ALGORITMI in Comune | L’IA usata anche dalle amministrazioni: cosa cambia nelle graduatorie e nelle assegnazioni

Intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale (Pexels) - Thebottomup

AgID proroga la ricognizione sui sistemi di intelligenza artificiale utilizzati nella Pubblica Amministrazione: un passaggio decisivo per capire come vengono usati gli algoritmi e quando i cittadini potranno chiedere spiegazioni.

L’uso dell’intelligenza artificiale nelle amministrazioni locali sta crescendo in modo costante, spesso senza che i cittadini sappiano davvero dove e come questi strumenti intervengano. Per questo AgID ha avviato una ricognizione ufficiale sugli algoritmi utilizzati da Comuni, Regioni ed enti pubblici, una mappa che serve a rendere più trasparente il modo in cui vengono gestiti servizi, valutazioni e decisioni automatizzate. La proroga dei termini conferma la complessità dell’operazione e la necessità di coinvolgere anche gli uffici più piccoli, spesso meno attrezzati sul piano digitale.

La ricognizione non è un esercizio formale: permette di capire quali strumenti siano già operativi e quali, invece, necessitino di adeguamenti per rispettare le nuove regole europee sull’IA. La trasparenza diventa il punto centrale, perché senza un inventario chiaro diventa difficile assicurare diritti, tutele e controlli sugli algoritmi che incidono sulla vita dei cittadini.

Perché AgID ha deciso la proroga e cosa devono comunicare i Comuni

Secondo AgID, molte amministrazioni hanno bisogno di più tempo per completare il quadro dei sistemi in uso: dagli algoritmi che supportano l’assegnazione di servizi ai cittadini a quelli che aiutono nella gestione del traffico, delle segnalazioni e delle pratiche interne. Il tema riguarda sia gli strumenti sviluppati internamente sia quelli acquistati da fornitori esterni, spesso integrati senza una vera consapevolezza dei loro meccanismi decisionali.

La proroga consente agli enti di inviare informazioni più precise su funzioni, dati utilizzati, modalità di addestramento e finalità operative dei sistemi. È un passo che richiede competenze tecniche e amministrative, perché non basta elencare i software: occorre capire se e come l’IA influisca sulle decisioni pubbliche. La ricognizione, inoltre, servirà per identificare eventuali rischi e individuare i casi in cui sono necessarie misure correttive.

AI
AI (Pexels) – Thebottomup

Quando i cittadini potranno chiedere spiegazioni su come decide un algoritmo

L’obiettivo finale della ricognizione è preparare il terreno all’applicazione piena delle regole europee, che prevedono il diritto dei cittadini a conoscere il funzionamento degli algoritmi che li riguardano. Significa che, una volta completata la mappa dei sistemi in uso, sarà più semplice stabilire procedure standard per richiedere chiarimenti, verificare la correttezza di un’assegnazione o contestare una decisione presa tramite IA.

Non si tratta solo di trasparenza informativa ma di un vero diritto di controllo. AgID punta a definire strumenti che permettano al cittadino di capire quali dati sono stati utilizzati, con quale logica l’algoritmo ha elaborato le informazioni e quali margini di errore esistano. La possibilità di chiedere spiegazioni non sarà più un privilegio tecnico, ma un diritto accessibile a tutti. La proroga, oggi, è quindi un passaggio fondamentale per costruire una Pubblica Amministrazione che utilizzi l’intelligenza artificiale in modo responsabile, verificabile e comprensibile.