazione sono i due temi centrali della ricerca dell’economista Lisa Cook. Cook è stata parte del transition team di Biden, dopo aver servito nello stesso ruolo per Clinton-Gore e Obama-Biden.
Cos’è il transition team?
Elezioni: 3 Novembre 2020. Il 20 Gennaio 2021 Joe Biden ha inaugurato la sua presidenza.
Cos’è successo in questi 78 giorni? Si lavora alla pacifica transizione di potere: quando cambia la presidenza, cambiano anche circa 4mila dirigenti e funzionari dell’amministrazione pubblica. La maggior parte vengono assunti direttamente, altri – come il direttore della CIA – sono proposti dal Governo, ma devono ottenere la conferma dal Senato. Nel momento in cui il nuovo presidente si insedia, dovrebbe scegliere migliaia di persone. Figure fondamentali per implementare il programma elettorale.
Ecco il ruolo del transition team, il gruppo che anticipa il processo di selezione del personale e di rinnovamento degli obiettivi politici, garantendo una partenza rapida. Per farlo, serve l’ascertainment, complicato dal fatto che Trump non abbia riconosciuto l’esito delle urne
“Per tutte le nomine politiche, devi cercare di capire qual è la persona giusta e quali sono le politiche da cambiare. Per farlo bisogna capire lo stato dell’agenzia. Come sta andando? Qual è la sua situazione finanziaria? Si lavora per essere sicuri che la futura Ministro o dirigente sia completamente informata sulle questioni fondamentali dell’agenzia.” – Lisa Cook
Il transition team è diviso in gruppi, chiamati agency review team (ART).
“Il nostro gruppo era composto da 14 persone, con esperienze passate in agenzie governative, o con competenze tecniche specifiche – dice Cook – Avevamo il compito di analizzare la FED [la banca centrale USA], la SEC e la CFTC [istituzioni che regolano i mercati finanziari], la FDIC e la NCUA [istituti che regolano le assicurazioni sui depositi bancari]. Il leader era Gary Gensler [professore del MIT], che ora è stato nominato a capo della SEC. Ho messo la mia esperienza sulle crisi finanziarie, acquisita in anni di ricerca, e la mia conoscenza della macchina amministrativa.”
L’obiettivo di ogni ART è di individuare il nuovo personale e le modalità per implementare le politiche del futuro presidente (non ancora insediatosi).
Non possiamo conoscere le preferenze di Biden, ma conosciamo le sue scelte: Ministro del Tesoro è Janet Yellen, che ha un profilo più di tipo accademico rispetto a quello finanziario del suo predecessore, Steven Mnuchin. Yellen è una figura importante, non in quanto donna in sé, ma per quello che ha dichiarato rispetto all’importanza della diversità. “Ha detto che la causa della crisi finanziaria – non è una citazione precisa – è il fatto che le persone che analizzavano l’economia non avessero vissuto le esperienze della maggior parte degli Americani. Gli analisti erano istruito nello stesso modo, provenivano dalle stesse scuole, si chiedevano le stesse domande. Interpretavano i dati nello stesso modo. Ed è davvero complicato uscire dalle crisi se le persone non riescono a pensare fuori dagli schemi.”
La capacità di avere punti di vista diversi è importante per qualsiasi governo, ancora di più nel 2021: la crisi sanitaria ed economica necessitano di intervento pubblico, dato che i mercati, per le leggi stesse che li governano, sono inefficienti in presenza di “frizioni”. Cioè? Per esempio, differenze tra la popolazione: alcune persone possono avere un prestito in banca, altre no. Perché è povero, quindi non può mettere buone garanzie (collaterale). Negli USA, semplicemente perché sei nero. Questa storia non è una novità, sia da un punto di vista giornalistico – tantissime le inchieste sul redlining e la discriminazione razziale – sia da quello economico, al netto della questione afroamericana. Infatti se alcune persone nell’economia non possono avere accesso a finanziamenti, gli investimenti vanno alle persone con più soldi, ma che non necessariamente hanno le idee più innovative (modello Kiyotaki-Moore).
“Ti posso fare un esempio concreto: il programma PPP [prestiti alle imprese per garantire i salari]. Tanti negozi gestiti da Latini o Afroamericani hanno dovuto chiudere. Ma erano in difficoltà già prima della pandemia, a causa del redlining, che blocca l’accesso al credito su base razziale, soprattutto da parte dei grandi istituti bancari. Solo lo 0.2% del venture capital viene dato a donne nere.”
“Il PPP ha finito i soldi dopo due settimane. Il problema è che molte di queste aziende sono nuove, e quindi con meno collaterale, ma con una maggiore capacità innovativa. In un sistema capitalistico, bisogna rimuovere le barriere che impediscono ai risparmi di raggiungere gli investimenti migliori. Ci si sorprende di investimenti falliti sui mercati finanziari: se si facessero le stesse domande che vengono fatte a imprenditori di colore, si otterrebbero risultati migliori. E forse smetterla di chiedere loro alcune domande assurde, e investire in modo normale. La discriminazione crea distorsione nell’allocazione del credito.”
Gli investimenti, invece di essere allocati ai progetti più produttivi, rimangono intrappolati nei mercati finanziari. È questa una delle ragioni per cui l’amministrazione Biden pensa che il programma di ripresa non porterà ad un’inflazione oltre le aspettative, in contrasto con il pensiero dell’economista Olivier Blanchard.
“Ecco perché dico che l’esperienza di vita conta moltissimo: molte analisi vengono dal ramo superiore della ripresa a K [i ricchi si riprendono, i poveri no]. Tu, io, quelle che possono stare a casa, rifinanziare il mutuo, pensano in modo molto diverso rispetto a chi ha una propensione marginale al consumo ben più alta [ricchezza/reddito più bassi].”
In relazione alla ripresa a K. C’è stato un dibattito sulla disuguaglianza nella scelta del personale e della politica della Fed? Si tratta di un aspetto di politica monetaria, o la disuguaglianza è materia esclusiva della politica fiscale, del Ministero del Tesoro?
“L’agency review team non ha potere di influenzare un’agenzia indipendente come la Fed. Tutti hanno sentito che la Fed sta lavorando per tenere in conto della disuguaglianza. Prestando attenzione a Twitter nei sei mesi prima che entrassi nel transition team, si può vedere come io parlassi di disuguaglianza. E lo stesso vale per altre persone che erano nel team com me. Idee basate sul lavoro di Emanuel Saez, Gabriel Zucman e altri. Quindi, anche se non espresso esplicitamente come uguaglianza razziale o climatica, era un tema sempre presente. Sappiamo cosa fa la disuguaglianza all’economia, sappiamo come indebolisca la struttura sociale e la coesione. E, in una pandemia, è ancora più importante parlare di disuguaglianza.”
Giacomo Romanini
[Per dettagli sul processo di transizione, il dibatti sull’inflazione e altro, puoi leggere l’intervista integrale in inglese]
[Immagine di copertina: IMF]
Un pensiero su ““La discriminazione razziale impedisce l’innovazione”. Intervista alla prof. Lisa Cook”