Attivisti per il diritto ad abitazioni dignitose in pericolo a Tembisa

I membri di Abahlali sono finiti nel mirino dei sicari e della polizia metropolitana per aver osato protestare contro il trasferimento fallimentare degli abitanti delle baracche da un insediamento all’altro. 21 giugno 2022: in un sito vicino al villaggio di Zikode, a Tembisa, alcuni operai costruiscono le baracche di una sola stanza, di otto metri per otto, in cui verranno trasferiti i residenti di eDampini. Anche nelle settimane più secche dell’inverno nella provincia del Gauteng, Musa Nonkwelo, 19 anni, deve aggirare un ruscello di acqua torbida e inquinata ed evitare una zona di terreno scuro e fangoso per raggiungere la porta d’ingresso della sua casa. All’interno, dell’acqua filtra attraverso il pavimento della baracca. Durante i mesi estivi, racconta, «la situazione si aggrava sempre di più quando ci sono forti piogge, perché il posto non si libera mai dell’acqua». Ogni anno, la baracca che condivide con la nonna e i quattro fratelli viene allagata e i loro mobili danneggiati. Nonkwelo ha vissuto a eDampini, un insediamento di baracche, per la maggior parte della sua vita. Si è recentemente laureata in drammaturgia ed è un’attivista del movimento nato dagli abitanti delle baracche Abahlali baseMjondolo. Melita Mgcobo, 41 anni, leader dinamica delle comunità e direttrice della sezione di Vusimuzi del movimento Abahlali, ha fatto da mentore a Nonkwelo perché diventasse un’attivista che parla apertamente del disinteresse e dei soprusi del governo nei confronti degli abitanti delle baracche. 21 giugno 2022: Musa Nonkwelo, residente dell’insediamento eDampini, dice di essere stata presa di mira perché si batte per ottenere condizioni di vita dignitose. Sia Ngcobo che Nonkwelo sono state prese di mira per il loro impegno nella lotta per ottenere condizioni di vita dignitose. Nonkwelo afferma che, durante un’occupazione delle terre all’inizio di giugno, la polizia metropolitana di Ekurhuleni ha sparato proiettili di gomma contro di lei e oltre una dozzina di altri attivisti. Ngcobo, che sostiene di essere stata aggredita e arrestata dalla polizia nel 2019, afferma che di recente due uomini armati l’hanno intimidita nella sua casa a eDampini. «Forse la prossima volta andranno fino in fondo», dice. Alla luce del fenomeno diffuso degli assassini di attivisti di Abahlali baseMjondolo, i membri della sezione di Vusimuzi si ritengono fortunati che nessuno sia stato ucciso. A maggio dello stesso anno, 23 membri del movimento erano stati assassinati. Alla fine degli anni ’90, con la crescita progressiva delle comunità di Tembisa, eDampini è stata costruita su un terreno che in precedenza era una discarica. Gli strati di rifiuti sotto il terreno impediscono semplicemente all’acqua di defluire dalle case. Sebbene ci sia un eccesso di acqua inquinata, manca l’acqua potabile. Il Comune non è stato in grado di fornire i servizi idrici di base e i residenti devono affidarsi a rubinetti condivisi e a bagni portatili, e scaricare l’acqua sporca dalle case servendosi di tubature interrate in maniera superficiale. Nonkwelo si preoccupa per la nonna, la quale cammina con le stampelle sul terreno irregolare e fradicio del loro quartiere. L’umidità costante peggiora i suoi problemi di salute cronici. Nonkwelo è particolarmente preoccupata perché l’acqua ha eroso le strade dell’insediamento tanto gravemente che i veicoli del servizio di emergenza non possono percorrerle. «Non ci arrivano le ambulanze. Non ci arriva niente. Siamo oppressi,» sottolinea. I residenti raccontano di dover trasportare di corsa i pazienti su carriole per raggiungere il confine dell’insediamento, dove li aspetta l’ambulanza. Queste condizioni portano Nonkwelo e Ngcobo a voler entrambe lasciare eDampini, come molti altri residenti dell’insediamento. Vogliono trasferirsi a 2 km di distanza, in un pezzo di terra vicino al villaggio di Zikode, un’occupazione delle terre istituita nel 2019 e intitolata a S’bu Zikode, fondatore di Abahlali. Il consigliere comunale Hendrick Selwana è il terzo a promettere di spostare i residenti dall’inquinamento e dall’umidità di eDampini. All’inizio di giugno, l’amministrazione comunale ha iniziato a trasferire alcune famiglie nel sito vicino al villaggio di Zikode. Selwana ha rifiutato di esprimersi a proposito. 