SECONDI PIANI: rassegna di documentari sociali a Bologna

vi danno appuntamento i mercoledì del mese di maggio per la rassegna di documentari sociali . Porteremo sullo schermo quattro opere di diversi autori, con l’obiettivo puntato su tutto ciò che in genere passa in secondo piano, mettendo a fuoco quelle realtà poste ai margini della nostra società. Vi porteremo in giro per il mondo, partendo dal , dove dal 1986 Padre Renato Chiera si occupa di allontanare dalla strada bambini e adolescenti abbandonati e coinvolti nel traffico di droga e nella prostituzione. L’obiettivo di Padre Chiera e dei volontari della Casa è quello di offrire a questi giovani un’alternativa, affiancandoli in un percorso di reinserimento nella società ed essendo la loro nuova famiglia. Il documentario, , giornalista e regista da anni attivo nel mondo del sociale. Scalenghe ha vissuto nelle favelas per mesi, realizzando un reportage che inquadra le testimonianze di questi giovani all’interno del periodo di preparazione del governo brasiliano alla FIFA World Cup del 2014 e alle prossime Olimpiadi dell’estate 2016. Per il secondo appuntamento dell’11 maggio si viaggerà invece verso il migliaia di migranti lavorano come donne di servizio, senza alcuna protezione legale. Il loro destino è segnato verso due possibili destinazioni: c’è chi decide di mettere fine alla propria vita, nell’incapacità di affrancarsi dalla propria disperata condizione, ma c’è anche chi ce la fa, riuscendo a liberarsi dal vincolo imposto di semi-schiavitù. (Sunset Comunicazione, 2014) con lo scopo di raccontare la storia di queste donne, grazie anche alla campagna di crowdfunding che ha consentito al progetto di vedere la luce. la serata Lisa Tormena, coregista del documentario e Matteo Lolletti, direttore della fotografia. Dopo una pausa settimanale, il 25 di maggio si farà tappa nel Donbass con l’ultima opera, . Per questa occasione parleremo di Ucraina e del conflitto che sta colpendo l’area del Donbass da ormai due anni, sotto gli occhi dell’inerme comunità mondiale. hanno intrapreso un viaggio di due mesi in questa zona, dove il fronte dell’esercito di Kiev si scontra con i separatisti filorussi, portando sullo schermo le testimonianze dei civili coinvolti in questa guerra volta alla distruzione di un’intera regione. Il reportage dedica inoltre una parte delle riprese al tema delle miniere illegali ucraine. In vista della , alla proiezione sarà affiancato un approfondimento relativo ad un’altra zona colpita da una guerra senza fine: il Kurdistan. Ad introdurre il documentario e presentare il volume sarà proprio l’autore, Lorenzo Giroffi. Questo lungo percorso si concluderà il primo di giugno, terminando proprio a Bologna. (TomatoDoc&film, 2014) sarà infatti l’unica opera tutta italiana della rassegna: l’occhio della telecamera del è entrata infatti dentro le mura del carcere della Dozza, dove gli spazi di reclusione sono stati ripensati per trasformarsi in un’officina vera e propria. Ogni mattina quattordici detenuti escono dalla propria cella e si dirigono verso il laboratorio, essendo stati scelti per avviare un percorso professionale formativo. Il lunedì è il giorno d’inizio della settimana lavorativa, e si presenta ogni volta come un traguardo, un’occasione di riscatto. È la storia di un’esperienza insospettabile ma possibile: quella del rapporto tra detenuti ed esterni, ovvero il gruppo di operai specializzati in pensione che li affianca nel lavoro, ma soprattutto di speranza, poiché lo scopo finale è quello di assunzione al termine della pena. L’ingresso sarà ad offerta libera ed è aperto a tutti, senza bisogno di presentare alcuna tessera. L’inizio delle proiezioni è previsto per le 21.00.