SundayUp – The Go! Team, “The Scene Between” (2015)

SundayUp – The Go! Team, “The Scene Between” (2015)

Ieri, o forse un giorno che assomigliava terribilmente a ieri, ma che poteva essere qualsiasi giorno degli ultimi 10-12 mesi, salendo sul solito regionale veloce che negli ultimi 10-12 mesi, oltre che portami in Veneto, mi fa da ufficio, , ho notato che c’era qualcosa che non andava. Non l’aria condizionata rotta, non il macellaio (lo spero almeno, perché per venti minuti ha parlato al telefono con sua madre di lingue, cotechini e interiora ) con la sindrome di Tourette che mi faceva compagnia nei posti vicino. Niente di tutto questo. Quando mi si è avvicinato caracollando il solito capotreno pugliese di mezz’età che non ha mai voglia di controllare i titoli di viaggio, stavolta, invece che strizzare gli occhi e chiedermi se il biglietto fosse già stato visto, l’ho sentito dire: “ e devo dire che nonostante le vetuste accuse di freddezza e matematicalità che vengono rivolte all’avantjazz-postambient, colpisce dove vuole colpire, è un disco che ti fa dire ‘Pajo chi?!’”. Io ho trasecolato e ho pensato di essermi addormentato con la mascella ad angolo ottuso, come spesso accade in queste situazioni, e che il capotreno pugliese di mezz’età avesse bofonchiato come al solito qualcosa di comprensibile solamente a un’isoglossa ben distante dalla mia. Pensandoci un attimo, nel dubbio, quando gli ho urlato dietro “ , capotreno, l’ultimo dei Tortoise è del 2009, per l’amor del cielo!”, lui si è girato un attimo, come se avesse sentito un’eco lontana e ha proseguito a trotterellare come se nulla fosse. Poi, dato che ormai, m’ero svegliato, tanto è valso per ascoltarmi l’ultimo dei uno dei miei gruppi preferiti, , che dal lontano 2004 fa sballare gli amanti delle cose caotiche, dolci ed adrenaliniche. , fiati e flauti per melodie facili che sembrano venire da quando si sponsorizzava ancora il burro dicendo che lubrificava le arterie: l’effetto, come direbbero allo Zecchino d’oro, è vitamina. , che si presenta come il pezzo più forte, coinvolgente ed emozionante del pacchetto: una lattina di soda che si apre e frizza. Se vuoi qualcosa di (ma filtrato da quel vecchio stereo che hai trovato in soffitta) , e il risultato è sicuramente adeguato, anche se forse un po’ troppo infantile e per la sensibilità contemporanea. Certo, al Go! Team non è mai interessato troppo di risultare , qualsiasi cosa questo potrebbe voler significare. Ma forse questa volta il versante Sixties e oldie del progetto ha preso nettamente il sopravvento sulle altre caratteristiche che avevano reso, dal mio punto di vista, la miscela vincente. Parton ha dichiarato che si era stancato di ripetere il solito giochino, effettivamente durato 7-8 anni, che con pochissime variazioni lo aveva portato al successo planetario: questa volta il disco non è quello di una band, ma di un per il mondo e per il web. Non a caso chi conoscesse già i nostri eroi, rimarrebbe esterrefatto dall’assenza della voce di , la vocalist-rapper nera che è uno dei trademark di casa Go!. Uno dei brani del vecchio corso che preferisco è (ma sempre orchestrato con scienza dall’alto) della band. Il lavoro di sampling e collage di Parton questa volta voleva superare il mettere un rap femminile sopra a dei fiati, ecc. È tempo di darsi al pop. Ninja, un tizio e Ian Parton che con una definizione ostensiva mostra (da apprezzare le note bassissime raggiunte durante la strofa) e continua ipnotica attraverso cambi armonici che sanno di già-sentito, ma – specialmente se si considera che il testo parla di un suicidio di massa a sfondo religioso. (a posteriori sono ancora più convinto della felicità dell’analogia con è un disco che consente di entrare, a cavallo di un razzo colorato, in un mondo dipinto a secchiate e forse un po’ artificiale, dove i livelli del banco di missaggio toccano il rosso e l’adrenalina giovanile si mescola a . Un paio di ascolti, si salvino le tre-quattro gemme ( , What’d you say?) e si passi a conoscere il Team del passato: Clicca per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)