Thailandia tra riverenza e risentimento

Mentre il coronavirus si diffonde a macchia d’olio, con la conseguente psicosi generalizzata e una partita a scacchi tra ottimisti e pessimisti dell’opinione pubblica inseriti tra la comunità scientifica, anche la Thailandia risulta tra i protagonisti del contagio. Eppure, nell’agenda del paese, sono ben altre le questioni a destare preoccupazione.

Come riporta Bangkok Post, infatti, venerdì 7 febbraio i procuratori decideranno se avviare un’azione legale contro Thanathorn Juangroongruangkit, leader del Future Forward Party (FFP), e quattro membri del partito, per aver organizzato una protesta contro l’attuale regime in carica al Pathumwan Skywalk di Bangkok alla fine dell’anno scorso.

Per un paese da anni retto da una dittatura militare e di recente dimostratosi sempre più avverso all’amministrazione in atto, la decisione potrebbe avere effetti importanti.

Uno sguardo al passato, uno al futuro  

Non è la prima volta che il Future Forward e il suo leader si trovano sul banco degli imputati. Seconda forza politica dell’opposizione e terza del paese, il “partito del futuro” è stato fondato nel marzo del 2018 da Thanathorn Juangroongruangkit, imprenditore miliardario nonché ex vice direttore della Thai Summit Group, maggiore società di ricambi d’auto thailandese.

Sono innumerevoli i capi d’accusa che hanno coinvolto e continuano a chiamare in causa il FFP e il suo leader, minando la credibilità di una delle più influenti e sconvenienti voci all’opposizione. L’ultimo, da cui sono stati assolti nel 21 gennaio di quest’anno, quello di dissenso alla monarchia e di presunta somiglianza del logo di partito con quello della società degli Illuminati.

Lo stesso Thanathorn, il 20 novembre 2019, è stato espulso dal Parlamento, reo di detenere delle azioni di una società mediatica in fase di registrazione della propria candidatura per concorrere alle elezioni di marzo. Secondo il leader del FFP, non si tratterebbe che di una strategia politica volta a mettere a tacere la democrazia e rafforzare i poteri militari. Anche Amnesty International ha richiamato l’attenzione sulla strumentalizzazione dei processi legali tesa a intimidire e vessare i membri del partito.

La Thailandia, infatti, a seguito di un colpo di stato risalente al maggio del 2014 (il diciannovesimo, per ordine cronologico dal 1932, anno di passaggio da monarchia assoluta a costituzionale), è governata da una giunta militare diretta dal primo ministro e generale golpista Prayuth Chan-Ocha, alla guida del partito Palang Pracharth.

Con l’incoronazione dell’attuale sovrano Vajiralongkorn (meglio noto come Rama X, succeduto al padre Rama IX nel 2016) e la proclamazione della nuova Costituzione, è stata avviata una politica che ha condotto ad un inasprimento delle pene e a un incremento dei poteri marziali, tanto che l’Assemblea legislativa nazionale consta di 250 seggi direttamente designati dalla giunta militare. Le stesse votazioni tenutesi a marzo dell’anno scorso sono state accusate di gravi irregolarità e brogli elettorali, a cui lo stesso partito Future Forward si è trovato coinvolto. Le posizioni contrarie all’attuale situazione politica del paese hanno alimentato un sempre più acceso dibattito sulle piattaforme virtuali, vedendo coinvolte soprattutto le nuove generazioni.

Nuovi volti, nuove generazioni e nuovi partiti anti-establishment

Alle elezioni di marzo 2019, il neonato Future Forward Party è emerso quale valida alternativa alle tradizionali forze politiche thailandesi. Attraverso una strategia incentrata sull’uso dei social media, il partito è infatti riuscito a conquistare milioni di giovani e di elettori urbani. Le nuove generazioni e i delusi da quelli che fino ad oggi sono gli spazi politici, i soggetti in campo e le parole d’ordine adottate, hanno visto nel messaggio progressista e anti-istituzionale del FFP una reale possibilità di cambiamento.

Sabato 14 dicembre 2019 un’immensa folla si è infatti riversata nelle strade di Bangkok in segno di protesta all’attuale situazione governativa.

Promossa come flash mob attraverso una campagna via social Facebook e Twitter, l’azione si è trasformata in una manifestazione a cui moltissimi giovani e meno giovani sono accorsi cogliendo impreparati le autorità e gli organi di polizia. Come riportato da un articolo di Reuters, la sfida lanciata dal partito d’opposizione Future Forward e dal suo leader Thanathorn Juangroongruangkit è stata quella di prendere le mosse dallo scontento popolare e dalle aspre critiche all’establishment. Thanathorn ha infatti convocato la manifestazione in risposta alla petizione che la Commissione elettorale aveva presentato alla Corte costituzionale, dove si intimava lo scioglimento del FFP per aver accettato un prestito da 191 milioni di baht per finanziare la sua campagna elettorale, accusandolo di violazione della legge organica sui partiti politici; lo stesso tribunale, il 20 novembre dell’anno scorso, ha espulso Thanathorn dal Parlamento.

