Justin Trudeau, o come utilizzare un raffinato sistema di specchi e leve per apparire di sinistra

Justin Trudeau, o come utilizzare un raffinato sistema di specchi e leve per apparire di sinistra

rappresenta, per qualunque giornalista, una battaglia contro un mulino al vento. Nel mondo delle . Alto, bello, corporatura atletica e sorriso perennemente stampato in faccia, Trudeau è riuscito a vendere il modello neo-liberista come di sinistra , o quantomeno è riuscito ad accattivarsi una ampia fascia di borghesia e di elettorato giovane utilizzando slogan ad ampio impatto mediatico, nascondendo al contempo i suoi veri intenti. Una lezione che, evidentemente, non tutti i partiti di destra nelle loro varie declinazioni hanno ancora saputo apprendere e replicare. Compito di un giornalista, poi, non è fare politica e certo questo articolo non vuole incappare nel terribile errore di dare valutazioni negative o positive alle politiche di Trudeau. È, invece, possibile e forse necessario cercare di comprendere in che modo un fenomeno prettamente mediatico sia riuscito in maniera – questa sì – ipocrita a focalizzare l’attenzione dei giovani o degli osservatori più superficiali su quegli elementi che hanno reso l’attuale premier canadese il perfetto cavallo di Troia per i sostenitori del turbo-capitalismo e della globalizzazione. Torniamo indietro nel tempo. Correva l’anno 2015 e Justin Trudeau si presentava durante la campagna elettorale con alcune proposte senza dubbio di stampo progressista quali la Ma pur avendo condotto una campagna nei fatti molto simile a quella di , ma come Obama sapeva toccare la coscienza dei canadesi. Da un lato, infatti, ha conquistato il favore di parte dell’opinione pubblica dichiarandosi e consegnando la responsabilità di alcuni ministeri a colleghe donne, dall’altro ha assegnato il cruciale Ministero della Difesa ad un leader della Harjit Sajjan, il quale durante il suo mandato ha consegnato prigionieri di guerra alle forze afghane che preferivano concentrarsi sull’atto di aver consegnato il dicastero ad un rappresentante di un gruppo etnico minoritario. che vedeva (e forse vede ancora) in Trudeau il prototipo del maschio bianco liberal, “una TED Conference vivente” , che attuando provvedimenti prettamente di destra con un paio di apparizioni a torso nudo o in strada durante un gay pride Infatti, sebbene Trudeau sia portatore di una visione neo-liberista e conservatrice, è riuscito a conquistare addirittura la maggior parte dei sindacati canadesi. ha riproposto uno strano connubio già verificatosi negli Stati Uniti d’America con . Per capirlo bisogna guardare, ad esempio, al sostegno dato da Trudeau all’accordo commerciale tra Canada e Unione europea (Ceta), che favorisce le grandi aziende e penalizza i lavoratori. Come sottolinea la giornalista canadese Linda McqQuiag, il Ceta stabilisce che “gli investitori avranno ancora la possibilità di fare causa al governo per provvedimenti che non condividono, e il verdetto sarà emesso da tribunali speciali che garantiranno alle aziende maggiori tutele legali rispetto a quelle di cui gode qualsiasi altro gruppo in base alle leggi nazionali o internazionali”. Per quanto riguarda invece la politica estera, Trudeau di nuovo si è messo in linea con l’assetto di qualsiasi altro paese occidentale, ovvero quello di : nulla di illegale, certo, solo resta un po’ difficile definirsi apertamente femminista e mantenere rapporti strettissimi con l’Arabia Saudita, ma del resto è anche vero che in politica estera concetti quali “male” e “bene” sono irrilevanti. Altre due grandi ipocrisie di Trudeau si sono manifestate in merito al rispetto degli accordi di Parigi sulla prevenzione dei cambiamenti climatici (quelli clamorosamente abbandonati da Trump) e sul ruolo del paese all’interno del Patto dell’Alleanza Atlantica. Il Canada infatti, in contemporanea alla firma dello storico accordo sulle politiche energetiche che i paesi di tutto il mondo dovrebbero seguire, ha scoperto ) nello stato dell’Alberta che hanno fatto sbandare violentemente gli intenti apparentemente ambientalisti dell’amministrazione Trudeau. portando il Canada sul podio dei paesi estrattori dietro solo Cina e Stati Uniti d’America – politica adottata nello stesso identico modo dal presidente degli Stati Uniti. Ma Justin Trudeau indossa i calzini di Star Wars e gli perdoniamo qualsiasi malefatta. Restando sempre in tema di calzini, sembra che il Premier canadese ci abbia preso gusto e durante il summit NATO del maggio 2017 ha nuovamente esposto le sue caviglie calzando un . Basta poco, dunque, per rendere più simpatico un accessorio e far sì che il mondo dimentichi la Justin Trudeau è tutto ciò che di sbagliato il moderno centrosinistra ha saputo proporre dopo la caduta dell’ideologia socialdemocratica. L’arrendevolezza della classe dirigente ha cercato in tutti i modi e in tutti gli stati di mantenere fedele il proprio elettorato puntando su che sapesse quantomeno distaccarsi dalla vecchia concezione di conservatore arcigno e bigotto. La scelta è ricaduta sempre più spesso su un uomo bello e sorridente con fare giovanile, ma anima borghese. (il padre Pierre aveva anch’egli ricoperto il ruolo di Primo ministro a cavallo tra gli anni ’60 e ’80) e che ha avuto il privilegio di studiare nelle più prestigiose scuole internazionali e frequentare i salotti del potere. Un finto amico del popolo che, La stessa figura che il Labour britannico sta cercando disperatamente per sostituire un personaggio scomodo come Corbyn, nonostante il In conclusione, sarebbe bene ribadire che l’ideologia liberale non sia storicamente di sinistra, smentire l’ipotesi che si viva in ricordare come difficilmente classi sociali come quelle a cui appartiene Trudeau abbiano realmente a cuore gli interessi degli ultimi. Ma, hey, avete visto che calzini fighissimi indossa  il Primo Ministro Canadese? Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)