Telefonia, verso una penalizzazione dei consumatori | Aumenti automatici e più libertà per i call center nella gestione dei dati
Attenzione alle compagnie telefoniche - Pixabay - thebottonup.it
Sta probabilmente per mutare la normativa a tutela dei consumatori per quanto concerne i contratti con le compagnie telefoniche.
La normativa che vi lega al vostro gestore telefonico attualmente è favorevole al consumatore. Ossia chi ha un contratto con un operatore telefonico può disdire in qualsiasi momento.
Ovviamente, in questa casistica bisogna sostenere i costi tecnici di disattivazione o eventuali rate residue di modem o dispositivi acquistati a rate. Eventuali penali sono vietate ex lege.
La legge, però, prevede una tutela fondamentale: se l’operatore aumenta i prezzi o modifica le condizioni del contratto stipulato, il cliente può recedere gratuitamente entro 30 giorni, senza pagare nulla.
Questo perché ogni aumento è considerato una “modifica unilaterale del contratto” e, quindi, non può essere imposto senza dare al consumatore la possibilità di scegliere. Grazie a questa norma gli utenti sono liberi di cambiare operatore quando le tariffe salgono senza subire passivamente rincari.
La novità al Senato: aumenti automatici e addio al recesso gratuito
Al Senato è al vaglio la proposta di modifica inserita nel disegno di legge sulla concorrenza e sostenuta dalla maggioranza di governo. Questa prevede un cambiamento sostanziale. Infatti, le compagnie potrebbero inserire nei nuovi contratti una clausola di adeguamento automatico dei prezzi. Ossia, un meccanismo che consente di aumentare le tariffe una volta l’anno, in base all’inflazione, senza che questa sia considerata una modifica contrattuale.
In parole più semplici, gli aumenti diventerebbero “previsti” sin dalla firma del contratto , ergo non darebbero diritto al recesso gratuito. Chi volesse disdire dovrebbe comunque pagare i costi di chiusura e le eventuali rate ancora dovute. La norma si applicherebbe ai nuovi contratti o a quelli che hanno già subito variazioni economiche nell’ultimo anno. In sostanza, il potere di scelta del cliente verrebbe drasticamente ridotto. Le compagnie tornerebbero ad avere più potere come era in passato.

Più libertà nella gestione dei dati dei clienti
Il disegno di legge introduce anche una norma che riguarda la cessione dei dati ai call center. Oggi i numeri e le informazioni personali dei clienti possono essere utilizzati per finalità commerciali solo con il consenso esplicito dell’utente e nel rispetto del Registro pubblico delle opposizioni.
Con le nuove regole, le compagnie telefoniche sarebbero libere di condividere i dati personali delle persone con società partner o call center, anche per attività promozionali, senza la richiesta di consenso. Il rischio, secondo le associazioni dei consumatori, è un aumento delle chiamate indesiderate e una riduzione del controllo dei cittadini sull’uso dei propri dati personali.
