Alieu Darbo, la Grande Truffa

Questa storia comincia come tante storie in giro per il mondo, uguale a migliaia, milioni di giovani che si avvicinano al calcio. La squadra della propria città, qualcuno ti nota, ti segnala, ed alla piccola squadra arriva un’offerta. Ma ad un certo punto la storia in questione prende una piega, una svolta, inaspettata. Una strada che porta verso il crimine, che se qualcuno ha intrapreso in precedenza lo ha fatto finire dietro le sbarre, o pesantemente multato. Invece Alieu Darbo la scampa. E non solo, ma continua a provarci, a tentare di ingannare squadre di tutto il mondo per farsi assumere ed ingaggiare, vendendosi come calciatore di livello stellare. Senza però esserlo. Questa è la strana storia di Alieu Darbo.

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Il nastro di partenza è puntato ad Angered, sobborgo multiculturale di Goteborg, dove nasce il nostro Alieu, da genitori del Gambia. Come detto, l’inizio di questa storia è normalità. Darbo comincia a giocare a calcio nel quartiere, dove viene notato dall’Orgryte, una squadra di Goteborg, la formazione più antica di Svezia. Qui i meccanismi del calcio tradizionale si mettono in moto. Alieu sembra essere un profilo promettente, tanto che diventa un giocatore importante per il club svedese ed attira l’interesse dell’estero. Viene convocato nella squadra Under 17 della nazionale del Gambia, suo paese d’origine. Contemporaneamente arriva all’Orgryte un’offerta dal Le Mans, in Francia, che Alieu e famiglia accettano.

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E qui la strada digrada verso la comune mediocrità, mancando il bivio verso la fama come calciatore. Dopo tre presenze con l’Under 17 del Gambia, Darbo non viene più convocato, mentre a vent’anni viene scaricato dal Le Mans. È finita, come la maggior parte delle storie che iniziano nel calcio giovanile. Ora Darbo si dovrà cercare un’altra strada, eventualmente anche tornare ad Angered da sconfitto, mentre quando era partito tutti lo avevano salutato come chi ce l’aveva fatta.

E qui comincia l’incredibile storia di Alieu Darbo. Riesce a farsi fare un provino da Sunderland e Newcastle, provino che non passa, mentre qualche giorno dopo il Daily Mail racconta che ha appena firmato un contratto di tre anni con il Wigan. Ma la società inglese smentisce l’accaduto, e si scopre che è stato lo stesso Darbo a raccontare al tabloid dell’accordo, mostrando finti contratti. Sparisce per un po’ dalla circolazione, salvo ricomparire nell’agosto del 2013 a Zagabria.

La Dinamo lo mette sotto contratto dopo aver visto il suo curriculum, aver ricevuto delle telefonate di referenze ed aver visionato dei video su Youtube. L’impressione è talmente positiva che Darbo viene inserito nella lista per l’Europa League, nonostante sia infortunato. Però piano piano il dubbio entra nella testa dei dirigenti. Il dubbio che il curriculum non sia del tutto vero, il dubbio che le telefonate in realtà non siano state fatte da misconosciuti dirigenti delle altre squadre ma da amici e parenti, o da Alieu stesso. Il dubbio che i video su Youtube non siano reali, o in alcuni casi che quello mostrato non sia Darbo. E così dopo quattro mesi in cui la Dinamo gli versa lo stipendio, Alieu Darbo viene licenziato, con l’ulteriore versamento di quarantamila euro, chiedendo al “giocatore” di nascondere la sua permanenza a Zagabria.

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Ma è solo il primo passo. Pochi giorni dopo la fine del contratto, gioca una partita con i finlandesi dell’Inter Turku, salvo poi scomparire nuovamente. La strategia di Darbo è chiara, e si specializza nel corso del tempo. L'”esperienza” successiva è in Italia, al Crotone. Arriva, con i video ed il curriculum, ma questa volta porta con se anche una lettera, in carta intestata del Bayern Monaco, che parla di un giocatore interessante, che il Bayern vuole testare altrove per poi comprarlo. Darbo viene così presentato alla stampa, quando gli viene consegnata la 10. Il comunicato ufficiale parla di “operazione in sinergia con uno dei più grandi club mondiali, il Bayern Monaco, che crede nel ragazzo e visto l’ottimo lavoro del Crotone con i giovani, ha segnalato il giovane attaccante”. Una settimana. Alieu sostiene di aver ricevuto insulti razzisti dai tifosi, e straccia il contratto, pochi giorni prima che Bjorn Andersson, dirigente del Bayern la cui firma compariva sulla lettera, smentisse di aver mai scritto nulla su Darbo. Contemporaneamente, il giocatore viene presentato dal Landskrona in Svezia, salvo poi sparire pochi giorni dopo.

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A giugno Crotone, a luglio Svezia. In agosto, Alieu compare in Grecia, a Salonicco. Darbo si presenta alla porta di Zisis Vryzas, dirigente del Paok, portando il solito codazzo di false referenze. In più questa volta ha una lettera di presentazione firmata da Michael Zorc, omologo del Borussia Dortmund. Dopo un anno, prometteva la lettera, il giocatore sarebbe stato riscattato per quattro milioni. In più suggeriva di non sottoporlo ad alcun provino, perchè si sarebbe potuto indispettire inutilmente, dato che si trattava di un grande talento. Un po’ troppo per i gusti di Vryzas, che i più ricorderanno in viola o a Perugia. Fa un fischio a Zorc, che nega con decisione di conoscere il ragazzo. E per Darbo le cose si mettono male, perchè Vryzas si presenta nell’albergo dove soggiorna insieme ad un gruppo di poco amichevoli ultras del Paok, che spiegano pacatamente al Alieu che per lui sarebbe meglio fare le valigie.

Continua la trafila con la squadra B del Levante, dove racconta alla stampa di aver firmato un contratto con Jose Gomez. Persona assolutamente inesistente. Da lì alla Norvegia, sponda Nybersgund, dove comunque rimane poco tempo. Finalmente nel febbraio 2015 riesce a scendere in campo, con la maglia del Mosta, a Malta. La prestazione però è deludente, e anche lì finisce male. Poi Algeria, Egitto, ed infine ancora Malta, questa volta però serie B. Qualche mese dopo il suo arrivo sparisce.

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Ed eccoci arrivare ai giorni nostri, quando il suo ex procuratore, anonimamente, racconta la storia di Alieu Darbo al giornale svedese Aftonbladet. Ora nessuno sa dove si trovi il venticinquenne. Ma magari si trova in una cabina telefonica in Finlandia, o in Serbia, o magari in Portogallo, impegnato a mascherare la sua voce per raccontare di quanto quel giovane calciatore sia interessante, dopo aver appena riagganciato una telefonata internazionale verso la Svezia ed aver appena finito di raccontare la sua stessa storia.

Marco Pasquariello

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