Una delle cose che si scopre vedendo la splendida mostra Mangasia (alla Villa Reale di Monza fino al 3 giugno) è quanto i testi più significativi della tradizione orientale (dal Viaggio in occidente al Mahbharata al Ramayana) abbiano dato alla tradizione fumettistica.
Se lo stesso non si può dire fino in fondo per quel che riguarda la tradizione mediorientale a confronto col fumetto contemporaneo – nonostante eccezioni significative, come la splendida Sharaz-De di Sergio Toppi -, forse negli ultimi anni si sta compiendo un’inversione di marcia in questo senso. Ne è un ottimo esempio l’eccellente Hasib e la regina dei serpenti, il nuovo graphic novel di David B edito in Italia da BAO Publishing. Si tratta dell’adattamento di circa venti giornate delle Mille e una notte (dalla notte 483 alla 499), che esordisce in medias res e si centra sulla figura di Hasib, protagonista della cornice più esterna del racconto. Le mille e una notte è celebre proprio per la sua struttura a cornice, in cui una storia si apre da un’altra storia che si apre da un’altra storia e così via, finché, periodicamente, i fili non vengono tirati creando dei blocchi narrativi autoconclusi, a loro volta contenuti dalla cornice principale che è quella del racconto di Shahrazad. Nel frammento di storia originale scelto da David B si parte dunque con Shahrazad che racconta di Hasib, che dopo aver incontrato la Regina dei Serpenti ne ascolta la storia; la storia della Regina dei Serpenti si concentra sul Re Buluqiyya, il quale a sua volta si imbatterà nel principe Janshah che lo metterà al corrente delle sue vicende. Tutte le storie, infine, si chiuderanno progressivamente fino all’esito delle peripezie dello stesso Hasib.
David B è uno dei nomi più significativi del fumetto contemporaneo, specialmente in ragione del suo Il grande male, autobiografia centrata sulle crisi epilettiche del fratello. Nella sua produzione hanno però sempre spiccato gli elementi meno realistici, come il lettore italiano può constatare anche solo dai recenti Il re rosa (rielaborazione del mito dell’Olandese Volante) e Per gli oscuri sentieri, che parte dalla vicenda di D’Annunzio a Fiume ma la ibrida con elementi di fantasia a livello di trama e con un tratto debitore alle avanguardie primonovecentesche (Surrealismo, Futurismo e avanguardia sovietica su tutte). Entrambi i volumi sono stati curati da BAO, che firma con Hasib il terzo tassello della produzione recente dell’autore francese.
Il tratto surreale di David B si sposa dunque perfettamente con questa storia di voti rotti e promesse tradite, ricca di simbolismi, che come l’originale mescola repertori favolistici e tradizione religiosa (vi compare a più riprese Re Salomone). Le vignette sono sovraccariche di personaggi, le proporzioni spesso alterate, le forme modificate per metterne in evidenza i motivi geometrici, i dettagli curatissimi e chiaramente ispirati alla tradizione mediorientale i colori accesi e corposi, il testo ridotto al minimo e integrato nel grafismo dell’autore. Il tratto espressionista e grottesco di David B si abbina benissimo all’immaginario ctonio della storia, che trattiene il lettore a sé in una successione di trovate e colpi di scena che avrebbero retto senza problemi anche il doppio delle 112 pagine di questo volume.
In conclusione, Hasib e la regina dei serprenti è la storia che Craig Thompson avrebbe scelto di raccontare se fosse stato un autore più brillante, o più umile, o entrambi. Il trattamento grafico di David B piacerà moltissimo ai suoi fan e stupirà i lettori occasionali. La scelta di recuperare materiale dall’immaginario mediorientale è estremamente interessante e, ci si augura, di buon auspicio per il futuro: rimangono ancora innumerevoli storie stupende da raccontare, ancora poco note ai lettori occidentali.
Giorgio Busi-Rizzi
Immagini: per gentile concessione di BAO Publishing
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