UFFICIALE LAVORO, Giorgetti introduce la quindicesima mensilità: ti spettano 2600€ tutti in una volta | Ecco quando arriverà
 
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Moltissimi dipendenti potranno contare sulla quindicesima mensilità: di cosa si tratta e perché è stata introdotta.
Che la situazione in Italia sia alquanto precaria, dal punto di vista economico e lavorativo, è un dato di fatto. Il mondo del lavoro, infatti, non vede come protagonista soltanto i contratti al limite della legalità, ma anche stipendi che non valorizzano, spesso e volentieri, l’operato del dipendente.
Si potrebbe dunque parlare di premio per descrivere ciò di cui si discute in questi mesi: da una parte rappresenta una vera valorizzazione del lavoro, dall’altra si traduce in un’integrazione economica significativa per moltissimi lavoratori.
Anche se viene erogata solo una volta all’anno, resta comunque un aiuto concreto, pur senza modificare l’entrata mensile ordinaria.
La quindicesima mensilità
La notizia ha attirato subito l’attenzione di moltissimi lavoratori, perché rappresenta a tutti gli effetti un salto di qualità importante per gran parte dei contratti collettivi nazionali. Tuttavia, è bene capire nel dettaglio di cosa si tratta e quali categorie potranno effettivamente beneficiare di questa cosiddetta quindicesima mensilità.
Prendiamo il caso Ferrero, quello che più di tutti ha fatto parlare nell’ultimo periodo. Come ogni anno, nel mese di ottobre l’azienda riconosce ai propri dipendenti un premio che può arrivare fino a 2.580€ lordi, accreditato insieme allo stipendio ordinario. Per quanto possa sembrare una vera e propria mensilità aggiuntiva, non si tratta di una quindicesima, ma di un premio di produzione legato ai risultati aziendali – una pratica che molte altre realtà, come Luxottica o Barilla, applicano ogni anno.
Dunque, l’idea di una possibile introduzione ufficiale della quindicesima mensilità appare remota? In realtà, no. Ed è proprio qui che si concentra il cuore della discussione.

La quindicesima mensilità: tra mito e discrezione aziendale
La cosiddetta quindicesima mensilità, che molti hanno confuso con una nuova misura introdotta nei contratti collettivi nazionali, non è una legge, né un diritto automatico. Si tratta di un’opzione a discrezione del datore di lavoro, che può scegliere di riconoscere un premio aggiuntivo ai propri dipendenti.
Che sia un premio di produzione o un incentivo collegato ai risultati, l’importo varia in base a diversi criteri: andamento aziendale, produttività, performance individuali o di stabilimento. In molti casi, queste somme equivalgono a una vera mensilità extra, e non è un caso che molte aziende la utilizzino per aumentare la motivazione e la produttività. Basti pensare a realtà come Ferrero, Luxottica, Barilla o Lavazza, che da anni adottano questa formula come strumento di fidelizzazione e riconoscimento.
Resta il fatto che l’Italia, oggi, non sembra ancora pronta a rendere obbligatorio un premio di produzione generalizzato. O forse, più semplicemente, non si possono costringere le aziende a prevederlo per legge. I dubbi sono tanti, ma una cosa è certa: le discussioni nate in queste settimane dimostrano come, anche da una confusione giornalistica, possano nascere spunti utili per migliorare – se non cambiare – il mondo del lavoro.
