Le sedici e una notte: “Hasib e la regina dei serpenti”, di David B

Le sedici e una notte: “Hasib e la regina dei serpenti”, di David B

Se lo stesso non si può dire fino in fondo per quel che riguarda la tradizione mediorientale a confronto col fumetto contemporaneo – nonostante eccezioni significative, come la splendida di Sergio Toppi -, forse negli ultimi anni si sta compiendo un’inversione di marcia in questo senso. Ne è un ottimo esempio l’eccellente e si centra sulla figura di Hasib, protagonista della cornice più esterna del racconto. , in cui una storia si apre da un’altra storia che si apre da un’altra storia e così via, finché, periodicamente, i fili non vengono tirati creando dei blocchi narrativi autoconclusi, a loro volta contenuti dalla cornice principale che è quella del racconto di Shahrazad. Nel frammento di storia originale scelto da David B si parte dunque con Shahrazad che racconta di Hasib, che dopo aver incontrato la Regina dei Serpenti ne ascolta la storia; la storia della Regina dei Serpenti si concentra sul Re Buluqiyya, il quale a sua volta si imbatterà nel principe Janshah che lo metterà al corrente delle sue vicende. Tutte le storie, infine, si chiuderanno progressivamente fino all’esito delle peripezie dello stesso Hasib. David B è uno dei nomi più significativi del fumetto contemporaneo, specialmente in ragione del suo Nella sua produzione hanno però sempre spiccato gli elementi meno realistici , come il lettore italiano può constatare anche solo dai recenti , che parte dalla vicenda di D’Annunzio a Fiume ma la ibrida con elementi di fantasia a livello di trama e con un tratto debitore alle avanguardie primonovecentesche (Surrealismo, Futurismo e avanguardia sovietica su tutte). Entrambi i volumi sono stati curati da BAO, che firma con Il tratto surreale di David B si sposa dunque perfettamente con questa storia di voti rotti e promesse tradite, ricca di simbolismi, che come l’originale mescola repertori favolistici e tradizione religiosa (vi compare a più riprese Re Salomone). Le vignette sono sovraccariche di personaggi, le proporzioni spesso alterate, le forme modificate per metterne in evidenza i motivi geometrici, i dettagli curatissimi e chiaramente ispirati alla tradizione mediorientale i colori accesi e corposi, il testo ridotto al minimo e integrato nel grafismo dell’autore. Il tratto espressionista e grottesco di David B si abbina benissimo all’immaginario ctonio della storia, che trattiene il lettore a sé in una successione di trovate e colpi di scena che avrebbero retto senza problemi anche il doppio delle 112 pagine di questo volume. è la storia che Craig Thompson avrebbe scelto di raccontare se fosse stato un autore più brillante, o più umile, o entrambi. Il trattamento grafico di David B piacerà moltissimo ai suoi fan e stupirà i lettori occasionali. La scelta di recuperare materiale dall’immaginario mediorientale è estremamente interessante e, ci si augura, di buon auspicio per il futuro: rimangono ancora innumerevoli storie stupende da raccontare,