Infanzia, cultura, sfruttamento e femminismo: tutte e tutti i vincitori del TTFF12

, ospiti e incontri: è un successo e una conferma la dodicesima edizione del Terra di Tutti Film Festival che ha premiato “Of Fathers and Sons” di Talal Derki (Premio Lo Porto), “Burkinabé rising” di Iara Lee (Premio Senni), “Feminista” di Myriam Fourgère (Voci di donne invisibili di Coop Alleanza 3.0) e “Nimble fingers” di Parsifal Reparato (Storie di giovani invisibili di Emilbanca). Soddisfatti i direttori artistici del festival, , che sottolineano come il Terra di Tutti esista, e resista, per sostenere l’importanza di valori condivisi come il rispetto dei diritti umani e la solidarietà: “siamo in tanti a crederci, ricercando notizie, informazioni e storie su quanto accade lontano dai nostri sguardi. La partecipazione e il coinvolgimento del pubblico al festival, anche nell’inedita sera fiorentina, ci confermano la necessità di portare tematiche e visioni su scala nazionale. Questi segnali di interesse ne sono prova tangibile e ci incoraggiano a , sia attraverso il cinema sociale che grazie al lavoro quotidiano delle nostre Ong nel mondo della cooperazione”. Premio Lo Porto per il miglior documentario per la difesa dei diritti umani, consegnato dalla giuria composta da Nelson Bova, Vincenzo Branà, Marianna Cappi, Alessandra Gribaldo e Marco Ripoldi, è assegnato al coraggioso film . “Un lavoro originale e irripetibile, qualitativamente molto raffinato. Una coraggiosa etnografia del nemico realizzata nel proprio paese d’origine”. Menzione a “Dancing with Monica” di Anja Dalhoff e “La Heredera del viento” di Gloria Carriòn. . La giuria composta da Luca Senni, Giorgia Bernoni, Mariano Gosi e Massimo Rossi ha scelto questo documentario perché capace di rappresentare temi cruciali quali “la resistenza, sovranità alimentare, arte, educazione, in una produzione di alta qualità.” La regista e attivista brasiliana di origini coreane mette sul palcoscenico, è proprio il caso di dirlo, la , animata dai più giovani che proprio attraverso l’espressione artistica si riappropriano delle proprie radici. Protagonista “invisibile” del documentario è, infatti, proprio durante la consegna della targa, evidenziano come questo film riesca a combinare momenti più leggeri, con la valorizzazione e la descrizione di come i diversi movimenti femministi nel mondo debbano affrontare sfide differenti. Inoltre, “mostra quanto ancora le donne debbano lottare per ottenere la parità di genere, sul lavoro, in famiglia, nella società, e quanto facilmente i diritti conquistati possano essere calpestati. Un bellissimo invito a tutte le donne a non rinunciare alle proprie convinzioni e rivendicazioni. Giovane che parla di giovani, documentarista indipendente e freelance, Reparato mette al centro le vicende delle “dita agili” e sottili di bambine e ragazzine vietnamite, sfruttate per poter produrre oggetti elettronici per il commercio mondiale. Secondo le motivazioni, “l’auspicio è che stimolo ed incoraggiamento ai tanti registi e videomaker under 35, indipendenti e freelance affinché continuino ad occuparsi di inchieste e documentari e a farlo occupandosi di tematiche come i diritti umani, con un occhio di riguardo per i giovani, vulnerabili tra i vulnerabili.”