All’evento tenutosi il 14 dicembre, diverse migliaia di persone (circa 10.000 secondo gli organizzatori) sono accorse per avanzare richieste tese ad una svolta democratica. In un video pubblicato sulla pagina Facebook di Thanathorn, il leader commenta la giornata ringraziando i partecipanti e chiedendo di non lasciare che questo “fuoco” si estingui, ma di continuare ad alimentarlo, sicché “non è che l’inizio” di un’epocale presa di coscienza contro i poteri forti. Molti dimostranti, principalmente studenti agiati, hanno dichiarato di non volersi più nascondere dietro ad una tastiera e di rischiare l’esposizione in prima persona nelle piazze della capitale e, sull’onda del successo raggiunto, il 12 gennaio è stato fissato un secondo appuntamento contro l’attuale regime in carica, il “Run Against Dictatorship”, inteso a promuovere e diffondere il dissenso. Uno dei principali organizzatori dell’evento, il ventunenne Tanawat Wongchai, ha dichiarato che l’idea di una simile iniziativa è stata dettata dalla volontà di coinvolgere il maggior numero di persone possibili, una corsa in cui le persone potessero finalmente sentire come il fare valere i propri diritti attraverso l’esposizione in prima persona sia qualcosa di accessibile a tutti.

Il numero di partecipanti (si stima circa 12.000) dimostrano come tale richieste siano state positivamente accolte: migliaia di braccia tese con tre dita rivolte al cielo in segno di emancipazione – lascito della saga Hunger Games – hanno infatti riempito il parco di Suan Rot Fai, nel distretto di Chatuchak

Fonte: GlobalVoices
Fonte: GlobalVoices

In nome delle “Yellow shirts e dello “Zio Tu”

Eppure, bastano pochi ulteriori aneddoti a dimostrazione di quanto il sentimento di devozione e di appoggio all’attuale situazione politica thailandese restino forti.

Volgendo lo sguardo all’anno appena passato, il 5 dicembre è stata celebrata una delle festività nazionali più importanti del paese: la festa dei padri e l’anniversario di nascita di Bhumibol Adulyadej (Rama IX), predecessore di Rama X. In tale occasione, come da tradizione, le strade si sono tinte di giallo (colore simbolo del Regno corrispondente al lunedì, giorno di nascita del sovrano) e migliaia di persone hanno sfilato per le vie della città vecchia della capitale.

Anche venerdì 6 dicembre 2019 Bangkok è stata oggetto di importanti manifestazioni. Loro Maestà il Re Maha Vajiralongkorn e la Regina Suthida hanno infatti fatto visita a Yaowarat per presiedere una mostra commemorativa della dinastia Chakri e visitare per la prima volta la comunità del quartiere. Tra le vie di una Chinatown completamente bloccata al traffico, una folla acclamante ha atteso per ore l’uscita del re dal tempio buddhista Wat Trai Mit Witthayaram, prima che questi aprisse la mostra presso il Celebration Arch of 6th Cycle Aniversary Memorial in Yaowarat Road. Quella stessa sera la maggior parte delle abitazioni in possesso di un televisore trasmettevano l’evento e le strade più frequentate della città erano addobbate con tantissime bandierine gialle sventolanti.

Fonte: The Nation Thailand
Fonte: The Nation Thailand

Ancora, lo stesso giorno del Run Against Dictatorship, nei pressi del Lupini Park, una seconda manifestazione, sebbene di dimensioni più ridotte, si è svolta a sostegno dell’attuale governo, il Walk for Cheer Once”. Lo “Zio Tu” è l’epiteto con cui i simpatizzanti del regime hanno chiamato il primo ministro, e proprio a nome di questi hanno presidiato l’area.   

Nonostante la repressione resti ancora la principale arma adottata dalle forze governative, pare tuttavia sempre più difficile tenere latenti i contro-cori in nome della democrazia e del pluralismo.

A rappresentare tali voci, ancora una volta, figurano il Future Forward e Thanathorn. Le critiche e le ambiguità che gravano sul loro conto sembrano dipanarsi di fronte alle puntuali assoluzioni, l’ultima quella risalente al 21 gennaio, dove uno dei giudici della corte, But Taweekiat, ha tuttavia sottolineato come il partito dovrebbe rettificare il proprio manifesto alla voce “nel rispetto dei principi democratici della Costituzione” con “nel rispetto di un sistema democratico con il re come capo di stato”.
Nonostante le più recenti conquiste, cantare vittoria sarebbe un azzardo: venerdì 7 febbraio verrà infatti annunciato se una nuova causa penderà o meno sul leader del partito, questa volta per incitamento alla folla e irregolare manifestazione.

Con o senza “il partito del futuro”, la spaccatura di opinioni nel paese resta immutata e ancora non è chiaro da che parte penderà la bilancia.

Christine Lazier

Fonte immagine copertina: https://www.yomiuri.co.jp/world/20191219-OYT1T50126/

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