Metti, una sera Acieloaperto con Verdena e Visioni di Cody

Giovedì 8 settembre i Verdena sarebbero dovuti salire sul palco di Acieloaperto, la rassegna musicale organizzata da Retro Pop Live e ospitata per il quarto anno consecutivo dalla Rocca Malatestiana di Cesena e Villa Torlonia a San Mauro Pascoli. Ad aprire gli Sweet as shit e Visioni di Cody. L’atmosfera fiabesca della location e la curiosità di ascoltare finalmente dal vivo band che non avevo mai avuto occasione di vedere mi avevano già convinto alla trasferta diverso tempo fa.

Quando arriva il fatidico giovedì 8 settembre, complici alcuni inciampi dei giorni precedenti, l’umore era ben lontano da quello adatto a godersi una serata di festa. Vi capita mai di prendere i biglietti per un concerto che aspettavate da tantissimo tempo e, quando questo poi arriva, di non essere assolutamente nel mood adatto? E di odiare il mondo perché sapete già che la misantropia incombente vi predisporrà quasi sicuramente ad un ascolto alterato? Bene. È partita più o meno così. Speravo quindi in un live che mi svoltasse la serata dal punto di vista esperienziale e mi facesse ricredere sui Verdena, quanto meno per mettere fine ai “COSA?! NON TI PIACCIONO I VERDENA?” in risposta ad ogni mia confessione di scarso apprezzamento.

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Ma comunque, ci si mette in viaggio. Arrivati a Cesena la prima nota positiva è data dall’efficientissimo servizio navetta gratuito che viene a recuperare chi parcheggia al cimitero. Pericolo multa sventato e camminata in ripida salita risparmiata, meraviglioso. Una volta saliti fino alla Rocca, che riconferma la sua magia dalle tinte verdi e ocra, la prima tappa obbligatoria al bar rivela la seconda nota positiva: il bicchiere amico ecosostenibile in sostituzione al classico di plastica. Per gli assidui frequentatori di festival internazionali non sarà una novità: lasciando la cauzione di 1 euro sul bicchiere nel quale sorseggerete il vostro cocktail, potrete continuare a bere sempre nello stesso, oppure restituirlo e ricevere l’euro indietro. Ma nessuno vieta di portarvelo eventualmente a casa come souvenir.

Arrivano le prime note dal second stage, ancora non so di quale band si tratti. Mi faccio strada e noto con piacere che si tratta delle Visioni di Cody (purtroppo ho mancato completamente il live degli Sweet as shit), band di San Piero in Bagno, attiva dal 2003 con un ep autoprodotto e tre album. Per farvi capire il genere — oltre a consigliarvi l’ascolto online — riporterò parte della biografia scritta sulla loro pagina Facebook: “Si parla di un rock alternativo in cui convivono sostrati post-rock e vizi cantautorali anche se ultimamente è il punk pelo di cinghiale a farla da padrone nelle esibizioni dal vivo. C’è sempre qualcosa che non quadra con i canoni classici nelle loro canzoni, fonti ufficiali parlano di un’attitudine schietta come la grappa”. Insomma, i ragazzi meriterebbero un abbraccione solo per la scelta del nome, poi — complici le coroncine di fiori, i jeans skinny che vorrei poter portare anch’io con così tanta nonchalance e il loro saper tenere il palco esattamente come se fossimo tutti a far festa nella loro sala prove — riescono pure a farmi tornare il buon umore. Batteria, chitarre, basso, tastiere e alcuni strani strumenti, come ad esempio uno che non saprei descrivere se non come un portachiavi di campanelli. Che a distanza mi pareva un nido di rondine, ma questa è un’altra storia che conosce bene la mia oculista. Quando poi iniziano a suonare il pezzo che scoprirò titolarsi Ritorneranno, che fa più o meno:

Eran partiti per la guerra
Si son fermati al bar a bere.

Ci leggo l’assoluto e definitivo riassunto della nostre vite e penso davvero non ci sia altro da aggiungere, a parte che vi consiglio di ascoltare le Visioni di Cody. Attendiamo il prossimo appuntamento fissato per il 15 ottobre a San Piero in Bagno per il lancio del nuovo album Celestino.

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Visioni di Cody (foto di Giulia Damiani)

La mia gioia non si è ancora esaurita, quand’ecco che sentiamo alle nostre spalle degli applausi: sono già usciti i Verdena e noi siamo ancora dall’altra parte della Rocca. Nulla di male nella scelta di separare la serata in due momenti e palchi diversi, però bisogna lavorare sulle tempistiche. Per chi desidera seguire bene sia gli headliner che gli opening act, c’è da correre per poter stare in prima linea davanti ad entrambi i palchi. Per fortuna il main stage è abbastanza grande da consentire anche a chi non riesce ad avventurarsi troppo avanti di godersi il live. Conquistata la saggia posizione affianco al fonico, iniziamo l’ascolto del concerto. Un muro di suono si abbatte sull’uditorio, alle mie spalle una mamma lungimirante ha portato con sé un paio di enormi cuffie blu da far indossare al figlio che si lascia cullare, ignaro di ciò che lo circonda.

I Verdena sono pressoché impeccabili, delle macchine da palcoscenico, vanno avanti per due ore ininterrottamente con una massiccia proposta di Endkadenz vol. I e II. A parte qualche fedele che, pedissequo, grida a memoria i testi, il pubblico pagante appare poco coinvolto, forse proprio per via della scelta radicale di una scaletta nella quale non c’è traccia di classiconi. Inoltre c’è un problema di audio, percepibile anche ad orecchie inesperte, come se avessero puntato i microfoni su un centinaio di friggitrici bollenti. In seguito ad un sondaggio personalissimo e privo di fondata scientificità, faccio una scoperta sorprendente: alla maggior parte dei presenti i Verdena non piacciono. Siamo lì, li ascoltiamo, ma nessuno di noi proseguirebbe questo ascolto in cuffia. Mi son fatta l’idea che i Verdena siano entrati nel novero degli intoccabili del panorama alternative psych-rock, per cui ammettere di non amarli significa rischiare il linciaggio. L’ermetismo estremo dei testi e la sonorità priva di respiro acustico finisce per rendere l’ascolto, soprattutto in questi ultimi due album, estremamente ripetitivo. Detto ciò, rimangono tecnicamente impeccabili. Ammetto di essermi rianimata solo quando è partita Tanca, nella versione dello split con Iosonouncane: pur trovando DIE uno degli album italiani più riusciti degli ultimi anni (ne abbiamo parlato qui), il tocco grunge e le chitarrone dei Verdena hanno saputo farlo parlare nuovamente e modo ancora diverso. La sorpresona è arrivata quando Jacopo Incani in persona è salito sul palco per duettare sul brano Diluvio e per un po’ si è tornati a respirare.

Infine, dopo due ore, i volumi si abbassano e la navetta è pronta a riconsegnarci alle nostre auto che ci accompagneranno, nel tanto agognato silenzio, fino alla porta di casa.

@billybobatorton

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