21 giugno 2022: un cucciolo beve dal ruscello inquinato che attraversa l’insediamento di baracche di eDampini. Tuttavia, per molti di loro, che vivevano in baracche dotate di più stanze e con almeno un cortile di dimensioni modeste a eDampini, le baracche di una sola stanza, grandi otto metri per otto, in cui vengono ora trasferiti i residenti rappresentano un passo indietro. «Ciò che chiedo è che se vogliono portarci via dalle nostre case in riva al fiume, devono portarci in un posto migliore», dice Ngcobo. «Non potete portarmi via da una casa che ho costruito io stessa e mettermi in una baracca, una baracca di una sola stanza. Non può succedere». Il processo di trasferimento ha ripetutamente ignorato gli interessi della comunità di eDampini e del villaggio di Zidoke, gettando le basi per la divisione e l’ostilità. I residenti di eDampini affermano di non considerare abitanti molte delle persone trasferite nelle baracche vicino al villaggio di Zikode. Gli attivisti di Abahlali sottolineano che accoglieranno chiunque arrivi nella comunità, ma rimane comunque la rabbia nei confronti di Selwana per non aver mantenuto le promesse e aver messo in atto quello che considerano un processo corrotto e poco trasparente. Un problema pressante per i residenti, tra cui c’è anche Martina Mokone, una riciclatrice che vive al confine del villaggio di Zikode, è la minaccia che le dimensioni dei loro cortili vengano ridotte per fare spazio al nuovo insediamento. Mokone ha un orto con cavoli e cipolle nel suo cortile. Il responsabile comunale per l’edilizia Jabulani Mthethwa le ha detto che il suo orto verrà dimezzato per fare spazio al reinsediamento. 21 giugno 2022: a Martina Mokone, una riciclatrice che vive al confine del villaggio di Zikode, è stato detto che il suo orto verrà dimezzato per far posto al nuovo insediamento. Più di recente, il processo di trasferimento delle persone da eDampini è stato segnato da violenze contro gli attivisti Abahali baseMjondolo. Il 13 giugno, gli attivisti hanno organizzato un’occupazione delle terre nella zona che ritengono sia stata riservata per loro. E’ immediatamente arrivato un convoglio di veicoli della polizia metropolitana di Ekurhuleni. Secondo gli attivisti, con una dimostrazione di brutalità, la polizia ha smantellato le loro baracche, avrebbe bruciato i loro effetti personali e sparato proiettili di gomma e munizioni vere contro gli occupanti. Più tardi, quelli che credono essere sicari pagati dal vicino ostello Ehlanzeni hanno sparato contro il villaggio di Zikode. Tra gli attivisti è diffusa l’opinione che i sicari lavorino a stretto contatto con un leader politico con lo scopo di intimidire i residenti. La polizia avrebbe ferito 15 persone, tra cui due sarebbero stati colpiti con munizioni vere. Xolani Haas, di 39 anni, residente a eDampini è stato ferito alla gamba presumibilmente da un colpo di pistola con proiettili veri. Padre di quattro figli e disoccupato, Haas ha perso il lavoro in una società di servizi di pulizia all’inizio della pandemia di Covid. Ha ricevuto le cure per la ferita da arma da fuoco in un ospedale, ma è stato rapidamente dimesso dopo che un medico gli avrebbe detto che stava «sprecando risorse statali perché stai occupando terra che non è la tua». Una settimana dopo essere stato dimesso, la ferita sanguinava ancora. 21 giugno 2022: Melita Ngcobo è presidente della sezione Vusimuzi di Abahlali baseMjondolo. Invece che rappresentare la risposta a lungo attesa ai bisogni della comunità, il recente trasferimento ha portato violenza e conflitti a eDampini. «Il villaggio di Zikode era un posto molto tranquillo, ma ora hanno portato via la serenità», dice Ngcobo. Nonostante le intimidazioni, attivisti come Nonkwelo e Ngcobo stanno lavorando duramente per risanare le divisioni che il trasferimento sta provocando e rimanere uniti nelle loro richieste. Quello che vogliono è un alloggio dignitoso, la fornitura di servizi di base e un consigliere che non li ignori. Un portavoce della polizia della metropolitana di Ekurhuleni ha dichiarato di aver risposto alle minacce di occupazione dei terreni a sostegno del Gauteng Department of Human Settlements. La polizia ha ammesso l’uso di proiettili di gomma, presumibilmente in risposta al lancio di pietre da parte dei manifestanti, ma ha affermato che le accuse di utilizzo di munizioni vere erano false. Ha dichiarato che avrebbe indagato su eventuali denunce di atti di crudeltà da parte della polizia, se queste fossero state presentate. Ngcobo intende sporgere denuncia. 21 giugno 2022: il fiume che attraversa eDampini è fortemente inquinato e straripa durante la stagione delle piogge estive.