“Auguri figlio mio”: la madre ha bonificato il regalo al figlio e la finanza l’ha accoltellata: una multa mai vista nella storia
Bonifici ai familiari: quando scatta l'accertamento fiscale - thebottonup.it
Voleva fare un regalo al figlio, ma si è trovata faccia a faccia con il Fisco: quando un semplice bonifico tra familiari può costare caro.
Lode a tutte le mamme che ancora oggi fanno regali ai propri figli. E, ovviamente, lo stesso vale per papà, nonni e parenti. Fin qui nulla di strano. Il problema nasce quando a festeggiare non è chi riceve il dono, ma il Fisco – sempre pronto a controllare i movimenti di denaro.
Perché un regalo non dev’essere per forza una cifra importante: anche poche centinaia di euro, se inviate nel modo sbagliato, possono far scattare controlli fiscali o perfino la tassazione dell’importo.
Il punto è che nessuno ci pensa, soprattutto chi non ha nulla da nascondere o conosce poco le regole fiscali. Eppure, a volte basta un dettaglio per finire sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate. È ciò che è successo a Valentina, che si è ritrovata – metaforicamente parlando – a ricevere una vera e propria coltellata dal Fisco.
Bonifico al figlio e problemi con il Fisco: il caso di Valentina
Tutti i mesi Valentina versava sul conto del figlio la quota per l’affitto. Questo mese, oltre al consueto aiuto, ha aggiunto un piccolo regalo per il compleanno: nulla di clamoroso, qualche centinaio di euro. Fin qui, gesto normale. Peccato che quei movimenti — ripetuti e non spiegati — abbiano attirato l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate.
L’’accusa’? Evasione fiscale, o meglio: redditi non giustificati. Perché per il Fisco ogni versamento sul conto può essere considerato un’entrata, a meno che non sia accompagnato da una causale o da documenti che ne chiariscano l’origine. E così, quella che doveva essere una semplice attenzione materna, si è trasformata in un controllo vero e proprio. Ma per quale motivo? E poi, è possibile evitare tutto questo?

Quando un gesto d’affetto diventa un caso fiscale
Nel caso di Valentina, i soldi non provenivano da uno stipendio: erano risparmi messi da parte, caricati mese dopo mese sul conto. Ma per l’Agenzia, senza prove che attestino l’origine di quei fondi, il rischio è che sembrino ‘ricavi non dichiarati’, quindi soggetti a tassazione. Se la contribuente non riesce a dimostrare la natura dei versamenti, può andare incontro a tasse aggiuntive e sanzioni amministrative.
Eppure bastava poco per evitarlo: una causale chiara. Scrivere ‘contributo affitto maggio 2025’ o ‘regalo compleanno figlio’ avrebbe reso tutto trasparente fin da subito. Per somme più alte, è utile anche conservare le prove – estratti conto, ricevute o dichiarazioni – o formalizzare l’operazione con una scrittura privata. Eppure, molte persone come Valentina, ancora non lo sanno.
In fondo, la prevenzione è semplice: parlare chiaro col Fisco prima che sia lui a bussare alla porta.
