Abbiamo selezionato per voi il meglio dell’anno per quanto riguarda due sezioni della nostra testata: diritti umani e cultura. Grazie per averci letti, ogni anno sempre di più!
Il meglio dei Diritti Umani nel 2018
ll 2018 è un anno di ombre per chi si batte per il rispetto dei diritti umani. Un anno che ci ha riportati tutti a casa perché le violazioni, oggi più che mai, sono qui. Il Mediterraneo, la provincia, i centri cittadini grandi e piccoli sono i teatri di discriminazioni, discorsi d’odio, atti violenti che prendono di mira i più deboli, sostenuti e talvolta incentivati da una politica che sembra voler creare lo scenario più fosco possibile, alzando i toni e inasprendo le reazioni.
Il 2018 è un anno che ha richiesto e richiede una reazione civica e civile. Una reazione, ancor timida, ma necessaria per ripristinare una narrazione della realtà che rispetti la realtà sostanziale dei fatti, come del resto la deontologia giornalistica richiede. Ecco perché i due articoli da leggere e rileggere pubblicati nella sezione “Diritti umani” di The Bottom Up parlano di Italia.
C’è Angela Tognolini, giornalista, scrittrice e operatrice legale, che spiega cosa accadrà con l’abolizione della protezione umanitaria, cavallo di battaglia del Ministro dell’Interno e una delle novità più preoccupanti del “Decreto Salvini” che regolerà l’accoglienza e l’immigrazione in Italia.
1) Il Decreto Salvini: cosa significa niente più protezione umanitaria?
E c’è Mattia Bagnato che, durante l’estate, ha fatto una tappa a Riace prima che il sistema di accoglienza di Mimmo Lucano venisse malamente smantellato. C’era già preoccupazione nell’aria e la sensazione che sarebbe stato fatto il possibile per indebolire un modello che, fino a poco prima, era fiore all’occhiello non solo della Calabria, ma dell’Italia tutta.
2) Riace, dove la buona accoglienza inizia a fare paura
Bonus track per chi ha ancora bisogno di saperne di più a proposito di quanto accade in Italia. L’incidente che è costato la vita a 16 braccianti in Puglia, lo scorso mese di agosto, ci ha offerto l’opportunità di fare il punto sulla diffusione e la pervasività del caporalato in Italia. Una lettura con la preoccupazione che, tra un anno, i numeri saranno cresciuti e no, non avremo buone notizie da dare.
3) Caporalato, 16 morti in 48 ore tra pomodori e lamiere

Il meglio della Cultura del 2018
Il 2018 sarà ricordato per il fatto che ormai anche tua nonna ha capito che cos’è un meme, e li usa pure. Certo, valle a spiegare che top text / bottom text in Impact è ormai un reato, ma al di là di questo anche in Italia, grazie principalmente ad Alessandro Lolli, i memi sono diventato oggetto di teoresi. La nostra Arianna Casarini però ha affrontato la spinosa questione circa l’artisticità della mematura. Spoiler: è piuttosto scettica a riguardo.
1) I meme sono arte?
Io stesso mi sono reso conto che ho smesso di scaricare gli album illegalmente e faccio tutto in streaming. Mi sono fatto Spotify, ho aumento l’uso di Youtube e non c’è niente che io possa fare per fermare queste forze sconosciute che mi strappano da me, come diceva il Maestro. Ma non c’è solo fenomenologia, bensì anche scienza a dire che gli algoritmi stanno cambiando definitivamente il modo in cui consumiamo la musica (e il ruolo dei giornalisti e critici).
2) Lo dice la scienza, il giornalismo musicale è finito
Ma nonostante quanto detto sopra, i Grandi Classici non muoiono mai e solo la leggiadria di Matteo Cutrì poteva farci entrare nel mondo di Antonello Venditti e riuscire a non farcene uscire più, anche nel 2018.
3) Il mistero di Antonello Venditti
Angela Caporale
Filippo Batisti
Un pensiero su “Il meglio di TBU 2018: diritti umani e cultura”