Essere poveri in Italia oggi: i numeri

Essere poveri in Italia oggi: i numeri

e altri 3 milioni in povertà relativa. Il dato è stato reso noto dal , pubblicato lo scorso 18 giugno. L’ente, nel suo report annuale, ha sottolineato come il numero – seppur il più alto dal 2005 – sia rimasto pressoché invariato rispetto l’anno precedente, segnando un’inversione di tendenza che vedeva aumentare nel tempo il numero di poveri nella popolazione del nostro Paese. » non è affatto semplice. Il fenomeno è complesso e prima di proseguire con la lettura fermiamoci un attimo sulla definizione. Anzi, le definizioni: sulla base di una soglia, corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un Sono classificate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della calcolata a prezzi correnti, differenziata sia per dimensione e composizione della famiglia, sia per ripartizione geografica e per ampiezza demografica del comune di residenza. è un parametro che esprime le difficoltà economiche nella fruizione di beni e servizi in rapporto al . Una famiglia è considerata in condizione di povertà relativa quando il Questo tipo di povertà si distingue dal concetto di povertà assoluta, che indica invece l’incapacità di acquisire i beni e i servizi, necessari a raggiungere uno standard di vita minimo. ), rispetto alle altre ripartizioni nel Nord-Ovest (6,1%) e nel Nord-est e del Centro (5,3%). : contro una media Ue del 6,9%, in Europa ci sono 30 regioni che hanno percentuali di disoccupazione superiori al doppio. E cinque di queste sono concentrate nel : Calabria (21,6%), Sicilia (21,5%), Campania (20,4%), Puglia (16,1%,) e Sardegna (15,4%). (24,7% nel 2017, 22,1% nel 2018) e peggiora al Nord (da 5,9% al 6,6%), in particolare nel Nord-est dove l’incidenza passa da 5,5% a 6,6%. Questo fenomeno può essere in parte dovuto, come sottolineato da un altro Istat, all’aumento dell’inflazione e ad un costo della vita più dispendioso al Nord Italia rispetto il Meridione. rispetto all’8,4% degli individui a livello nazionale). Si va da un minimo del 10,1% nel Centro fino a un massimo del 15,7% nel Mezzogiorno, per una sostanziale stabilità rispetto al 2017. , con un’incidenza dell’11,3% (oltre quattro punti più alta del 7,0% medio nazionale). La maggiore criticità per le famiglie con minori emerge non solo in termini di incidenza, ma anche di intensità della povertà: questa è, infatti, al 20,8% (rispetto al 19,4% del dato nazionale). Le famiglie con minori sono quindi più spesso povere, e se povere, lo sono più delle altre. (8,8% nelle famiglie in cui la persona di riferimento è occupata, mentre sale a 22,5% se disoccupata), : la povertà assoluta per le famiglie di soli italiani con minori è, infatti, pari al 7,7%, mentre interessa quasi una famiglia ogni tre in quelle composte da soli stranieri con minori (31,0%). ». I fondi servono per finanziare progetti orientati alla tutela e alla promozione del benessere dei bambini e dei ragazzi. Con l’ultima di euro per ciascun anno del triennio 2019-2021. Nel 2013, i milioni erano stati Fra le ripartizioni, l’incidenza più elevata si registra nel Mezzogiorno, con quote di famiglie con stranieri in povertà circa a quelle delle famiglie di soli italiani (rispettivamente 32,3% e 8,9%) e il dato sale al 40,5% per le famiglie con stranieri dove sono presenti minori, contro il 12,4% delle famiglie di soli italiani. , e non solo per impieghi di manodopera sotto-qualificata. Difatti, l’integrazione dei migranti nel mercato del lavoro risulterebbe in un . Tuttavia, il processo va a rilento non tanto per gli (ridotti sostanzialmente dagli accordi in Libia fatti dal precedente ministro degli Interni Marco Minniti), ma per la presenza di circa , di cui si è persa traccia nella narrativa dell’attuale ministro degli Interni. (oltre che costosi). In media, 20 al giorno. Di questo passo, occorreranno più di 80 anni al ministro per realizzare la sua promessa elettorale. per l’arrivo degli immigrati nei Paesi europei. È questo lo scopo del , approvato alla conferenza Onu tenutasi il 10-11 dicembre scorsi a Marrakech. Difatti chi mette i piedi in Italia, spesso lo fa con l’intenzione di , soprattutto in Germania, Francia o Gran Bretagna. Eppure il Governo italiano si è Qual è la risposta del Governo nella lotta alla povertà: Il Reddito di cittadinanza , anno precedente all’avvio della misura introdotta dal Governo M5S – Lega. Qualche mese fa il ministro Luigi di Maio aveva dichiarato a Porta a Porta che grazie al Reddito di cittadinanza, la povertà sarebbe stata « delle famiglie sotto la soglia di povertà assoluta. Sebbene il numero dei destinatari dell’assegno sia destinato a salire, ci si chiede quali siano le cause di questa di Banca d’Italia che rileva come il fatto di condizionare il diritto al Reddito di cittadinanza a requisiti reddituali, patrimoniali e di residenza comporta un tra platea dei potenziali beneficiari e poveri “assoluti”, che si basa invece sui livelli di consumo familiare dichiarati in indagini statistiche. è comune ad ogni misura pubblica; è infatti probabile che otterranno il reddito di cittadinanza anche famiglie che non sono povere, per errori amministrativi o perché lavorano in nero, mentre molte famiglie che sono povere non faranno neppure domanda. Alcune per vergogna, altre per diffidenza verso i meccanismi burocratici, altre perché hanno comunque un reddito anche se si trovano sotto la soglia e altre ancora per scarsa conoscenza. , fatti per limitare il numero delle domande, a partire dal requisito di avere almeno 10 anni di residenza in Italia (il precedente reddito in inclusione, il che – dopo un periodo di formazione iniziale – saranno operativi da metà agosto. Il loro compito sarà quello di , ci si chiede se la strada intrapresa dal Movimento 5 Stelle e dal Governo per contrastare la povertà sia quella giusta o se sia semplicemente un ad un problema che persiste da tempo. Forse ci farebbe bene ricordare queste parole di J.F. Kennedy, un presidente che il futuro un po’ lo aveva intuito, ma è morto troppo giovane per vederlo: «Il cambiamento è la legge della vita. E quelli che guardano solo al passato o al presente di certo si perderanno il futuro.» Questo articolo è parte dell’attività sostitutiva di tirocinio che Matteo, studente del corso di laurea in Philosophy, International and Economic Studies dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, sta svolgendo presso la redazione di