UFFICIALE MATTEO SALVINI, approvato decreto ADAS, da oggi devi averli montati sulla tua auto: senza non puoi circolare

Matteo Salvini

Matteo Salvini (credit: By © European Union, 1998 – 2025, Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=149833507) - thebottonup.it

Approvato il decreto ADAS per le auto: a breve dovranno averle tutte. Cosa sta davvero  succedendo in questi mesi.

Gli incidenti stradali sono diminuiti, ma non certo dimezzati. Non basta più punire chi guida male, se l’auto resta ferma al palo tecnologico. È questo il ragionamento che ha convinto l’Unione Europea – con il Regolamento UE 2019/2144 – a dire basta: non serve solo controllare l’atteggiamento del conducente, ma anche quello del veicolo. In altre parole, prevenire diventa un dovere.

Un colpo di sonno può capitare, così come un aumento improvviso di velocità, ma se la tecnologia può aiutarci a evitarlo, allora perché non usarla? In realtà l’obbligo è già previsto per le nuove immatricolazioni. Ma per quanto riguarda le vecchie auto? Qui arriva il nodo della questione.

Cos’è davvero il dispositivo auto ADAS

Tutto è iniziato il 7 luglio 2024, quando tutti i nuovi veicoli immatricolati in Italia hanno dovuto montare una serie di sistemi ADAS, in linea con il Regolamento (UE) 2019/2144. Una data che, a conti fatti, ha segnato una piccola rivoluzione nel settore dell’automotive: da quel momento, ogni auto nuova è uscita dalla fabbrica con occhi e orecchie aggiuntive.

Telecamere, radar, sensori che monitorano corsia, velocità, frenate improvvise e persino l’attenzione del conducente. In teoria, un passo avanti verso una guida più sicura. In pratica, un cambiamento che molti automobilisti hanno scoperto solo al momento di ritirare la macchina nuova.

Eppure, fin qui, nulla di sorprendente: la direttiva era europea e l’Italia ha semplicemente seguito la scia. Il vero dubbio nasce adesso, perché se per i nuovi modelli la regola è già legge, per i veicoli che circolano da anni la questione sembra prendere una nuova forma.

Illustrazione mano che tiene un'auto disegnata con i simboli di varie tecnologie ADAS
Il dispositivo ADAS – thebottomup.it

Chi dovrà montare l’ADAS sull’auto nel 2025/2026

La normativa, in realtà, è chiara: a doversi adattare sono le case automobilistiche, non i conducenti. Significa che il costo e l’installazione dei sistemi ADAS spettano ai produttori, non a chi guida. Fin qui tutto lineare, se non fosse per un piccolo dettaglio che cambia completamente la prospettiva: il parco auto italiano è tra i più vecchi d’Europa.

Un dato che il governo conosce bene e che Bruxelles non perde occasione di ricordare, puntando il dito contro l’Italia per i livelli di inquinamento ancora troppo alti rispetto alla media europea. E allora il dubbio viene spontaneo: la corsa verso l’elettrico e la sicurezza tecnologica arriverà davvero a destinazione, o sarà ancora una volta l’automobilista a dover mettere mano al portafoglio per adeguarsi?

Al momento non esistono proposte ufficiali che impongano retrofit o obblighi diretti ai proprietari, ma la domanda resta aperta. Anche perché i bonus auto oggi disponibili – pur generosi sulla carta – sembrano coprire solo una piccola parte dei cittadini pronti a cambiare veicolo. E la transizione che si prospetta, stavolta, non è solo ecologica: è una vera e propria rivoluzione di sicurezza.