Lo spoil system è una delle caratteristiche principali del sistema elettorale americano: ad ogni elezione non solo cambiano Presidente, Ministri e Parlamentari, ma cadono con il governo uscente anche tutta una lista di sottosegretari e funzionari di alto, medio e basso livello. Il nuovo presidente, Trump, nomina i nuovi.
Lo spoil system predilige il fatto di avere funzionari allineati con la maggioranza politica in atto, in modo da rendere più efficiente possibile l’azione dell’amministrazione. Qual è il contro? Dovendo ogni volta sostituire un numero alto di persone (circa 5mila), la possibilità che si inneschino meccanismi clientelari è alto (vedi Ongaro & Valotti, 2008 “Public management reform in Italy: explaining the implementation gap“, IJPSM). In breve: io ti porto tot voti, e tu presidente mi nomini direttore dell’ufficio xyz.
Il sistema opposto è ben esemplificabile con i comuni italiani (medio-piccoli): i capi-settore degli uffici non sono figure politiche, bensì continuano a ricoprire il loro incarico prima e dopo le elezioni. Il grande vantaggio è quello di garantire l’imparzialità della pubblica amministrazione, perdendo però in efficacia. Il contro è dato dalle possibili frizioni tra figure politiche e funzionari, che rallenta il governo/l’amministrazione.
Nonostante questo rallentamento possa essere visto come positivo (e.g. voglio che Trump sia rallentato se non mi piace quello che vuol fare), è anche vero che allo scadere del mandato Trump potrà dire: “non sono riuscito a fare quello che avevo promesso per colpa dei funzionari”. Scaricabarile, alias problemi di accountability. E vale per tutti.
Qual è la soluzione?
Non è facile: bisogna trovare “un ragionevole ed adeguato punto di equilibrio tra i principi di imparzialità e buon andamento e quello della relativa responsabilità politica” (sentenza Corte Costituzionale Italiana, 233/2006). In Italia, quindi, il governo nomina una serie di funzionari di alto e medio livello, che decadono entro 90 giorni dall’insediamento del nuovo esecutivo. Rimangono invece i dipendenti pubblici di livello inferiore, e sono sottratti dalla logica dello spoil system figure come i dirigenti ASL.
Ritornando agli Stati Uniti, la lista delle posizioni aperte sono contenute in un elenco chiamato Plum Book. Perché si chiama così? Aprendo il link, sospetto sia colpa del colore della copertina (un mood decisamente monocromatico). Tra tutte queste persone, ci sono i vari Ministri (che vengono chiamati Secretary).
Come funziona la nomina dei Ministri del governo USA?
Sono di nomina presidenziale, ma necessitano di una procedura particolare, che funziona così:
- Il Presidente nomina il ministro, sottoponendone il nome al Senato.
Perché solo al Senato?
A causa della Costituzione Americana, articolo 2, sezione 2:[the Senate] shall nominate, and by and with the Advice and Consent of the Senate, shall appoint Ambassadors, other public Ministers and Consuls, Judges of the supreme Court, and all other Officers of the United States, whose Appointments are not herein otherwise provided for, and which shall be established by Law: but the Congress may by Law vest the Appointment of such inferior Officers, as they think proper, in the President alone, in the Courts of Law, or in the Heads of Departments. In breve e in italiano: tutti le cariche più importanti di nomina governativa (compresi i giudici della Corte Suprema), devono sottoporsi al vaglio del Senato.
Curiosità: anche il bibliotecario del Congresso deve ricevere la conferma del Senato. - La candidatura è sottoposta al voto della commissione competente (Committee)
Cosa vuol dire? Prima del voto vero e proprio in Senato, si vota in una commissione, cioè un gruppo di senatori, repubblicani e democratici, specializzati su quell’argomento. Esempio: la nomina del Ministro delle Finanze viene votata – guarda caso – nella Commissione Finance.
Per chi vuole vederle tutte, qui la lista completa delle commissioni e subcommissioni. - Voto finale al Senato. La nomina viene approvata a maggioranza semplice.
Ci sono delle regole particolari sull’ostruzionismo, che metto in fondo all’articolo, per chi ne ha abbastanza di tecnicismi e vuole vedere delle facce.
Eccole, le facce, ciascuna con una brevissima descrizione:
[per chi le ha già viste, in fondo ci sono 2 piccoli extra per i nerd della politica USA]
Braccio destro e sinistro
Vice presidente – Mike Pence
Hai presente l’elenco infinito di persone da nominare? Non lo farà Trump, soprattutto per quanto riguarda le figure minori.
Pence è un politico navigato: membro della Camera dal 2003 al 2013, poi Governatore dello Stato dell’Indiana dal 2013 fino alla nomina come vice di Trump.
