Vivere accanto alla miniera di rame: testimonianze da Bor, Serbia

Vivere accanto alla miniera di rame: testimonianze da Bor, Serbia

, ma non è l’unico materiale che si trova nel Paese: si più di 50 tipi di minerali, distribuiti in oltre 200 depositi. Stiamo parlando soprattutto di metalli come rame, oro, piombo, zinco, carbone, ma anche presenti giacimenti di petrolio e gas. L’industria mineraria da sola contribuisce all’1.9% del PIL, e il Governo serbo l’obiettivo di arrivare al 4%. Il settore minerario potrebbe diventare il punto di forza dell’economia serba, ma a che prezzo? I più importanti depositi di rame e oro sono concentrati nella parte orientale del Paese, nelle aree percorse dai fiumi Timok e Pek. Nella municipalità di Bor, capoluogo dell’omonimo distretto, si trova il più grande giacimento di rame in Serbia. Il rame fu scoperto a fine del diciannovesimo secolo, e una compagnia francese aprì la . Dopo la seconda guerra mondiale, la miniera venne nazionalizzata sotto la RTB Bor. «[RTB Bor] era l’unica ditta, e dava lavoro a tutta la provincia, non c’erano altre opzioni economiche» ha raccontato a (“Difendiamo il fiume Mlava”). «Bor si sviluppa con un’immigrazione interna di persone provenienti da zone meno sviluppate della Serbia. Queste persone sono venute qui, hanno avuto un lavoro decente e hanno ottenuto una casa, durante il socialismo funzionava così». Tra gli anni ‘50 e ‘90 il complesso è stato ampliato, creando nuovi posti di lavoro: Mosic racconta che negli anni ’70, quando la città contava poco più di Nei primi anni 2000 è crollata la produzione, a causa probabilmente sia delle del 1998 legate alla guerra in Kosovo, sia per mancati investimenti che hanno aumentato il costo di estrarre. L’economia locale, fortemente dipendente dalle miniere, ne ha risentito fortemente. Vladan Mosic ha frequentato le scuole superiori a Bor tra il 2000 e il 2004, e racconta che la vita lì era difficile: povertà e criminalità erano molto diffuse. «Negli anni ‘90 e primi anni del 2000, quando c’era tutta questa situazione di crisi e disastro economico, quello che voleva la persona media di Bor era che la miniera fosse riattivata, rifinanziata. Non si è mai considerata la chiusura della miniera come un’opzione». In seguito ad anni di bilanci in negativo, a dicembre 2018 RTB Bor è stata venduta alla compagnia mineraria cinese Zijin Mining Group, che aveva presentato un , accettando inoltre di coprire i debiti di RTB Bor fino a 200 milioni di dollari e di investire altri 350 milioni, promettendo di mantenere 5mila posti di lavoro. Oggi, attraverso la società Serbia Zijin Bor Copper, di cui il 63% delle azioni da Zijin e il restante 37% è del Governo serbo, il colosso cinese quattro miniere di rame, oro e argento (Veliki Krivelj, Novo Cerovo, Jama e Majdanpek), una cava di calcare e una fonderia e raffineria. A pochi giorni di distanza dall’acquisizione di RTB Bor, Zijin ha ottenuto le quote di maggioranza del progetto che, una volta completamente in funzione, renderebbe la Serbia il secondo maggiore produttore di rame in Europa. L’interesse del colosso cinese per i giacimenti di Bor si ricollega al consolidamento dei rapporti tra Pechino e Belgrado negli ultimi anni: la Serbia è parte della strategia cinese di finanziamenti esteri (la cosiddetta “Nuova Via della Seta”) dal governo serbo. Qual è l’impatto di questi enormi accordi economici e politici sulla popolazione? A sud di Bor scorre il fiume Borska Reka: è un , non ci sono tracce di vita. Le acque gialle sono contaminate da decenni di scarichi non trattati provenienti dal complesso estrattivo, e arrivano , togliendo agli abitanti la possibilità di allevare e coltivare. Lo stesso problema colpisce il comune di Oštrelj: il vicino fiume Krivelj attraverso un bacino di accumulo dei residui di flottazione, assorbendo e trasportando le sostanze tossiche. «Tutto quello che coltivano, tutto quello che mangiano, tutto quello che respirano è inquinato», ha affermato Mosic. Nei giorni in cui i livelli di inquinamento dell’aria sono peggiori, , i cittadini si chiudono in casa e non possono nemmeno stendere i panni fuori perché diventano gialli. Questa nebbia è ricca di anidride solforosa, un gas tossico prodotto durante la lavorazione dei minerali. L’anidride solforosa intacca la salute umana, provocando problemi respiratori come bronchite e asma, Come se non bastasse, l’impianto rilascia nell’aria anche polveri sottili PM10, contenenti sostanze chimiche velenose come piombo e arsenico, che hanno contribuito a un .  «Quando è arrivato Zijin, hanno messo dei filtri per diminuire l’anidride solforosa, e i livelli si sono abbassati, ma tutti gli altri elementi che sono ancora più cancerogeni, che però non puzzano e non puoi dire se ci sono, » ha commentato Mosic. «C’è anche molto più inquinamento semplicemente perché la per eccessivo inquinamento. In diversi punti della città sono state installate stazioni di rilevamento della qualità dell’aria, e solo nel mese di agosto 2020 le emissioni di anidride solforosa per 18 giorni la soglia consentita per legge di 350 microgrammi per metro cubo. In seguito alla denuncia e alle proteste dei cittadini, Zijin ha dichiarato che le alte emissioni erano dovute a un guasto e ha . Un anno dopo, stesso trend: nel 2021 a Bor si sono registrati i CCP, nel contratto per la vendita di RTB Bor, tenuto segreto inizialmente, Zijin non verrà sanzionata per danni all’ambiente durante il periodo immediatamente successivo all’acquisto del complesso, ma non è specificato quando finirà questo lasciapassare. «Lo Stato non lavora per l’interesse pubblico, ma lavora per l’interesse delle compagnie private», ha commentato Mosic. La situazione non migliorerà nel breve periodo, anzi. Zijin sta espandendo il complesso di rame e oro, in particolare intende ampliare le miniere a cielo aperto di Veliki Krivelj e Majdanpek . Come si espande una miniera? Sottraendo terreni ai cittadini. Secondo la legge serba, l’espropriazione dei terreni può avvenire solo in casi di pubblico interesse come per la costruzione di strade o infrastrutture. Ma, grazie alla legge sulle Miniere e sulle Esplorazioni Geologiche, l’estrazione e l’esplorazione di depositi di “materiali di importanza strategica” come rame e oro, L’ampliamento delle miniere sta inghiottendo i villaggi vicini. Già negli anni ‘80 e ‘90 ha costretto lo Stato serbo a trasferire decine di famiglie dei comuni di Krivelj e Oštrelj, e oggi stanno per venire spostati di nuovo. I cittadini di Krivelj hanno già visto nel 2019 circostanti, quando Zijin ha aperto la miniera Novo Cerovo, e adesso si sta pianificando di spostare l’intero villaggio. Anche per gli abitanti di Oštrelj la miniera è arrivata sotto le loro case, ma a differenza di Krivelj, non esiste un piano ufficiale di trasferimento, e Zijin sta siglando accordi con le singole famiglie, sostiene Mosic. Dove sposteranno il villaggio? Chi costruirà e pagherà le case e le infrastrutture? I cittadini non hanno risposta a queste domande. «Il 90% del territorio della provincia è stato dato con licenze di esplorazione a varie ditte. Potrebbe contenere future miniere, non c’è neanche spazio dove trasferire i villaggi». Zorana Mihajlović, all’epoca ministra del Ministero dell’Estrazione Mineraria e dell’Energia, ha giustificato la riallocazione che «va bene che le miniere si espandano, è quello che vogliamo». Gli abitanti di Krivelj avrebbero senz’altro da ridire, ma «le comunità locali non possono fare niente, perché non hanno le istituzioni dalla loro parte», ha commentato Vladan Mosic. La dinamica di potere sembra già vista: grandi investitori e grandi capitali, una popolazione costretta a sacrificare la salute per poter lavorare: più di persone lavorano nel complesso minerario, e se la miniera chiudesse non avrebbero altre opzioni. «Nessuno dice di chiudere le miniere, ma bisogna chiarire e limitare i confini, fare rispettare le leggi a Zijin», ha sottolineato l’attivista. «Ormai la miniera è lì da più di 100 anni, non hanno conosciuto niente di diverso, però la questione è diversa a Laznica». , villaggio nativo di Mosic, si trova nel comune di Žagubica, nel distretto di Braničevo. È un piccolo comune di 2000 abitanti, situato nei Monti Homolje. «In tutta la zona di Laznica e della Serbia dell’est c’è l’oro», ha raccontato a Ksenija Kolerovic, attivista insieme a Mosic nel gruppo Mlava – Odbrana Reke Mlave. «Praticamente metà della Serbia orientale, tutta la zona delle montagne , che appartiene alla compagnia canadese Dundee Precious Metals. Il progetto per estrarre oro si estenderebbe su un’area che comprende nella zona di Potaj Cuka-Tisnica, a pochi chilometri dal villaggio di Laznica. Il deposito di oro fu scoperto nel 2008, ed è tuttora in fase di studio di fattibilità, ma dalle prime ricerche, le previsioni parlano di una produzione annua di oltre dai restanti minerali grezzi. Non tutti gli abitanti della zona hanno preso bene questa notizia e temono che, se non trattato correttamente, il veleno arrivi alle acque sotterranee. L’area attorno a Laznica è immacolata, ricca di verde. Qui nascono i maggiori fiumi della zona orientale del Paese, e l’inquinamento generato dalla miniera potrebbe distruggere l’intero ecosistema. Inoltre, una parte dell’area concessa in licenza di esplorazione si estende all’interno dell’area Kučaj-Beljanica, che è stata I Comuni di Laznica e Žagubica non sono industrializzati, prevalgono agricoltura non intensiva e pascoli. «Quando hai una zona così economicamente depressa è anche facile vendere una miniera come un qualcosa che salverà la situazione e porterà progresso e soldi, infatti tanti nel paese ci credono, ma è un investimento miope», ha commentato Kolerovic. «Anche dopo 50 anni di estrazione intensiva, Dundee o chiunque poi andranno via, e cosa rimane?». Laznica non deve diventare la nuova Bor. «Si può pensare al turismo, alla produzione biologica di cibo, a qualsiasi altro tipo di direzione, ma aprire una miniera vuol dire distruggere tutto il resto come potenziale».