Killing India

Cos’è il delitto d’onore? Il caso dell’India

Questo articolo è il primo di una serie dedicata al delitto d’onore in India. È scritto da Aditideep Prakash, studentessa del corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali e Diplomazia dell’Università degli studi di Padova, nell’ambito del suo tirocinio presso The Bottom Up.

Nonostante l’alto grado di civiltà e modernità del XXI secolo, ci sono ancora Paesi del mondo che si attengono a tradizioni e costumi, a volte particolarmente dannosi per le donne. Nonostante il dichiarato universalismo dei diritti umani e dell’uguaglianza tra donne e uomini negli strumenti giuridici internazionali, molti, in alcune aree del mondo, sostengono che questi siano imposizioni occidentali e sottolineano che le loro culture e tradizioni non dovrebbero essere abbandonate per il raggiungimento di questi ideali. Purtroppo, a subire le conseguenze negative di questi atteggiamenti spesso sono proprio le donne.

Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNPF) ha dichiarato che circa 5.000 ragazze e donne vengono uccise ogni anno nel mondo per difendere l’“onore” dei membri delle loro famiglie o della comunità a cui appartengono.

La pratica del cosiddetto delitto d’onore non è limitata alla società indiana, di cui ci occuperemo in maniera più specifica, ma è presente in tutto il mondo. Essa conserva una lunga storia di legami con l’emergere di strutture sociali patriarcali in Europa e in Asia, in cui l’onore della famiglia e della comunità finiva per essere legato anche alla sessualità delle donne. Oggi, i crimini legati all’onore sono generalmente commessi quando le donne prendono (o stanno per prendere) decisioni nella scelta del proprio partner in uno stile considerato troppo “occidentale” contro il volere dei loro familiari.

Fonte: Dawn

Cos’è il delitto d’onore?

I crimini commessi in nome dell’onore sono così descritti da Human Rights Watch:

“I delitti d’onore sono atti di vendetta, di solito la morte, commessi da membri della famiglia contro membri della famiglia di sesso femminile, che si ritiene abbiano portato disonore alla famiglia. Una donna può essere presa di mira da individui all’interno della sua famiglia per una serie di motivi, tra cui: rifiuto ad un matrimonio combinato, essere vittima di una violenza sessuale, chiedere il divorzio anche da un marito abusivo, o (presumibilmente) commettere adulterio. La mera percezione che una donna si sia comportata in modo da “disonorare” la sua famiglia è sufficiente a scatenare un attacco alla sua vita“. 

I delitti d’onore tendono a verificarsi principalmente in Medio Oriente, in Sud America e in Asia meridionale, e tra le comunità di migranti nei Paesi occidentali.
Fino ad alcuni decenni fa erano praticati anche nei Paesi del Mediterraneo come Grecia, Spagna e Italia.

La parola “onore” deriva dal latino “honos”, un concetto astratto che descrive una qualità percepita di dignità e rispettabilità. Ma nessuno di questi significati sembra favorire o sostenere l’ipotesi che l’onore sia associato al diritto di uccidere per preservarlo, né ispira comportamenti violenti in situazioni in cui è in gioco l’onore dell’individuo.

In una società fortemente patriarcale la parola “onore” non si misura con la dignità di un uomo: spesso, invece, l’onore risiede nel poter rivendicare un controllo sulle donne da parte dell’uomo.

Alcuni dei principi fondamentali dei diritti umani presenti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sono la non discriminazione, l’autodeterminazione, il diritto alla libertà, il diritto alla vita, l’uguaglianza: essi tuttavia mancano all’interno di alcune famiglie e comunità fortemente patriarcali in relazione alla condizione delle donne. Quando le donne sono accusate di disonore, la loro vita può finire con la morte: l’uccisione diventa la pratica più efficace per ristabilire la dignità della famiglia o della comunità.

Le origini della pratica

Nella storia, le donne sono state frequentemente maltrattate, private del diritto di scegliere e disegnare la propria identità, sottomesse da un’ideologia maschilista, e pertanto esse difficilmente potevano sfuggire ad atti di violenza compiuti in nome dell’onore.
Non ci sono fonti sicure sull’origine del delitto d’onore. Diversi autori sostengono che il delitto d’onore sia esistito in tutto il mondo, alcuni sostengono che appartenga invece ad alcune società dell’Asia meridionale e del Medio Oriente e che sono profondamente radicate nei loro costumi e nella oro tradizione fin dall’antichità.

In Medio Oriente, la traccia del delitto d’onore può essere trovata nel codice di Hammurabi, scritto intorno al 1750 a.C., e nelle leggi assire introdotte intorno al 1100 a.C. Le coppie adultere venivano punite con la morte e, in alcuni casi, gli uomini che avevano commesso uno stupro venivano a loro volta puniti con lo stupro delle loro stesse mogli.

L’idea che uno stupro possa essere cancellato se lo stupratore sposa la donna che ha aggredito è ancora valida in alcuni Paesi del mondo: i legami coniugali in qualche modo ripristinano l’equilibrio sociale turbato da interazioni sessuali avvenute fuori dal matrimonio. Peggio ancora, nelle comunità più conservatrici, uno stupro può anche essere “compensato” da un’altra violenza sessuale.

Delitti d’onore e crimini “passionali”

La linea di divisione tra “delitti d’onore” e omicidi definiti nei Paesi occidentali come “crimini passionali”, commessi, secondo una narrativa implicitamente maschilista, in un impeto di rabbia o gelosia, diventa in questi casi molto sottile.

