Asciugamani, se li metti in lavatrice a 30/40 gradi hai sempre sbagliato: l’unica temperatura giusta è questa
A che temperatura lavare gli asciugamani (Foto di kp yamu Jayanath da Pixabay) - thebottomup.it
Asciugamani duri o maleodoranti? Forse li lavi alla temperatura sbagliata. Scopri qual è quella giusta e come mantenerli perfetti più a lungo.
La lavatrice è quella presenza silenziosa che lavora per noi mentre facciamo finta di essere adulti responsabili. Ci salva dai panni sporchi e, spesso, anche dal giudizio altrui. C’è chi la tratta come un robot di ultima generazione, e chi la teme come un ordigno pronto a rimpicciolire tutto ciò che tocca. Purtroppo accade anche questo.
Poi arriva il momento più temuto: la divisione del bucato. Bianchi, colorati, scuri, delicati… un test di pazienza e memoria. È lì che capisci quanto sia complesso il mondo dei tessuti: un errore e addio candida camicia preferita, ora rosa pastello grazie a un calzino traditore.
E non dimentichiamoci delle lenzuola che si annodano, delle magliette che escono stropicciate, e del detersivo “eco” che profuma di campo fiorito per esattamente ventidue minuti. Ogni lavaggio è una piccola battaglia domestica tra igiene, tempo e rassegnazione.
A proposito, vogliamo parlare di asciugamani? Quei finti soffici blocchi di cotone che, se lavati male, diventano più ruvidi della carta vetrata. E dal cattivo odore, pure. Il motivo potrebbe essere un lavaggio sbagliato. Lo sai a che temperatura vanno lavati davvero? Scopriamolo.
Lavatrice: a che temperatura vanno lavati gli asciugamani
Nonostante tanta dedizione, gli asciugamani restano spesso il nostro punto debole. Duri, grigi, dall’odore incerto… possibile che stiamo sbagliando tutto fin dal pulsante “avvio”? Beh, sì, perché gli asciugamani non sono solo pezzi di stoffa: sono spugne che accumulano di tutto, dal sapone al calcare, passando per quel misterioso odore da armadio umido. E quindi lavarli “a temperatura bassa per non rovinarli” non è la soluzione geniale che pensavamo.
A 30 o 40 gradi l’acqua è gentile, troppo gentile. Toglie lo sporco visibile, ma lascia dietro di sé una piccola colonia di ospiti indesiderati. Per liberarli davvero di residui e cattivi odori serve un tocco più deciso: 60 gradi. È lì che il cotone respira, le fibre si rigenerano e gli asciugamani tornano a fare il loro lavoro senza profumare di palestra.

Solo così saranno freschi e profumati
Ovviamente non serve esagerare: lavaggi bollenti e detersivi aggressivi non li faranno più puliti, solo più stanchi. Meglio puntare sull’equilibrio: un ciclo regolare, niente cestelli stracolmi e magari un po’ di aceto bianco al posto dell’ammorbidente, per tenerli morbidi senza impiastricciare le fibre.
Lo sapevi, infatti, che l’ammorbidente non è poi questa grande idea? Sì, profuma e sembra regalare una morbidezza da pubblicità, ma è tutto fumo (di lavanda) negli occhi. A lungo andare, i suoi residui si depositano sulle fibre, le induriscono e trattengono più batteri di quanti ne eliminino. In pratica, l’effetto è l’opposto di quello promesso: asciugamani meno assorbenti e con quell’odorino inconfondibile di chiuso. Meglio l’aceto, discreto ma efficace. E non temere per l’odore, asciugando evapora.
