Inps, regalo a tutti gli anziani d’Italia: 5 anni di contributi bonus | vai in pensione subito e prendi il massimo
Pensione INPS: come ottenere 5 anni di contributi extra - thebottomup.it
Fino a dicembre 2025, moltissime persone potranno richiedere fino a 5 anni di contributi all’INPS senza averli effettivamente lavorati.
Una notizia importante per molti, se non per la maggior parte di chi ha lavorato in Italia. Si parla di chi è vicino alla pensione, ma anche dei giovani costretti ogni giorno ad accettare lavori in nero, part-time, contratti precari o formule al limite della legalità.
Succede di continuo, ma ci si pensa solo verso i sessant’anni, quando la pensione è alle porte (almeno, così dovrebbe essere) ma il numero di contributi non è dalla loro parte.
Ora però un’opportunità è davvero presente – anche se per poco: la possibilità di ottenere fino a 5 anni di contributi figurativi semplicemente presentando domanda.
Pensione, un regalo che vale cinque anni di lavoro
Non capita spesso che l’INPS offra una seconda possibilità, ma questa volta lo fa per davvero. Fino a dicembre 2025 chi ha lavorato in Italia potrà recuperare fino a cinque anni di contributi, anche se non li ha mai versati. Un’occasione pensata per chi, nel corso della carriera, si è trovato a fare i conti con periodi scoperti: contratti interrotti, lavori in nero, maternità, infortuni o semplicemente momenti in cui la vita si è messa di traverso.
In pratica, si possono ‘aggiungere’ anni contributivi alla propria posizione, col vantaggio di anticipare la pensione o aumentare l’importo dell’assegno. È la cosiddetta pace contributiva, un istituto che trasforma i vuoti lavorativi in anni utili, riconosciuti dall’INPS come se fossero stati regolarmente lavorati. E stavolta la finestra è reale, ma anche limitata nel tempo.

Cos’è la pace contributiva e chi può richiederla
La parte interessante arriva qui, perché la pace contributiva non è solo un’idea visionaria: è una possibilità reale, con regole e cifre precise. I contributi possono essere riscattati pagando un importo che varia in base alla retribuzione degli ultimi 12 mesi e all’aliquota contributiva della gestione in cui si è iscritti. In media, un anno costa circa il 33% della retribuzione lorda annua: chi guadagna 30.000€ lordi, per esempio, spenderà intorno ai 10.000€ per riscattare un solo anno. Chi guadagna la metà, 5.000€. Ma non bisogna darli necessariamente tutti insieme.
Non serve però saldare tutto subito. L’INPS consente di pagare fino a 120 rate mensili senza interessi, con una rata minima di 30€. È una forma di ‘abbonamento alla pensione’ che permette di distribuire la spesa anche su dieci anni, a patto di non chiedere la pensione durante la rateizzazione: in quel caso, il saldo va chiuso in un’unica soluzione.
I periodi riscattati vengono considerati a tutti gli effetti come anni di lavoro: valgono sia per anticipare l’età pensionabile sia per aumentare l’importo dell’assegno.
La finestra resta aperta solo fino al 31 dicembre 2025, quindi conviene muoversi: dopo quella data, l’INPS chiuderà le domande e questa “pace contributiva” tornerà a essere solo un’occasione mancata.