Nonostante Trump abbia condotto una campagna elettorale attaccando lo stesso partito Repubblicano, colpevole di essere pieno di politici corrotti, il suo braccio destro ha ricoperto la carica di chair of the House Republican Conference, la terza posizione più importante all’interno del partito.
Pence ha esperienza: governativa, legislativa e partitica, conosce la macchina burocratica e le trappole politiche del Congresso. Probabilmente il legame migliore tra l’establishment repubblicano e President Donald.
White House Chief of Staff – Reince Priebus
Si tratta del boss dei dipendenti della Casa Bianca. Il suo ruolo è quello di far funzionare al meglio la macchina amministrativa più a stretto contatto del Presidente: un ruolo fondamentale.
Priebus è stato presidente del comitato nazionale repubblicano, quindi un’altra figura che, nonostante la retorica anti-sistema di Trump, sa bene come muoversi nelle stanze del potere. Secondo la CNN, Priebus ha l’appoggio di una parte rilevante del Partito Repubblicano e può avere un ruolo chiave nelle relazioni tra Trump e il Congresso.
I tre caballeros
Ministro delle finanze – Steven Mnuchin
17 anni alla Goldman Sachs, poi Dune Capital Management e la compagnia di finanziamenti nel settore dell’intrattenimento RatPac-Dune Entertainment.
In passato ha finanziato le campagne dei Democratici, si è fatto subito mettere in difficoltà su domande riguardo la sua storia finanziaria.
Attorney General (Ministro della Giustizia) – Jeff Sessions
Classe 1946, senatore per l’Alabama (quarto mandato), è stato tra i primissimi sostenitori di Trump durante la campagna elettorale. A sostegno di Bush nella guerra in Iraq, ha proposto un emendamento per abolire i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Potete leggere come la pensa sull’immigrazione leggendo un suo stesso articolo pubblicato sul Washington Post.
Secretary of State (Ministro degli Esteri) – Rex Tillerson
CEO della ExxonMobil Corporation, multinazionale petrolifera americana, arriva alla carica più alta scalando tutte le posizioni in azienda.
I suoi problemi sono due: da una parte si trova capo di un ministero che ha simboleggiato la globalizzazione, mentre ora deve reinventarsi in chiave Trump il ruolo degli USA nel quadro geopolitico regionale e mondiale. Sul piano personale, Tillerson si trova ad affrontare le accuse di essere troppo in sintonia con la Russia di Putin, inaccettabile per la parte tradizionale del partito Repubblicano (e tanto meno per i Dem). Non è detto che questa intesa vada a svantaggio del governo Trump, sempre che Rex faccia gli interessi degli USA e non solo quelli della Exxon.
America First – Trade and Labor
Commercio – Wilbur Ross
Ross è un investitore dal portafoglio miliardario, fondatore della società di investimenti W.L. Ross and Co. Viene descritto come il “Re della bancarotta” per la sua capacità di ristrutturare aziende fallite.
Consigliere economico durante la campagna presidenziale, ha l’onere di mettere in pratica le politiche a tutela della produzione made in USA che hanno dominato la retorica di Trump.
Lavoro – Andrew Puzder
Puzder è il CEO di una compagnia che possiede la catena di fast food Hardees and Carl’s Jr. Critico nei confronti delle politiche sul mercato del lavoro dell’amministrazione Obama, in particolare contro l’aumento del salario minimo da $7.25 a $10.10, come racconta il New York Times.
America First – Security
Difesa – James Mattis
‘Mad Dog’ Mattis, generale dei Marines ora in pensione, ha guidato le truppe americane in Afghanistan, Iraq e Kuwait durante la Guerra del Golfo. Il Senato, oltre ad approvarne la nomina, deve far passare una legge speciale che permetta di aggirare il divieto di ricoprire l’incarico di Ministro della Difesa prima che siano trascorsi 7 anni dall’ultima carica militare.
Homeland Security (Sicurezza Nazionale) – John F. Kelly
Anche Kelly è un generale dei Marines in pensione. La sua esperienza di comando nelle truppe stanziate nella parte Sud degli USA lo hanno reso un esperto delle problematiche riguardanti il traffico di droga che dal Sudamerica arriva negli States.
America First – Health and Education
Sanità – Tom Price
Politico esperto, ha alle spalle quattro mandati al Senato dello Stato della Georgia, dal 2005 deputato al Congresso federale. Chirurgo ortopedico, fortemente critico della riforma sanitaria di Obama, è anche però uno dei pochi Repubblicani ad averne presentato un’alternativa.
Istruzione – Betsy DeVos
Segretaria del Partito Repubblicano in Michigan, è la Presidente del CDA della Windquest Group, società di investimenti. La sua notevole disponibilità economica la rende una delle maggiori donatrici verso il Partito.
