Uomini e sport - istockphoto - thebottomup.it
Un nuovo studio pubblicato su Nature Cardiovascular Research sta riscrivendo le regole dell’attività fisica maschile.
La scienza si interroga sul fatto che gli uomini debbano fare il doppio dell’esercizio delle donne. Questo per ottenere la stessa riduzione del rischio di malattie coronariche.
Una ricerca, condotta dal Dott. Jiajin Chen dell’Università di Xiamen in collaborazione con il progetto UK Biobank, ha analizzato i dati di oltre 80.000 individui monitorabili.
I risultati sono stati stupefacenti: per ridurre del 30% il rischio di malattie cardiache, le donne devono praticare circa 250 minuti di attività fisica settimanale, mentre gli uomini devono arrivare a 530 minuti, quasi nove ore.
Le linee guida attuali, prescrivono circa 150 minuti di esercizio moderato o 75 minuti intenso a settimana, secondo il Servizio Sanitario Nazionale britannico (NHS). Purtroppo però sembrano non tenere conto delle differenze fisiologiche di genere che influenzano la risposta del cuore all’attività motoria.
Tramite questa ricerca, gli studiosi hanno osservato che le donne traggono benefici cardiovascolari maggiori anche con livelli di attività contenuti. Nel gruppo sottoposto a monitoraggio, quelle che raggiungevano i 150 minuti di esercizio settimanale presentavano un rischio inferiore del 22% di sviluppare malattie cardiache nell’arco di otto anni. Mentre a parità di condizioni solo il 17% degli uomini traeva beneficio con lo stesso impegno fisico.
La spiegazione, secondo i ricercatori, potrebbe risiedere nelle differenze ormonali e metaboliche: gli estrogeni proteggono i vasi sanguigni e le donne sembrano metabolizzare zuccheri e grassi con maggiore efficienza durante lo sforzo.
Ancora più eloquenti i dati relativi su 5.000 pazienti già colpiti da coronaropatie. Le donne fisicamente attive mostravano un rischio di mortalità tre volte inferiore rispetto agli uomini che svolgevano la stessa quantità di attività fisica. Un risultato che evidenzia come l’esercizio, per il cuore femminile, rappresenti un autentico boost di longevità.
Il professor Yan Wang, coautore dello studio, ha enunciato che “entrambi i sessi ottengono benefici sostanziali dall’attività fisica”, ma riconosce che le donne nel mondo sono mediamente meno attive. “Ci auguriamo che i nostri risultati le incoraggino a muoversi di più”, afferma.
La Dott.ssa Emily Lau del Massachusetts General Hospital spinge oltre la riflessione: “È tempo di passare dal dialogo all’azione. La medicina del futuro dovrà integrare strategie differenziate per genere, perché il cuore non risponde allo stesso modo in uomini e donne”.
Un messaggio lapalissiano: l’esercizio resta la miglior medicina.
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