Ho speso 20.000€ per il cappotto termico ma ho scoperto che mi hanno truffato: non scalda nulla | La soluzione era solo questa
        La falla del cappotto termico - thebottomup.it
Una famiglia, dopo 20.000€ di cappotto termico, ha scoperto una realtà che fa rabbrividire – in tutti i sensi: “inutile, serve altro”.
Il freddo è arrivato in quasi tutta la penisola, e con esso la ricerca di soluzioni per mantenere il comfort in casa senza tenere acceso il riscaldamento tutto il giorno. C’è chi compra stufe, chi applica stagnola e materiali isolanti dietro ai caloriferi, e chi investe migliaia di euro per isolare le pareti.
Ed è qui il punto: la spesa non sempre equivale al risparmio. Ma perché un buon isolamento non ha funzionato? Pare un paradosso. E soprattutto: se nemmeno il cappotto ci salva, come rendere una casa davvero a prova di freddo – magari spendendo meno?
Quando il cappotto non basta: la storia di Mario e Giuseppe
Mario ha fatto in grande. Preventivi, pratiche, ponteggi. Venti mila euro di cappotto termico e l’idea di un inverno tiepido, finalmente. Poi arriva il freddo e succede l’imprevisto: la temperatura non tiene, l’umidità bussa, le bollette calano poco.
Che cosa è andato storto? Non il cappotto in sé (che ci teniamo a precisare, nel complesso è una valida soluzione), ma il contesto. Infissi vecchi, ponti termici irrisolti, cassonetti non coibentati, impianto sbilanciato.
È come montare gomme da pista su un’auto con i freni da rifare: la prestazione resta a metà. E qui arriva il punto: dobbiamo davvero cambiare tutto? Non necessariamente. Giuseppe, amico di vecchia data e con budget ridotto, ha scelto la via pragmatica.

Errori tipici, soluzioni intelligenti e perché il cappotto non ha funzionato
Il cappotto non è un supereroe: funziona solo se progettato sul caso specifico. Gli errori più comuni? Ignorare i ponti termici (pilastri, balconi, cassonetti), trascurare infissi e tenuta all’aria, oppure affidarsi a una posa frettolosa, con giunti non sigillati o materiali inadatti. Ultimo, ma decisivo: impianto non tarato dopo i lavori, con radiatori che scaldano a caso e temperature troppo alte.
Guarnizioni nuove, pannelli riflettenti, valvole termostatiche e una regolazione furba del termostato. Ha trattato la muffa, arieggiato meglio, isolato il sottotetto. Nessun effetto wow in facciata, ma dentro fa caldo prima e con meno gas. Morale: l’isolamento funziona solo se il sistema-casa è coerente. Altrimenti è un cappotto su una casa che spiffera.
Ora, qui si parla generalizzando. Ma entrando nel caso specifico, come si raddrizza la rotta senza spendere un patrimonio? Si parte dalla diagnosi: termografia, blower door test, igrometria per capire dove disperde la casa. Poi le priorità: chiudere gli spifferi, bloccare i ponti termici, valutare infissi basso-emissivi, migliorare la ventilazione e tarare l’impianto. E non dimenticare il sottotetto, spesso il punto con il miglior rapporto costo/beneficio. Il cappotto è solo un pezzo del puzzle: se mancano gli altri, il quadro non si chiude.
