A Wilder Mind, a not so wilder album (Mumford and sons, 2015)

A Wilder Mind, a not so wilder album (Mumford and sons, 2015)

, Marcus Mumford (voce, chitarra e batteria), Winston Marshall (voce, chitarra resofonica e banjo), Ben Lovett (voce, organo e tastiera) e Ted Dwane (voce e contrabbasso) della band inglese Mumford and Sons hanno deciso di sparpagliare nell’etere il precedente calore di La quarta traccia, dalla quale prende nome l’intero album evoca un malinconico passato dolce-amaro e lascia in bocca il tossico ed irresistibile pungolo del ricordo di una relazione fallita. di quella degli album precedenti, ma anche più Coldplayzzata e commerciale, sottolinea la malinconica dovizia con cui è stato necessario chiudere il sipario, perché ormai si sono prese strade diverse, non c’è più la voglia di addomesticarsi a vicenda. l’autore chiede all’amata di incontrarlo presso l’omonimo parco nell’East Side, a Manhattan, perché al crepuscolo partirà e desidera stringerla un’ultima volta. La (presumibilmente giovane) e irrimediabilmente innamorata interlocutrice, si scioglie in lacrime copiose e disperate, mentre la voce soave e irresistibilmente graffiante di continua a ribattere che non può accettare catene, che nulla dura per sempre, che, insomma, è necessario carpire il prima che ti carpisca lui. Cinque minuti e nove secondi per descrivere una piccola e inoffensiva tragedia quotidiana, quella della . Alcune passioni non superano nemmeno una notte, ed è terribile, ma perfavore – cinguetta Marcus Mumford. Non posso stringermi in catene. Non posso continuare ad affogare nei dubbi. Una pudica e melodica sorella del nostrano “non sei tu, sono io”. Ti ho detto una sola bugia, avrebbero potuto essere miliardi. : per quanto sia stato accolto dal pubblico come la traccia più amata del nuovo disco e come un successo, dalle atmosfere stagnanti e dolciastre, che hanno davvero poco delle danze polverose da pub britannico dei vecchi Mumford. parla dell’ incontro amoroso con una piacente fanciulla della città, con motivi che ricordano i si accostano con educato stupore all’ultimo album. Jon Dolan di Rolling Stone ha attribuito all’album 3.5 stelle su 5, scrivendo: “L’anima è , e anche se la relazione di questa canzone non funzionerà, la musica stessa è piena di disinvoltura”