L’Himalaya spezza vite | Due italiani morti e altri ancora dispersi | I pericoli delle vette
Himalaya - istockphoto - thebottumup.it
Le montagne del Nepal, spesso scenario di imprese eroiche e di rara bellezza, si sono trasformate ancora una volta in una tragedia.
L’alpinismo italiano ha subito un colpo molto duro. Stefano Farronato e Alessandro Caputo, due esperti scalatori, sono stati ritrovati senza vita sul Panbari Himal.
Questa è una vetta di 6.887 metri situata nel distretto di Gorkha. I due risultavano dispersi il 31 ottobre, dopo gli ultimi comunicati social. Purtroppo pare siano rimasti bloccati da una violenta tempesta di neve che ha investito la zona dove si trovavano a causa del ciclone Montha.
Le condizioni meteorologiche proibitive hanno reso impossibile ogni contatto per giorni, finché i soccorritori nepalesi non sono riusciti a raggiungere il Campo 1, dove hanno rinvenuto i corpi dei due alpinisti.
Un terzo membro della spedizione, Valter Perlino, è invece sopravvissuto, perché aveva interrotto la scalata ed è stato tratto in salvo.
Ricerche tra gelo e valanghe
Le operazioni di recupero si sono svolte in circostanze estremamente critiche. I soccorritori, con l’ausilio di elicotteri e squadre di alta quota, hanno dovuto affrontare temperature glaciali, forti venti e scarsissima visibilità. Le autorità nepalesi, in coordinamento con la Farnesina e il Consolato Generale d’Italia, hanno confermato l’identità delle vittime e avviato le procedure per il rimpatrio delle salme.
Purtroppo, la tragedia non si esaurisce qui: in altre zone dell’Himalaya, in particolare nella valle di Rolwaling, una valanga ha colpito il campo base del monte Yalung Ri (5.630 metri), provocando la morte di almeno sette persone. Tra i dispersi potrebbero figurare anche altri alpinisti italiani, sebbene non vi siano ancora conferme ufficiali sui nomi. Le condizioni meteo estreme continuano a rendere difficile l’intervento dei soccorritori, costretti a operare in situazioni instabili sia via elicottero sia a piedi.

La tristezza e il richiamo alla prudenza
L’intera comunità alpinistica italiana ha espresso profondo cordoglio per la scomparsa di Farronato e Caputo, due appassionati esperti che univano competenza tecnica e rispetto per la montagna. Le istituzioni italiane hanno assicurato il massimo impegno nel supportare le famiglie e nel coordinare con le autorità nepalesi ogni ulteriore operazione di ricerca.
E’ risaputo quanto le spedizioni in alta quota comportino rischi, anche per gli scalatori più preparati. In un contesto di crescente instabilità climatica, l’alpinismo estremo rimane un atto di vera passione ma anche di inevitabile esposizione al pericolo. Le cime del Nepal si confermano ancora una volta un confine sottile tra sogno e incubo.
