Le saline di Manaure, Guajira. Multinazionali, governo e Wayuu: conflitto sulle risorse

Le saline di Manaure, Guajira. Multinazionali, governo e Wayuu: conflitto sulle risorse

La Guajira è la regione più a nord della Colombia e dell’intero Sudamerica. �? abitata dalle comunità dei Wayuu, che oppose una forte resistenza all’invasione spagnola. Principalmente desertica, è attraversata da due strade di terra battuta, il resto dei collegamenti sono piste su polvere e sabbia, tra bassi arbusti e capre. in materie prime. Nel sud della regione, a Cerrejón, si trova la più grande miniera di carbone a cielo aperto del Sudamerica, soprannominata “il mostro”: oltre al forte impatto ambientale diretto, la miniera ha tolto alle persone la poca acqua a disposizione, e quella che rimane è contaminata, ha spiegato . In Italia, all’acquisto di carbone “sporco” si è opposto l’attivismo di Da Cerrejón si guida verso nord lungo una delle strade principali, non asfaltata, per diverse ore, facendo rifornimento di acqua e benzina a Uribia. Da qui, seguendo piste battute per circa un’ora, si arriva all’altra grande fonte di reddito della Guajira, una delle più antiche: il sale. Le saline di Manure producono il del sale consumato in Colombia, e storicamente vennero sfruttate dalle popolazioni locali, quando il sale fungeva da mezzo di pagamento negli antichi commerci locali. Le saline e la vicina città di Manaure. Immagine satellitare PlaceMarks/The Bottom Up lo Stato decise di dichiarare proprietà nazionale tutte le miniere di sale del territorio; alla fine degli anni ’80, le popolazioni native rivendicarono il loro diritto allo sfruttamento delle saline attraverso una serie di scioperi. Nel 2002 il governo cedette il 51% delle saline di Manaure a tre comunità Wayuu: Waya Wayuu, Asocharma e Sumain Ichi, per un totale di 76%. Il restante 24% appartiene al Comune di Manure. Mentre la proprietà è della popolazione, l’accordo vincola i Wayuu ad affidare la gestione a una società privata. Scontenti dalla decisione, i Wayuu decidono inizialmente di gestire in modo autonomo le saline, ma perdite ingenti portano all’intervento statale nel 2010, e alla gara d’appalto vinta nel 2014 dalla multinazionale venezuelana BigGroup. L’azienda non riesce a migliorare i conti: la capacità produttiva rimane al milioni di euro (a parità di potere d’acquisto, PPP). Nel giugno 2023 il governo si è detto pronto a investire circa 1 milione di euro, per riattivare 400 posti di lavoro, con le saline che generano un indotto per circa I tubi che portano l’acqua del mar dei Caraibi nelle vasche della salina. Inizialmente l’acqua dell’oceano viene pompata in vasche dove sole, venti forti e la quasi totale assenza di precipitazioni fanno evaporare l’acqua, aumentando il grado di concentrazione salina. A questo punto l’acqua viene spostata nelle cosiddette vasche dalle quattro alle sei settimane, si formano i cristalli di sale grezzo. Il colore rosa che si vede dall’immagine satellitare è dovuta a una non infrequente alta concentrazione di insetti e crostacei, come artemie e chironomidi, gli stessi che donano la pigmentazione ai fenicotteri della vicina riserva naturale di Camarones. Il sale grezzo, accumulato in piccole piramidi in ogni vasca, viene trasportato nei punti di raccolta, verso il lato est delle saline, dove c’è la strada. Da lì viene messo in sacchi da circa 30kg e spedito alla città di Rioacha, dove viene raffinato e viene venduto al resto della Colombia sotto forma di sale da cucina o altri derivati. Il trasporto del sale avviene unicamente per autocarro, lungo la strada che costeggia la ferrovia dedicata al trasporto del carbone del Cerrejón. Il passamontagna è un indumento prezioso per proteggersi dalla polvere delle strade del deserto approfittando di un passaggio, fondamentale ora che la benzina venezuelana non arriva più e quella colombiana costa circa il triplo.