Buon 25 aprile, festa della liberazione di tutta l’Italia e tutti gli italiani

Buona festa della Liberazione a tutti coloro che tengono in vita il prezioso ricordo della Resistenza , che sanno da dove nasce la nostra Repubblica, che credono ancora nella democrazia, nella libertà e nell’uguaglianza. , a chi non ne riconosce il valore, a chi interpreta la storia in modo fantasioso per subdoli fini politici e a chi ha troppa paura dei valori sopra elencati per sostenerli. Se possono esprimere liberamente le loro idee sbagliate è merito soprattutto di chi ci ha liberati dalla dittatura. Purtroppo questo giorno è ancora visto come la festa di una sola parte del paese, è strumentalizzato per fini politici dalle destre e dalle sinistre e rischia di essere svuotato del suo profondo e nobilissimo significato. Oggi si celebra la liberazione di tutta l’Italia e di tutti gli italiani da una vile dittatura fondata su una disgustosa ideologia, il fascismo, che per decenni ha tenuto in ostaggio l’Europa e il mondo lasciando dietro di se una striscia di morte, odio e regresso civile. , che va ben oltre l’appartenenza politica, di uomini, donne e bambini che sono arrivati a dare la vita per un’Italia libera dal fascismo. Nel loro rifiuto di appoggiare la dittatura a qualsiasi costo risiede la coscienza civile di tutto il nostro disastrato paese. Dalla loro scelta si è formata una catena di eventi che hanno messo fine al ventennio più nero e vergognoso della nostra storia. Ricordare significa conoscere la nostra Storia, individuare le cause di un periodo così buio e riconoscere i pericoli attuali. Fascismo, comunismo, nazismo sono ormai ideologie antiche che vivono solo sui libri di storia. Il mondo è cambiato, non è più quello di settant’anni fa, chi continua a vedere le cose in questa maniera è un timoroso nostalgico. Non esiste un partito fascista, un nuovo duce, una guerra mondiale alle porte. Esistono ancora, però, i mali che hanno alimentato quella squallida ideologia. Paura, ignoranza, nazionalismo, populismo, razzismo, xenofobia, chiusura mentale, violenza, intolleranza, omologazione del pensiero. Ora più che mai l’Italia e l’Europa si trovano di fronte questi mostri contro i quali ogni cittadino deve combattere la sua personale Resistenza. Questi nemici non sono quelli fisici che i partigiani combattevano settant’anni fa, non ti uccidono e non ti torturano ma sono molto più subdoli e difficili da battere, tant’è che ormai da secoli devastano la nostra civiltà. Significa studiare, informarsi, ragionare con la propria testa, confrontarsi, rifiutare le verità assolute e le risposte facili. Significa infine, più di ogni altra cosa, sapere da dove veniamo e a chi dobbiamo la nostra libertà.