“Finding beauty in garbage”: il mockumentary sulla piaga dei rifiuti in India

“Dibrugarh, nota come la Città del Tè in India. I cittadini qui hanno trovato un modo unico per renderla ancora più bella, spargendo rifiuti dappertutto.”

Abbiamo già presentato il programma ricco della tredicesima edizione del Terra di Tutti Film Festival. Oggi ve lo presentiamo più in dettaglio con questa recensione di un documentario molto speciale e insolito: “Finding beauty in garbage” di Satyamam Dutta, dove si parla di rifiuti in India.

In appena sette minuti, questo brevissimo cortometraggio va dritto al segno: la spazzatura, in questa città nella regione nordica di Assam, è un problema grave. Ma come trasmettere il messaggio in un modo breve e coinvolgente? L’autore non ha avuto dubbi: qua ci voleva satira. Dopo un premio per il Miglior cortometraggio documentario all’Asia South East International Short Film Festival e inviti ad altri eventi – in India, come l’Ooty Film Festival e il Bengal International Film festival, ma anche intorno al mondo come lo Short and Sweet Film festival tenuto nello Utah in USA – è difficile dargli torto.

La storia di “Finding beauty in garbage” è peculiare e a suo modo poetica. Dutta non è un esperto regista, non ha formazione come cineasta; è un impiegato dell’Indian Revenue Service, praticamente l’ufficio delle entrate. Stanziato a Dibrugarh, Dutta è rimasto sconvolto dalla quantità di spazzatura che la gente butta in strada e dal mal funzionamento del servizio cittadino. Come si vede anche nel film, l’autore ha notato che ormai la popolazione si è abituata ai rifiuti e anziché liberarsene cerca di conviverci. Questa è stata la spinta che l’ha portato a concepire il cortometraggio.
Da lì in poi, però, non è stato facile. Dutta ha impiegato un anno e mezzo a trovare collaboratori per realizzare la propria idea. La soluzione finale è degna di una commedia: i fotografi che hanno lavorato al suo matrimonio si sono offerti volontari per aiutarlo nel progetto. Tutto è stato girato con una macchina fotografica reflex e un drone. Al vedere la qualità delle immagini, non si indovinerebbe mai.

Fonte: North East India 24

Ma come realizza il suo intento satirico questo documentario? Quando la scena si apre sui meravigliosi campi di tè verde smeraldo e su panoramiche cittadine notturne in accelerato, non abbiamo dubbi: siamo in uno spot pubblicitario dell’ufficio del turismo. Il commento, con voce profonda, ci informa dell’antica città di Dibrugarh e della sua evoluzione in metropoli moderna, e ci racconta di campi da tè e dell’imponente fiume Brahmaputra. Siamo cullati così per circa 45 secondi, poi ci risvegliamo bruscamente. Non è una pubblicità. La voce continua, spiegando che gli abitanti di Dibrugarh hanno preso a decorare la loro città spargendo la spazzatura. Cosa?

A quel punto la narrazione procede per contrasto. Il contrasto tra le immagini sempre più pesanti e la voce di commento che pacifica e informativa in stile Angela racconta come a Dibrugarh ci si sia abituati ai rifiuti. Nelle immagini stesse, il contrasto tra l’estetica patinata e saturata (da documentario appunto) e i soggetti. Mucchi su mucchi su mucchi di rifiuti di tutti i tipi: in container di metallo spalancati, intorno a cestini rovesciati, in cunette dell’acqua. Alcune immagini restano impresse, come le mucche che frugano tranquillamente con il muso nella spazzatura.

Dutta ha condotto anche delle interviste tra i locali. Non è chiarissimo quanto di ciò che dicono sia naturale e autentico e quanto sia copione, ma una figura colpisce: un negoziante che si dichiara felice del mucchio di spazzatura davanti al suo negozio. Perché? La puzza spinge i passanti a entrare e così lui trova più clienti. Se nella vita c’è sempre un lato positivo, gli abitanti di questa città si meritano un premio per come riescono a trovarlo anche nei rifiuti.

Fonte: North East India 24

E adesso, in che situazione si trova Dibrugarh? A inizio ottobre si trovava al 415o posto su 425 città indiane per il livello di pulizia, quindi non benissimo. Nella speranza che la situazione migliori presto, noi non possiamo che consigliarvi la visione di questo ironico documentario. E se non potete andare al Terra di Tutti Film Festival, guardatelo su YouTube, dove è disponibile da gennaio di quest’anno.

Buona visione!

Francesca Maria Solinas

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