Con l’avvinarci delle elezioni presidenziali francesi, gli occhi dei media sono continuamente rivolti verso i candidati all’Eliseo: ogni loro dichiarazione fuori dalle righe viene ripresa a gran voce e ogni occasione è buona per cercare di scavare nel loro passato con l’obbiettivo di mostrare i loro lati più deboli e i loro segreti più nascosti. Così, a poco più di due mesi dall’elezioni presidenziali francesi, i due principali candidati della destra, François Fillon e Marine Le Pen, si sono trovati al centro di alcuni scandali che potrebbero compromettere la loro campagna elettorale.
Per quanto riguarda Fillon, la storia in questione è alquanto imbarazzante. Secondo i giornali francesi, la moglie del candidato alle presidenziali dei Republicain, Penelope, avrebbe lavorato per il marito quando egli ricopriva la carica di deputato al Parlamento francese tra il 1988 e il 2013. E fin qui, tutto regolare, il fatto in sé non è illegale. In Francia, è permesso ai parlamentari di assumere famigliari come collaboratori e assistenti, il problema però è che Madame Fillon all’Assemblée Nationale non si è mai fatta vedere.

La notizia viene lanciata per la prima volta dal giornale satirico Le Canard Enchaîné. L’impatto sull’opinione pubblica è immediato, tanto che la polizia il 30 gennaio predispone una perquisizione al Parlamento francese in cui viene verificato che Penolope Fillon non era registrata come assistente parlamentare e tantomeno disponeva di una casella e-mail e del tesserino per accedere al palazzo della Camera. Per di più, sembra anche che Madame Fillon percepisse uno stipendio sproporzionato per la sua attività di assistente parlamentare. Secondo Huffington France, uno stipendio medio per un assistente parlamentare si aggira tra 2200 e i 2600 euro netti al mese, mentre la moglie di Fillon arrivava a percepire anche 10.000 euro. Una differenza troppo elevata per non passare inosservata.
Oltre all’impegno di assistente parlamentare, per il quale sembra che non abbia mai svolta alcuna attività, sembra che Penelope Fillon abbia anche svolto il ruolo di collaboratrice presso la rivista Reveu des Deux Mondes, appartenente a un amico di famiglia miliardario. Penelope, è stata pagata 100mila euro per il suo impiego alla redazione della rivista, in cui si occupava di scrivere articoli e note di rilettura. Tuttavia, il direttore ha negato di aver lavorato con lei. A complicare ulteriormente la situazione, sempre come rivela le Canard, lo stipendio pari a 84mila che avrebbe dato Fillon ai suoi figli. Il candidato alle presidenziali si è giustificato dicendo che quei soldi erano per una “missione” affidata ai suoi figli, in quanto avvocati. Peccato che all’epoca, i suoi figli erano solamente studenti e non ancora avvocati.
Intanto, in Francia non si parla d’altro che di questo da settimane e Fillon si sente accerchiato e attaccato su ogni fronte. Proprio lui, il candidato della “honnêteté”, ovvero della onestà, alla quale diverse volte egli si era appellato durante la campagna delle primarie. Dopo aver conquistato il partito dei Les Républicaines, infatti, François Fillon si era presentato ai suoi elettori come un esempio di uomo di Stato, incline alla trasparenza e a far rispettare le regole, ma le ultime vicende gli si sono rivoltate contro, facendo così cadere quei modelli a cui si era appoggiato.

Per anni Fillon e la sua famiglia l’hanno fatta franca e probabilmente, se Fillon non si fosse mai candidato come Presidente della Repubblica francese, questo scandalo non sarebbe mai venuto fuori, o perlomeno, se ne sarebbe parlato pochissimo, per poi finire nel dimenticatoio dei tanti scandali che avvolgono la politica.