Ha sostenuto Rubio durante le primarie Repubblicane, e di Trump diceva così: “Again, I don’t think he represents the Republican Party. I think he is an interloper.”
Serviva forse un posto a qualcuno del Michigan, uno degli swing states fondamentali per la vittoria?
America First – Energy and Environment
Energia – Rick Perry
Governatore del Texas dal 2000 al 2015, fa parte del board della Energy Transfer Partners, che controlla la Dakota Access, compagnia che sta costruendo il discusso oleodotto chiamato Dakota Access Pipeline.
Ha sostenuto apertamente il leader del Tea Party, movimento politico di stampo ultraconservatore/liberista. È stato il primo dei candidati alle primarie Repubblicane a ritirarsi, non prima di aver definito Trump “un cancro al conservatorismo”.
Agricoltura – Sonny Perdue
70 anni, Governatore della Georgia dal 2003 al 2011, già durante la campagna elettorale di Trump faceva parte del gruppo di esperti in politiche agricole.
Secondo NPR, potrebbe promuovere alcune politiche da tempo obiettivo dei repubblicani, come food aid to the poor, financial aid to farmers, e new school lunch standards.
Interior (Patrimonio Nazionale) – Ryan Zinke
Zinke è un membro del Congresso ed ex-membro delle Navy SEAL, le Forze Speciali della Marina degli Stati Uniti. Ha già avuto esperienze politiche come membro del Senato del Montana, dal 2009 al 2012, partecipando alle commissioni istruzione e finanza.
Miller, il portavoce di Trump, ha detto che Zinke è un forte sostenitore dell’indipendenza energetica, sia da rinnovabili, sia da combustibili fossili.
Il ruolo che ricopre Zinke è sostanzialmente il ministro della Forestale che, vista l’enormità del patrimonio naturale americano, richiede ragionevolmente un ministero apposito. Non riesco invece a capire quali siano le sue competenze in merito, o se il suo ruolo sia solo a rafforzare le politiche energetiche di Perry.
America First – Urban Development
Politiche abitative – Ben Carson
Direttore del reparto di Neurochirurgia Pediatrica al Johns Hopkins Hospital dal 1984 al 2003, è una figura di spicco nel panorama medico. Candidato alle primarie repubblicane, si ritira dalla corsa e da Marzo 2016 sostiene apertamente Trump.
Le politiche abitative sono uno dei fattori più importanti su come si sviluppano le relazioni umane, lavorative e culturali di una città. Un esempio per tutti, le politiche di ghettizzazione dei francesi noir nelle banlieue di Parigi ha portato ad un livello altissimo di conflitto sociale.
Carson non ha nessuna esperienza in questo settore, né dal punto di vista economico (housing/economic development) né dal lato progettuale (urban design): la nomina sembra puramente politica.
Trasporti – Elaine Chao
Nata a Taiwan, Chao è stata Ministro del Lavoro per George W. Bush, l’unica che è rimasta nel suo incarico per tutti gli otto anni (due mandati).
È la terza donna nominata da Trump: le altre due sono Betsy DeVos, come abbiamo già visto Ministro dell’Istruzione, e Nikki Haley, nominata ambasciatrice USA presso l’ONU.
In conclusione
L’immagine del governo Trump è quella di un gruppo culturalmente WASP, in linea con le aspettative sia come Repubblicano sia come Donald. Nonostante la sua popolarità si classifichi ai minimi storici, abbiamo imparato durante la campagna a non prendere con troppa serietà i sondaggi.
E se è presto per fare analisi sulle mosse di Trump e dei suoi Ministri sulla scacchiera politica nazionale e mondiale, non ci resta che capire se almeno i pedoni sono al posto giusto sulla linea di partenza.

Extra 1: il dibattito al Senato non ha limiti di tempo, né di argomento. Ogni senatore può fare ostruzionismo (filibuster) parlando quanto vuole, su quello che vuole.
Tuttavia, 60/100 senatori possono votare una “ghigliottina”, obbligando al voto, a maggioranza semplice: conferma, rigetta o riesamina della nomina. Un altro modo per aggirare il filibuster è quello di usare la nuclear option, cioè un voto sulla regola stessa dei 60/100. Essendo una regola del Senato, richiede i 2/3, cioè 67/100. Se la nuclear option passa, si può usare la ghigliottina con la maggioranza semplice. Un’opzione politicamente molto delicata e storicamente fallimentare.
Extra 2: Per i pazzi maniaci che si stanno chiedendo “come faccio a sapere quando/come i Ministri di Trump vengono confermati, ora-minuto-secondo?” Calma, ecco un’ottima tabella riassuntiva.
Giacomo Romanini
Un pensiero su “Tutti i Ministri del governo Trump (e scommetto che non sai cos’è il Plum Book)”