Molti crimini etichettati come omicidi domestici in Occidente potrebbero facilmente inserirsi nella più ampia categoria di “crimini commessi in nome dell’onore“. Il discorso e il vocabolario sono chiaramente diversi: gli uomini occidentali difficilmente usano l’onore come difesa, ma gli atti di omicidio commessi da partner maschi sono spesso mossi da un orgoglio ferito e dal più profondo desiderio di controllare una donna che li ha respinti, di esercitare un potere su di lei.

La principale differenza tra i “delitti d’onore” e i “crimini passionali” è una differenza sostanziale nel contesto sociale: gli omicidi domestici e i crimini passionali sono generalmente accolti con ripugnanza dall’opinione pubblica occidentale, mentre i delitti d’onore sono ancora tollerati o addirittura incoraggiati in alcune parti del mondo.

La pratica del delitto d’onore in India

La pratica del delitto dell’onore in India risale ai tempi in cui il Paese era sotto il controllo della dinastia Moghul, e ha continuato ad essere seguita anche dopo che l’India ha ottenuto l’indipendenza dall’impero britannico nel 1947. 

Durante il periodo di spartizione tra India e Pakistan, si diffusero pratiche sociali dai connotati atroci. Diverse ragazze indù indiane furono costrette a sposarsi con uomini musulmani pakistani e viceversa. In seguito, i membri delle famiglie riuscirono a rintracciare queste ragazze e, considerate causa di disonore, esse furono uccise al fine di preservare e proteggere l’onore della famiglia.

La costituzione indiana dà forma concreta al concetto di laicità. Essa garantisce ad ogni persona la libertà e il diritto di professare, praticare la religione che si vuole. Tuttavia, alcune comunità sono determinate a seguire le proprie convinzioni religiose, compresi i costumi e gli usi derivanti da pratiche ad esse connesse. Quando una persona si sposa contro il volere dei membri della famiglia con una persona di casta o religione diversa da quella da cui proviene, questo può essere visto come fonte di disonore per i famigliari e la società: è allora che esplode la violenza.

Gli Stati dell’India settentrionale come il Punjab, l’Haryana, l’Uttar-Pradesh e Bihar sono fortemente colpiti da queste pratiche. Qui, la società protegge rigorosamente i propri codici religiosi e le norme sociali.

L’India meridionale, invece, che comprende gli Stati di Maharashtra, Orissa, Chhattisgarh, Andhra Pradesh, Telagana, Karnataka Tamil Nadu e Kerala, ha una propria cultura e tradizione. Anche qui la pratica dei delitti d’onore è presente, ma in forma più nascosta: invece di riportare l’omicidio come delitto d’onore, il caso viene spesso segnalato alle autorità come un episodio di suicidio o un incidente. I delitti d’onore non si limitano comunque solo a queste aree geografiche: quasi ogni regione del Paese è testimone di tali eventi.

Per quanto riguarda le disposizioni costituzionali e legislative, i delitti d’onore sono una violazione degli articoli 14, 15, paragrafi 1 e 3, 17, 18, 19 e 21 della Costituzione Indiana. L’articolo 21, in particolare, contenuto nel capitolo dedicato ai diritti fondamentali, garantisce il diritto alla vita e alla libertà a tutti.

I delitti d’onore sono considerati crimini brutali di omicidio ai sensi dell’IPC, il Codice penale indiano. Il delitto d’onore equivale a un omicidio, in quanto gli atti sono commessi con l’intenzione di uccidere le vittime. I colpevoli possono essere puniti secondo la sezione 302 dell’IPC e i membri della famiglia e della comunità possono essere perseguiti per aver istigato al suicidio o ucciso coloro che hanno violato le cosiddette norme della comunità.

Nonostante il numero esistente di disposizioni legislative, solo pochi casi sono stati segnalati nell’ufficio competente. Gli episodi relativi a queste pratiche aumentano ogni anno, rappresentando un drammatico fallimento nell’attuazione della legge e dell’ordine nel Paese. I casi spesso non vengono segnalati e vengono soppressi o insabbiati dalla società stessa.

Sebbene l’India abbia un’economia in crescita, vanti importanti risultati nei campi scientifici e sportivi e un alto numero di laureati, la strada che questo Paese deve ancora compiere è ancora molto lunga. L’India si trova ancora a dover fare i conti con tradizioni e pratiche antiche e discriminatorie nei confronti delle donne, ma anche delle minoranze etniche e religiose.

L’India è in uno stato di cambiamento lento e graduale. Perché la situazione nel Paese migliori serve una maggiore collaborazione da parte del governo e della popolazione, così come sono necessarie maggiori politiche a favore delle donne, di più sostegno e risorse da parte del governo indiano, garantendo inoltre l’attuazione di politiche di pari opportunità, un’istruzione di qualità per tutti, includendo anche le donne e le ragazze delle zone più remote e rurali del Paese. 

In un Paese multiculturale come l’India, dove coesistono culture e religioni diverse, anche le incomprensioni religiose dovrebbero essere chiarite: in nessun punto del Corano o dei Veda è scritto che è accettabile uccidere una donna per adulterio, né è scritto che le donne sono inferiori. Nessuna cultura ha il diritto di uccidere o recare danno alle donne sulla base della sua percezione della moralità e della religione.

Aditideep Prakash

Immagine di copertina: DNA India

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