Purtroppo per Fillon però, le circostanze in cui sono emerse queste notizie non fanno parte della normalità. In campagna elettorale tutto viene portato in primo piano e analizzato in maniera approfondita, ogni dettaglio può far la differenza e ogni particolare finisce sotto i riflettori. Dovrebbe saperlo bene Fillon, considerando la sua lunga esperienza istituzionale. Invece, il candidato gollista ha tenuto per troppo tempo i suoi segreti, accumulando gli scheletri nell’armadio e ora si trova a dover pagare il conto. E solo i risultati delle elezioni di maggio gli diranno quanto gli sarà davvero costato tutto questo.
Nel frattempo, ha dichiarato che la campagna elettorale non si ferma e lui non si dimetterà. “Mi sento sotto attacco ma sono pronto a difendermi”, dice a Le Monde, alzando le barricate verso quelli che si prospettano essere mesi difficili per lui e per la sua corsa all’Eliseo.
Da questo punto di vista, a Marine Le Pen le cose non vanno tanto meglio. È accusata dall’Unione Europea di dover restituire 300mila euro. Il motivo, è simile a quello di Fillon. La leader del Front National avrebbe pagato impropriamente con fondi della UE alcuni suoi collaboratori. Come viene riportato da Le Monde, le persone coinvolte sono Catherine Griset e Thierry Légier. Entrambi avevano sottoscritto un contratto con il Parlamento Europeo ma di fatto, si occupavano di altro.
Malgrado il ruolo di segretaria della presidenza del Front National, Griset era stata stipendiata come “assistente accreditata” dal 2010 ai primi mesi del 2016, con il compito di supportare il lavoro di europarlamentare di Le Pen. Mentre Thierry Légier, era stato pagato dal Parlamento Europeo come “assistente locale” per alcuni mesi, ma in realtà lui non è altro che la storica guardia del corpo di Madame Le Pen. Di conseguenza, viene difficile pensare che egli potesse coprire entrambi gli incarichi.
L’accusa al leader del Front National, è stata portata avanti dalla OLAF (Ufficio europeo per la Lotta Antifrode), il Parlamento europeo era già stato avvisato di questa situazione l’estate scorsa e aveva provveduto ad informare la diretta interessata. Inoltre, il 15 dicembre la procura di Parigi aveva aperto un’inchiesta per abuso, occultamento, frode organizzata e falsificazione. E sempre come riporta Le Monde, Marine Le Pen ha accusato, tramite il suo avvocato Marcel Ceccardi, il Parlamento Europeo e l’OLAF di collusione, minacciando anche un ricorso presso la Corte di Giustizia Europea.
Anche Marine Le Pen si è difesa come Fillon, sostenendo di essere vittima di una persecuzione mirata nei suoi confronti e promette di dare battaglia. E intanto, attorno a lei, prevale un certo nervosismo da parte dei suoi collaboratori. A dimostrazione di questo, un video girato da Quotidien, in cui uno dei loro giornalisti viene malmenato e allontanato dopo aver chiesto a Madame Le Pen se era vero che la sua guardia del corpo aveva un impiego fittizio presso l’Europarlamento.
Gli scandali che coinvolgono i candidati della destra francese non possono che favorire l’ascesa di Emmanuel Macron, in crescita nei sondaggi. Attenzione però, perché recentemente Julian Assange ha dichiarato al giornale russo Izvestia di avere importanti informazioni riguardo a Macron. Informazioni riservate trovate nelle mail sottratte ad Hillary Clinton. Vedremo che risvolti prenderà la vicenda e se dovremo aspettarci un nuovo scandalo.
In realtà, le posizioni dei candidati rimangono instabili e variabili, in questo momento non esistono certezze su quello che accadrà nelle prossime settimane. Bisogna anche vedere se gli elettori francesi si faranno veramente influenzare da questi ultimi fatti o se decideranno di guardare oltre. Sicuramente non mancheranno le sorprese e mancano ancora più di due mesi.
Mattia Gozzi
In copertina un’immagine dell’Eliseo, il palazzo presidenziale – Fonte: Paris Attitude