
Perché è necessario parlare di Medio Oriente
Nasce la nuova categoria Medio Oriente. Un Paese al mese, analizzato attraverso una scheda (fatta bene), un pezzo politico e una storia. Continua a leggere Perché è necessario parlare di Medio Oriente
Nasce la nuova categoria Medio Oriente. Un Paese al mese, analizzato attraverso una scheda (fatta bene), un pezzo politico e una storia. Continua a leggere Perché è necessario parlare di Medio Oriente
Le recenti tensioni diplomatiche tra governo italiano e francese fanno parte di una narrazione odi et amo intrinseca nel sangue dei due Paesi. Continua a leggere Relazioni (internazionali) pericolose: Italia e Francia odi et amo
Mohammed bin Salman, nuovo principe ereditario dell’Arabia Saudita, mostra i muscoli in Medio Oriente, perdendo consensi nel mondo arabo come dimostra il caso libanese, ma aprendo ad un’alleanza con Israele. Continua a leggere L’Arabia Saudita ha un problema di bullismo
Che il futuro inquilino della Casa Bianca sia un tipo decisamente peculiare penso sia noto a tutti. Che le sue intenzioni di indire un inconsueto protezionismo alla prima economia mondiale, di fatto sbugiardando decenni di politica economica del suo stesso … Continua a leggere La futura morte del Tpp è un bene per il mondo?
Dopo il fallito referendum di Matteo Renzi e le conseguenti dimissioni, un altro governo è stato formato (il sessantaquattresimo governo dalla nascita della Repubblica Italiana). A ogni cambio di governo, solitamente avviene un rimpasto dei Ministeri. Ma, il nuovo governo … Continua a leggere Alla Farnesina la politica vince (quasi sempre) sulla competenza
Nei Territori Occupati Palestinesi sono molte le cose che non funzionano: dal rispetto dei diritti al taglio dei fondi all’UNWRA. Stati e comunità internazionale, dal canto loro, mantengono un atteggiamento equivoco. Continua a leggere Territori Palestinesi Occupati, tra violazioni e promesse
Martedì 26 agosto 2014 è stata annunciata al Cairo la tregua conclusiva dell’operazione militare “Bordo protettivo” che ha posto nuovamente la parola fine al, ricorrente, conflitto mediorientale che vede come attori la Striscia di Gaza e le milizie di Hamas da una parte e lo Stato Israeliano con il suo esercito dall’altra. Il conflitto, che ha determinato la morte di 2131 palestinesi, di cui 500 bambini secondo le agenzie ONU e un centinaio di soldati israeliani, si è oramai concluso, o perlomeno così sembra. Le ostilità persistono e con esse le difficoltà per i gazawi di ricominciare a costruirsi una … Continua a leggere Gaza – Effetti collaterali di un conflitto senza fine
Le elezioni federali in Germania che si sono svolte lo scorso fine settimana hanno visto prevalere nettamente l’unione cristiano-democraticaguidata della Cancelliera uscente Angela Merkel con ben il 41,5% dei consensi. Gli altri tre partiti di sinistra che sono entrati nel Bundestag (il parlamento tedesco) ovvero i social-democratici del SPD, i verdi e gli ex comunisti della Linke sommati hanno raccolto solamente un punto percentuale in più del partito al governo negli ultimi 4 anni e dei loro cugini bavaresi della CSU. Su 82 milioni di cittadini tedeschi 20 hanno votato per la Merkel. Ciononostante, anche a causa della clamorosa débacle … Continua a leggere "Nessun alternativa alla Merkel" – Intervista post elezioni in Germania al prof. Piero Ignazi
13 settembre 2013: “La tesi dell’eccezionalità americana che sostiene, mr Obama, quando afferma che la politica degli Stati Uniti è quello che è quello che differenzia l’America, quello che la rende eccezionale, mi trova piuttosto in disaccordo. Esistono paesi grandi e paesi piccoli, ricchi e poveri, paesi di lunga tradizione democratica e paesi che stanno trovando la strada verso la democrazia. Anche le loro politiche sono diverse. Siamo tutti diversi, ma quando chiediamo la benedizione non dobbiamo dimenticare che Dio ci ha creati uguali”. Questo è l’ultima parte, forse la più importante, della lettera scritta al New York Times dal … Continua a leggere Putin VS America
Appena un anno fa in campagna elettorale la sua parola d’ordine era stata “Change”, ma ora Barack Obama, di fronte alla concretissima possibilità di segnare una svolta nella storia della politica estera americana e, più in generale, delle relazioni internazionali, sembra intimorito. Tenta di rifugiarsi nelle orme solcate dai suoi predecessori, nel caso specifico Dwight Eisenhower che, nel 1956, con l’Europa divisa dalla cortina di ferro, in seguito alla questione dello stretto di Suez, coniò uno dottrina secondo la quale ogni minaccia alla stabilità nel golfo persico, sarebbe stata interpretata dagli USA come una minaccia alla sicurezza nazionale. Da allora … Continua a leggere Ma il cambiamento dov’è, Mr. Obama?