SundayUp – Casiotone for the Painfully Alone o le camerette tristi della California

Nello stesso modo in cui mi sono accorto che Luca Toni era tornato alla Fiorentina nel 2012, oggi – e mi cascassero i denti se questa è una finzione scenica – ho scoperto che Casiotone for the Painfully Alone ha cessato le sue attività musicali nel 2010 . Questo è forse indice che vivo in una bolla, una specie di eterno presente che non è neppure un presente, perché ascolto principalmente musica vecchia e con non intendo il senso nobile del termine, tipo quelli che sanno tutto sulla musica nera degli anni ’60 o sul blues del Delta, no, intendo cose che ascolto con un modestissimo ricambio dal 2004 o giù di lì. Non potrei neppure dire di seguire le stesse band, perché, beh, l’avete letto l’incipit di questo pezzo. È una situazione, quella dei miei ascolti, difficile da definire e il suo disinteresse per il pubblico è direttamente proporzionale alla disperazione che essa stessa provoca nel Direttore della presente webzine, che è uno aggiornatissimo e vorrebbe che io stessi sul pezzo come un vero giornalista. Ma invece, a quanto pare, , a prima vista, li ha mangiati per davvero, ma, proprio come il calciatore di Pavullo, è nato nel 1977. In Italia credo sia principalmente noto per con un brano da quello che sarà l’ultimo album sotto il nome Casiotone for the Painfully Alone. (mi consola enormemente e non mi fa sentire solo nella bolla paratemporale che abito, del 2009 che nel presentare la pubblicità chiamava ingenuamente CftPA “il promettente gruppo statunitense”, dove promettente significava che avrebbe chiuso i battenti nel giro di un anno e dove gruppo stava per da far invidia al realismo di Zola, con titoli da far invidia a un immaginario indie che si concretizzerà nelle nostre percezioni soltanto diversi anni dopo: “Casiotone for the Painfully Alone Joins the Foreign Legion”, “I Should Have Kissed You When I Had a Chance”, “It’s Winter and You Don’t Love Me Anymore”. , ma lascia da parte il lirismo. Bassa fedeltà, si diceva e qui peraltro sicuramente non ci sono gli arpeggi di Johnny Marr (o le Il nome stesso del progetto “Casiotone” è chiaramente un omaggio alla marca di e tastieroni che molti di noi, specie se hanno studiato musica in una scuola media italiana, hanno avuto in casa. ma che sono riusciti a crearsi un mondo di amanti del genere. Non per caso questo tipo di strumentazione diffusa a livello di massa fra i bambini di tutto il mondo, in particolar modo fra anni ’80 e ’90, si presta al racconto intimo e dimesso di Ashworth, il cui universo di riferimento è quello degli affetti, delle avventure, delle storielle, delle cose quotidiane e semplici. Con una buona dose di nostalgia, si può dire. Come su quei tasti con meccaniche plasticose tanto quanto i suoni emessi, molti giovani musicisti hanno mosso i primi passi, così le melodie ricercate dal nostro eroe sembrano (e ai primi tempi sicuramente sono) gli sforzi ingenuamente scolastici (ma consapevolmente registrati e presentati dopo un bagno di “indie”) di qualcuno che mentre sta studiando musica, prova a mettersi lì e a buttare giù, alla vecchia, tre accordi e qualche riga di testo. Non è un caso che moltissimi dei pezzi di CftPA durino meno di 2′ e in ogni caso mai più di 4′. L’immaginario di Owen è patetico e senza vergogna, nei sensi più positivi di questi termini che riusciate a concepire: ha veramente qualcosa della e ridurre tutto a un “ma vergognati, non hai più quindicianni”. Lettere scambiate con l’amata, addii senza guardarsi negli occhi all’aeroporto, telefonate ( ) attese, attenzione al limite dell’ossessivo-compulsivo rispetto a dettagli inerenti l’amata, viaggi in auto, viaggi in bici, traslochi, rapporti dove che tentavo di descrivere prima, trova espressione anche nelle rime, spesse baciate, di Casiotone, che ne è evidentemente consapevole, quando ad esempio titola . E, mi cascassero pure i capelli se anche questa è una finzione scenica, ma mentre riscorrevo i testi, ho ripescato Ad oggi, Owen fa circa la stessa roba sotto un altro nome, Ma è troppo recente, non posso proprio dirvi niente di più al riguardo. , trovato morto nella propria casa di Genova 7 anni dopo un solitario decesso, a 76 anni, probabilmente con dolore, ma sicuramente senza una Casio che suonasse. Clicca per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)