Ripensando alla storia italiana, ci si chiede ancora se è attuale l’espressione di Massimo D’Azeglio “Pur troppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gli Italiani”, nonostante il 150 compiuti dal nostro paese. E l’Europa? Non è forse lecito proiettare questa espressione celeberrima anche alla storia dell’integrazione continentale?

Ma come è possibile una costituzione europea, senza degli strumenti che convincano i cittadini di ciascuno stato a sentirsi europei? Che valore possono avere delle elezioni a suffragio universale in tutto il continente, se italiani, francesi, tedeschi e tutti gli altri non si sentono parte di un unicum speciale e raro?
Esiste, al proposito, un canale televisivo transnazionale che, dai primi anni Novanta, prova a promuovere una cultura ampia e pluralmente inclusiva; questo canale si chiama ARTE.
ARTE, acronimo per Association Relative à la Télévision Européenne,è un canale televisivo culturale europeo di servizio pubblico; tra i padri ispiratori vi sono alcuni tra le principali figure politiche degli anni Ottanta, François Mitterand, Helmut Kohl e Lothar Späth. Gli obiettivi, stabiliti nell’accordo di costituzione di ARTE-G.E.I.E, sono “creare e produrre programmi televisivi di natura culturale ed internazionale in senso ampio. (…) Questi programmi hanno lo scopo di promuovere la comprensione reciproca e l’unità tra gli europei.”. A questo accordo, si giunse il 30 aprile 1991 dopo anni di negoziazioni e fu firmato dai presidenti di 11 Bundesländer e dal ministro della cultura francese. Inoltre, qualche mese più tardi ARTE assume anche la forma di gruppo di interesse economico, G.E.I.E., presso il Parlamento Europeo a Strasburgo, attivando una forte attività di lobbying presso i rappresentanti eletti.
ARTE non è solamente un servizio televisivo come molti altri, ma ha assunto nei suoi 20 anni di attività una connotazione culturale significativa. È, infatti, diventato un mezzo portatore di valori fondamentali: apertura, rispetto e solidarietà. L’apertura rispetto a nuovi argomenti, a nuove forme narrative e agli interessi del pubblico è una priorità; la molteplicità dei punti di vista e delle opinioni viene ricercata e considerata alla stregua di una ricchezza e di una opportunità; infine, l’impegno della redazione è orientato a creare programmi che possano arricchire le vite di un pubblico culturalmente variegato e complesso.

ARTE, in conclusione, si configura come un brillante tentativo non ancora abbastanza noto di costruzione di un sostrato culturale europeo che possa accompagnare e potenziare il cammino verso una forma di integrazione sempre più efficace e solidale. Non è possibile pensare un’Unione Europea forte senza il sostegno degli individui che la abitano: il sostegno passa naturalmente attraverso la costruzione di una sensazione di appartenenza europea fondante una nuova modalità di cittadinanza, non limitata all’attribuzione di diritti e doveri, del resto la cittadinanza europea così intesa è già una realtà, ma comprensiva di attitudini e diversità culturali che prese singolarmente differenziano, ma messe a confronto arricchiscono organicamente la vita di ciascuno.
Angela Caporale